Piccole soddisfazioni. In un thread di Facebook che non riesco più a trovare, dedicato al problema dei chatbot che passano problemi ed esami normalmente ostici per gli umani, ho teorizzato che bisognerebbe rivedere (e tenere aggiornati) esami e prove in modo che siano ostici per i chatbot e così l’umano debba ricorrere alla propria conoscenza.
Mi è stato risposto che era qualcosa di praticamente impossibile.
Ora leggo che la prestigiosa (per altri famigerata) William Lowell Putnam Mathematical Competition ha creato un set di 236 problemi contenenti un set di variazioni funzionali.
OpenAI, la società che produce ChatGPT, collabora con Retro Biosciences, una società di San Francisco il cui obiettivo è prolungare la durata della vita umana di dieci anni.
Nell’ambito della collaborazione, anche interessata dal momento che Sam Alman, patron di OpenAI, è un finanziatore di Retro, rientra la creazione di un modello di linguaggio specializzato sulla piegatura delle proteine.
In pratica, la versione fatta apposta di ChatGPT per lo scopo, una volta addestrata sui dati forniti da Retro, fornisce suggerimenti su come piegare le proteine in modo da facilitare un processo di ringiovanimento che dovrebbe ringiovanire cellule umane nel riportarle allo stadio di cellula staminali, quelle che a inizio vita possono virtualmente essere destinate a qualsiasi compito nell’organismo.
I primi cento problemi del Project Euler e le cento relative soluzioni in cento linguaggi di programmazione.
Project Euler è una cosa davvero interessante: nato nel 2001 da una costola di MathsChallenge, attualmente pubblica ogni domenica un problema matematico che ha bisogno dell’aiuto del computer per essere risolto.
I problemi sono di varie difficoltà. I primi cento sono assolutamente facili da concepire nella mente; poi si tratta di creare l’algoritmo in grado di risolverlo.
Utile parlare della polarizzazione, delle fake news, del pluralismo, dei monopoli, della censura, della post-verità, ma il fatto è che dovremmo fare un passo indietro e partire da una libertà base: la circolazione delle informazioni.
Se tutti sono liberi di parlare ma nessuno diffonde la loro voce, il tasso di libertà è zero, molto prima di affrontare la questione della natura del contenuto.
Consideriamo per esempio Facebook, che automaticamente cancella o classifica come spam i link a Pixelfed, una piattaforma rivale di Instagram realizzata con le stesse tecnologie decentralizzate di Mastodon.
Penso che non ci sarà una fine.
The Register ci informa del fatto che, dopo il Blocco Note di Windows e la finta intelligenza artificiale tra gli altri, ora Doom gira dentro un file PDF.
Per paradosso, la compatibilità completa con qualsiasi motore di rendering di PDF, il formato più universale al mondo dopo il testo, non è garantita (per questioni di JavaScript). Però l’exploit resta ed è a portata di molti, sembra di capire.
Probabilmente chi si intende di musica si farà una sana risata alle mie spalle ignoranti. A me il pensiero di Glicol risulta affascinante.
Un linguaggio di programmazione per produrre musica al computer. Tutto via browser, gratis e open source, collaborativo, con un motore audio autonomo, accessibile al neofita, a disposizione dell’esperto per collegare assieme nodi diversi, come un sintetizzatore, un sequencer, un campionatore.
Non sono andato più di tanto in profondità ma mi sono divertito a scoprire l’equivalente di hello world in Glicol: un tono continuo.
Qual è la linea di demarcazione tra narrazione e gioco, tra racconto e avventura, tra ebook e videogioco?
Letteratura Elettronica Italiana prova ad annullare il confine o almeno assottigliarlo, con Gli esseri umani sono macchine?, una raccolta di tre visual novel interattive realizzate da Enrico Colombini, Roberto Gilli e Fabrizio Venerandi.
Sono, in ordine casuale, il nume tutelare dei giochi di avventura in Italia, il creatore di un MUD in primo piano nella storia dell’informatica oltre che scrittore che chiamare prolifico è minimizzare e una penna di primo piano nel campo della poesia digitale e della letteratura elettronica.
Aumentano, a milioni, le persone che hanno scoperto lo strumento migliore per proteggersi al meglio ove c’è un rischio di incendio: una app fatta come si deve, al servizio di chi la deve usare e non degli azionisti, semplice ed efficace.
The Verge ha tracciato un bel profilo di Watch Duty, app salita alla ribalta a causa dei terribili incendi che incombono sull’area metropolitana di Los Angeles:
Watch Duty è un’eccezione nel mondo tech in quanto non si preoccupa di coinvolgimento dell’utente, tempo di utilizzo o vendita di pubblicità.
Rimango convinto che uno dei fattori decisivi per la maturazione della cultura Apple autentica, quella che porta la magia nel design, quella che semplifica la vita a chi deve usare le cose, derivi anche da una attitudine alla ribellione e alla volontà di rompere le regole del gioco pur di affermare una buona idea. Anche se le regole sono quelle aziendali.
Esempio classico: la Calcolatrice Grafica, che Ron Avitzur portò a compimento e alla sua inclusione nei dischi di sistema di Mac OS in circostanze romanzesche, con finti badge, Mac prestati di notte da ingegneri silenziosamente d’accordo con un progetto mai diventato ufficiale e così via.
Qualcosa che sia stato scaricato sei miliardi di volte può essere criticato, ma indiscutibilmente è un successo. Qui sopra è linkata la notizia breve da TechCrunch e questo invece è il post con l’annuncio ufficiale.
Quel qualcosa è il media player VideoLan Client, o VLC.
Se ne parla pochissimo, eppure è un successo clamoroso della comunità open source. Non è detto che sia il migliore in assoluto su tutte le piattaforme, ma è supercompatibile, pieno di funzioni, in continuo sviluppo, maneggevole, comprensibile, con una buona interfaccia.