Sostengo senza problemi che, per quanto ci sia stato dato di vedere finora, l’epoca del computer e specialmente della rete è ancora assolutamente agli inizi. Se pure sono passati venti, trenta, quarant’anni da certi sviluppi tecnologici, bisogna vederli come se si trattasse delle auto, o del volo umano. Nel 1940 volavano aerei immensamente superiori a quelli del 1910. Poi però siamo andati sulla Luna, per dire. Vedremo progressi che neanche ci immaginiamo.
L’unica storia degna di essere raccontata oggi è quella della
venticinquesima annata di PCalc.
Sono giorni di storie che preferiamo a lieto fine e di buoni sentimenti.
Troverei assolutamente in questo spirito la riuscita dell’iniziativa del
Museum of Art and Digital Entertainment, che si batte per
preservare i giochi online abbandonati dai loro produttori.
Sarebbe il milleseicentosessanquattresimo post qui pubblicato, in accordo con mimmo che li ha fatti contare a
R.
Auguro ai meritevoli di avere letto per tempo la guida di Ars Technica ai
migliori giochi da tavolo del 2017 e che, terminato anche l’ammazzacaffè, ci sia da passare il resto della giornata in modo divertente. Altrimenti sotto con Amazon, si fa più che in tempo per i prossimi giorni.
Federico Viticci ha pubblicato la sua selezione delle
settantacinque migliori app iOS, che va letta con una mano sull’ID Apple per regalarsene una.
La situazione equivoca di cui
parlavo un anno e mezzo fa relativa a Battle for Wesnoth si è chiarita.
Ora su App Store sta una versione unica della app, aggiornatissima, in mano a chi si occupa dello sviluppo generale del gioco e non a carneade che abusano della facoltà di mettere mano su codice open source.
Battle for Wesnoth per iOS costa 4,49 euro che vanno certamente a contribuire alle spese di mantenimento del progetto o a compensare sviluppatori volontari. Niente ambiguità, niente equivoci. Le condizioni a contorno sono proprio cambiate.
La cronaca registra (via 9to5Mac) un ennesimo esempio di persona
salvata da problemi cardiaci gravi tramite un preallarme dato da watch.
Ora come ora sono un BBEditiano puro (tra l’altro la versione 12 appena uscita ha aggiunto l’unica cosa che un po’ si poteva invidiare ad altri editor di testo). Scrivo prevalentemente in Markdown o anche in Html diretto, dipende (anni di personalizzazione fanno sì che io abbia una combinazione di tastiera per ogni tag importante e la velocità di scrittura in Html sia praticamente quella del testo normale).
Grazie a Flavio per una immagine speciale dal
Mediolanum Forum di Assago in occasione del
concerto di non addio di Elio e le Storie Tese.
Si era parlato delle
difficoltà di Ambrosia Software e oggi, capitando casualmente sulla
pagina home della società, constato che si apre una volta sì e tre no.
Le pagine interne a volte rispondono e altre volte, più spesso, no.
Pare che non sia stato annunciato con nettezza ma che i fatti portino alla conclusione più logica: si è conclusa anche la storia dei creatori di Maelstrom. Ambrosia Software non mangerà il panettone quest’inverno.
Passati alcuni giorni di
intenso utilizzo di BBEdit 12, segnalo un miglioramento assolutamente decisivo, che vale il prezzo del biglietto da solo: il completamento automatico dei delimitatori di testo.