È dai tempi del fiasco sulle elezioni presidenziali americane del duemilasedici che Nate Silver è uscito dalle mie preferenze informative. L’uomo che aveva previsto brillantemente i successi di Obama aveva fatto lo stesso, solo con Hillary Clinton e vedere nella notte prendere forma il risultato opposto, nonostante il wishful thinking che la redazione continuava a mostrare un articolo sull’altro, con risultati sempre più grotteschi.
Il sito è FiveThirtyEight, fondato proprio da Silver.
Ci si accontenta anche di poco e oggi mi accontento della notizia che, il 28 marzo, torna Friday Night Baseball su Apple TV+.
Sono annunciati contenuti speciali per Vision Pro come novità. Mi accontento anche solo delle partite.
Apprendiamo dal Guardian di una famiglia inglese, disperata perché la figliola di otto anni ha speso in novanta giorni ottomilacinquecento sterline attraverso il proprio iPhone, mandando denaro su svariati canali YouTube (sì, il titolo del giornale chiama in causa App Store, che c’entra zero).
Da padre, massima solidarietà alla famiglia e critica severa ad Apple che ha mostrato ben poca comprensione e ha rimborsato solo una parte degli acquisti effettuati davvero su App Store, poche decine di sterline.
Parliamo di un film di animazione che ha vinto oltre sessanta premi, tra cui un Golden Globe, e raccolto due nominations agli Oscar.
Un film realizzato in cinque anni e mezzo che è costato tre milioni e settecentomila dollari, meno della cinquantesima parte di quello che è costato Inside Out 2 di Pixar.
La ragione è principalmente l’utilizzo di Blender, sistema di modellazione 3D, open source e ufficialmente sostenuto da Apple.
Anche se fanno finta di niente, gli editori di libri sono mediamente consci di una cartella condivisa Dropbox piuttosto nota, contenente una generosa quantità di ebook spesso artigianali che riprendono titoli di grande lettura e diffusione.
Per qualche tempo mi trovai anche ad adottare una copia de Il nome della rosa, eliminando i refusi provenienti dalla scansione delle pagine originali e razionalizzando la struttura dell’ebook.
Niente rispetto a Z-Library, della quale colpevolmente ho saputo da poco.
Sarebbe un post per tutti anche se parliamo di oggetti per pochissimi. Serve pazienza.
Heroquest è l’anello di congiunzione tra gioco da tavolo e gioco di ruolo. Il gioco avviene su una plancia, come in un boardgame; riguarda l’avventura di un party di quattro eroi che esplorano un sotterraneo alla ricerca di mostri da sconfiggere e tesori da conquistare.
In accordo ai principî elementari del gioco di ruolo, gli eroi hanno una scheda personaggio che si arricchisce avventura dopo avventura di esperienza, tesori e oggetti magici.
Anche se capita di rado, capita: avevo bisogno di collegarmi a Mac da iPhone via ssh.
Prompt non è partito. Ho cercato aggiornamenti, ma non c’erano. Ho provato a raggiungere App Store dalla pagina degli acquisti ed era impossibile.
Mi è già accaduto tale e quale con un’altra app ed è il modo dell’ecosistema di dire che si è persa la compatibilità.
Mi dispiace un po’ perché ho sempre apprezzato Prompt, tuttavia non sono nella necessità di sottostare alle pretese invero eccessive di Panic relativamente alla nuova versione.
Continuerò per certo a scaricare video e audio da Internet, come faccio da tempo, attraverso yt-dlp che è efficace, perfetto per le mie esigenze, semplicissimo da usare per impieghi di base come i miei, di ingombro irrilevante sul disco.
Ciò non toglie che uno possa a buonissimo diritto chiedere una interfaccia grafica per fare le cose in punta di mouse, in modo rassicurante e pure esteticamente gradevole.
Uno sta chiedendo Downie, anche se non lo sa.
La nuova pagina del catalogo di posti assurdi dove fare girare Doom è dedicata al sistema dei tipi in TypeScript. Questo video, di quasi sette minuti, è molto sintetico e riassuntivo; ce ne sono altri due assai più dettagliati (fuori dalla portata di quasi chiunque per l’altissimo contenuto tecnico) e poi naturalmente su Github gli strumenti software creati per l’occasione.
Il progetto ha richiesto una mole di calcoli enorme, si parla di petabyte nella fase iniziale, poi ottimizzati a terabyte (centosettantasette).
Quante app, script, routine, macro abbiamo visto per cancellare dal disco i doppioni dei file? Decinaia e decinaia.
Quante ne abbiamo viste che recuperano lo spazio dei doppioni dei file senza eliminare i file? Nessuna fino a oggi. Ecco Hyperspace di John Siracusa.
Senza trucco e senza inganno, Hyperspace sfrutta una caratteristica avanzata di Apfs che si chiama copy-on-write. È la stessa che usiamo quando duplichiamo un file nel Finder. Il duplicato appare instantaneamente proprio perché il Finder lo considera tale ma non duplica il contenuto dell’originale.