Dopo mesi che chiunque dotato di un quoziente intellettivo superiore a settantanove ha capito le problematiche di Windows Recall, la simpatica funzione che registra lo schermo a intervalli regolari, Microsoft ci ha lavorato sopra e l’ha ripresentata.
Tom’s Guide l’ha provata e il titolo della recensione è programmatico: Windows Recall colto a registrare numeri di carta di credito e di sicurezza sociale nonostante le rassicurazioni che non lo farà.
Microsoft sostiene che le schermate ora vengono cifrate ed è attivo da subito un filtro che dovrebbe lasciare fuori le informazioni sensibili.
Anche LG ha smesso di produrre lettori Blu-ray. Si era parlato di questa tendenza dieci anni fa e anche con partecipazione.
Steve Jobs lo aveva detto nel 2008 che il licensing Blu-ray era una bag of hurt, una borsa di fastidi.
Ma no, lo faceva solo per vendere iPhone, e invece sarà un disastro perché il tal portatile HP monta il lettore e costa meno, Blu-ray è una piattaforma per il futuro, come faremmo senza Blu-ray a fare il backup.
Quasi non faceva in tempo a uscire l’aggiornamento software atteso da molti che, frazioni di secondo dopo, MacStories pubblicava Apple Intelligence in iOS 18.2: una immersione in profondità con Siri e ChatGPT, insieme.
Ne consiglio vivamente la lettura perché di tutto si tratta tranne che di un testo lavorato all’ultimo. È stracolmo di informazioni e notizie pratiche di prima mano, probabilmente la migliore guida ad Apple Intelligence leggibile oggi, in vantaggio di molte lunghezze sul resto.
È impressionante quanto sia lento il lavoro che porterà Swift a diventare il linguaggio principale di sviluppo sui sistemi Apple. E quanto sia inesorabile.
Lo mostra benissimo Timac con un articolo che mostra l’ evoluzione dell’uso di Swift e SwiftUI in iOS 18 e relativi confronti con i sistemi precedenti.
Timac lavora fuori da Apple e utilizza una metodologia banaale quanto brillante nella sua semplicità: conta i file binari e i framework dentro il sistema operativo, mentre ignora tutto ciò che sta dentro il kernel (il nucleo del sistema).
Detto del calendario dell’Avvento più importante (lato software ovviamente) e riferito del calendario-novità varato da Mozilla Foundation e dedicato a JavaScript, non ci resta che Slashdot e la sua rassegna di calendari che a questo punto auspico onnicomprensiva, così sarebbero tutti coperti.
C’è di tutto, da Perl – il primo – al calendario del James Webb Telescope. C’è retrocomputing e c’è una lista dei migliori giochi del 2024, per tacere di tutto il resto che non è poco.
Molti mesi fa mi sono ripromesso di affrontare finalmente BrogueCE come sfida e ieri sera finalmente sono arrivato al traguardo dell’ ascensione: ho raggiunto il ventiseiesimo livello di profondità, per impossessarmi dell’Amuleto di Yendor e riportarlo in superficie senza commettere errori.
Non commettere errori è la prima regola di ogni roguelike, in cui death is final e puoi trovarti a un passo dalla vittoria ma devi ripartire da zero. In Brogue Community Edition (BrogueCE, da ora Brogue e basta) il concetto è elevato alla massima potenza; il gioco è noto per essere uno dei più spietati e letali nel suo genere.
Non piacesse Advent of Code, c’è un modo alternativo per avvicinarsi al Natale e fare lavorare le meningi, magari tenendosi reattivi con una buona tazza di quello bollente: Mozilla e Scrimba hanno lanciato JavaScriptmas.
Il solito, per modo di dire, calendario dell’Avvento, in salsa JavaScript.
È ancora possibile risolvere i quesiti che sono già stati posti nei primi giorni dell’iniziativa e non è necessario dare le risposte nel giorno in cui vengono pubblicate le sfide, purché si consegni tutto prima della fatidica mezzanotte della vigilia.
Di cantonate ne prendono tutti, compreso il sottoscritto. Diverso è però fraintendere il significato delle cose e pretendere di dare giudizi senza conoscere le basi.
È qualcosa che si vede tutto i giorni e ovunque; difficilmente ho visto una sproporzione tra percezione e realtà tanto grande quanto quella relativa a Surface Studio di Microsoft.
Si trattava di un all-in-one caratterizzato da un sistema di giunti che consentiva allo schermo di lavorare pressoché a qualsiasi inclinazione, anche parallelo alla scrivania per usare la penna ottica sullo schermo touch oppure verticale come un normale iMac.
Grazie a Simon Støvring, già autore di Runestone che continua a rivestire la carica di mio editor testuale su iPad, tornano trionfalmente le lucine di Natale appese alla barra dei menu e pure al Dock di Mac.
✨ Introducing Festivitas for macOS! 🎄
Deck your dock and menu bar with endlessly customizable festive lights. Add a touch of holiday magic to your Mac ✨💻
It's the perfect way to get into the holiday spirit!
Rimango dell’idea che Touch Bar su MacBook Pro fosse una buona idea. Non ha attecchito perché la gente ha paura delle cose nuove e quella era montata su macchine costose; non secondariamente, erano macchine ritenute da molti non all’altezza della qualità e degli standard di Apple.
Come in molti altri casi, gli sviluppatori non hanno dato fiducia alla novità e, mediamente, sono rimasti in attesa di vedere se prendeva piede. Le macchine non si vendevano moltissimo perché suscitavano polemiche indipendentemente da Touch Bar, che a sua volta usciva male dalle recensioni perché mancava di supporto software, visto che gli sviluppatori aspettavano.