Lunedì prossimo mi ritrovo con Filippo e Roberto a chiacchierare di intelligenza artificiale a scopo podcast e intanto continuo la rilettura e riscoperta del libro Concetti fluidi e analogie creative .
Significa che dà una parte seguo lo sviluppo dei sistemi generativi basati su grandi modelli linguistici e dall’altra parte seguo un interrogarmi profondo e concreto sulle radici dell’intelligenza.
Da sostenitore dell’intelligenza artificiale forte come sono sempre stato, la risultante è che sono entusiasta delle possibilità e degli orizzonti che si aprono grazie ai sistemi che iniziano a spuntare come funghi.
Grazie ai buoni uffici di Dr. Drang mi sono accorto di ImageOptim , programma open source per Mac che prende in carico una immagine e attua una serie di interventi in modo da ridurne il peso mantenendone la qualità.
Il tema è più sottile di aumento il livello di compressione Jpeg; ci sono per esempio metadati che possono trovarsi lì solo per portare via spazio. E gli algoritmi di compressione non ottimizzati fanno certamente un buon lavoro, ma non il migliore possibile.
Dopo qualche giorno dalla prima installazione del nuovo microfono per videoconferenze e podcast, non voglio più tornare indietro e mi chiedo come abbia tollerato finora l’uso degli auricolari con microfono. Forse perché la mia voce se la beccavano gli altri.
Non che gli auricolari con microfono in sé siano cattivi. Sono un ottimo mezzo per comunicare in tutte le situazioni. Certo non sono il mezzo per comunicare in modo ottimo.
Ogni tanto faccio una scoperta banalissima che dà la svolta alla giornata e semplifica un pezzetto di vita. Ad averne tante, la vita si semplifica bene e la cosa si fa interessante.
L’ultima in ordine di tempo è la complicazione di watch che dà accesso immediato alla app di sistema per impostare la sveglia. In quanto tale, niente di che. Ma poi sul quadrante appare l’orario della sveglia impostata. Il dubbio ma ho messo la sveglia o no?
Ho letto quasi tutti i suoi romanzi, ma la cosa sua che ricordo con più precisione è il resoconto delle conversazioni con Peter Hyams, regista di 2010: Odissea due, per rifinire la sceneggiatura del film. Conversazioni a distanza da Sri Lanka all’Inghilterra, con l’aiuto di un accoppiatore acustico attaccato al suo computer Kaypro. Clarke scriveva con WordStar .
Un pioniere, sempre.
Hal, puoi aprire il portello .
Il 19 marzo 2008 moriva Arthur C.
Leggo che Microsoft 365 ha ora a disposizione un Copilot che aiuterà a redigere documenti.
Una volta Microsoft si proponeva l’obiettivo di mettere un computer su ogni scrivania .
Ora si sono aggiornati: l’obiettivo nuovo è mettere su ogni scrivania un utente. Uno solo, sempre quello.
Le dimensioni della catastrofe sono inimmaginabili. Una catastrofe silente e strisciante. Nel giro di pochi anni la comunicazione aziendale e in generale professionale ricorderà un film di George Romero .
Paoloo ha cercato informazioni sul sottoscritto usando la novella combinazione di Bing e ChatGPT-4 e a mio parere c’è da preoccuparsi. Non perché sia io l’oggetto della ricerca o per come lui impieghi il tempo libero.
Parto da lontano. Un motore di ricerca non trova quello che vogliono ottenere, ma ciò che gli diciamo di cercare. Distinzione sottile, ma cruciale. In compenso, il risultato corrisponde al cento percento: qualsiasi pagina segnalata conterrà bene o male la ricerca che abbiamo inserito.
Perché sprecare tempo con i film dell’orrore quando esistono i plugin di WordPress? Oggi, nuova giornata nuove avventure, ho fatto la conoscenza con Elementor , un autodichiarato editor a blocchi progettato da disagiati che di blocchi devono averne di importanti. Disagiati di cui è pieno il mondo, che meritano il massimo rispetto, ma con questa predisposizione verso la progettazione delle interfacce richiamano alla mente l’ultimo passaggio di secolo.
Lavoravo attorno al Duemila per una startup e discutevo animatamente con il direttore dello sviluppo software; il nostro compito era mettere a punto un editor di testo innovativo, open source, che andasse un gradino oltre la produzione corrente.
Andy Warhol aveva predetto per tutti quindici minuti di celebrità ma, come ogni buon profeta, ha sorvolato sui dettagli, come il fatto che avrebbero potuto essere quindici minuti ripetuti e che piano piano avremmo avuto bisogno di uno studio di registrazione fatto in casa per fruire del nostro nuovo diritto mediatico.
C’era forse arrivato il sottoscritto, che peraltro non sarebbe degno di fare la polvere ai bagni della Factory warholiana, quando diceva che nel futuro di Internet ciascuno avrebbe avuto il proprio canale televisivo, che nessuno si sarebbe dato la pena di guardare.
Ieri si parlava di una sequenza di numeri presentata da Douglas Hofstadter in Concetti fluidi e analogie creative : 0, 1, 2, 720!…
(720! è il fattoriale di 720, ovvero 1 x 2 x 3 x 4 x 5 x 6 x 7 x 8… x 720).
La sfida era, in parte, risolvere la sequenza e capire la regola che la governa e, soprattutto, riflettere su come agiamo e pensiamo per riconoscere lo schema nascosto da indovinare, alla luce del fatto che una supposta intelligenza artificiale è rimasta lontanissima da una soluzione efficace.
Sì, continuo a riscoprire Concetti fluidi e analogie creative . Nel 1977 Douglas Hofstadter era assistant professor presso l’Indiana University e aveva appena cominciato ufficialmente la propria attività di ricerca sull’intelligenza artificiale.
Uno dei primissimi progetti consistette nel chiedere agli studenti del corso di computer science di scrivere un programma il più possibile capace di riconoscere pattern lineari. Per esempio, guardare una sequenza di numeri e capire che regola governa la loro successione.
Subito dopo avere apprezzato la capacità di Internet di far trovare articoli di divulgazione che vale la pena leggere , ecco che Matt Birchler mi regala una piccola gemma come La coincidenza della nuova generazione .
Ora bisogna sapere che la catastrofe più sottovalutata nel dominio dell’analfabetismo numerico è la mancata comprensione del concetto dì probabilità. E Birchler smonta in pochi paragrafi la superstizione diffusa che vuole l’Algoritmo padrone nostro malgrado del nostro conversare, in grado di proporci il detersivo per piatti un attimo dopo che ci siamo lamentati della sua mancanza in casa, o cose del genere.