Per quanto tenuto alla più assoluta riservatezza, una cosa la posso dire: la totalità dell’azienda passerà a Mac. Il numero di postazioni di lavoro interessate ha quattro cifre.
Se qualcuno vuole illustrarmi le terribili conseguenze che avrà questa decisione, sono tutto orecchi, perché proprio non le scorgo.
Certo, iPhone 12, HomePod e compagnia sono annunci importanti e ci si tornerà sopra presto. Peraltro, erano attesi e si aggiungono a una continuità.
Intanto Apple fa cose interessanti con ricadute meno eclatanti, ma di rilievo. Per esempio, il suo framework per le mappe ora
consente a DuckDuckGo di fornire indicazioni per chi guida o cammina.
DuckDuckGo è un motore di ricerca outsider costruito, a differenza di Google e degli altri, sul rispetto della privacy dei suoi frequentatori; un’impostazione fortemente perseguita da Apple che, guarda caso, trova sbocchi fuori da Cupertino e rappresenta una sorta di certificazione reciproca: se DuckDuckGo si fida del motore di mappe Apple, possiamo fidarci anche noi. Se Apple concede MapKit a DuckDuckGo, significa che quest’ultimo è una realtà da considerare.
E niente,
apre oggi un iMac 2004 per commentare l’unboxing come se fosse quello di una macchina appena uscita.
È una storia terribile e lo so perché quell’iMac l’ho avuto in casa. Una macchina straordinariamente moderna e però, a leggere adesso le sue specifiche, quasi scappa da ridere.
Ah, la sincronicità. Un attimo dopo avere scritto delle
paure dei genitori che devono comprare tecnologia per i figli mi ritrovo con le mani impegnate da un libro dove ci sono un sacco di risposte in tema. Il bello è che il libro non parla affatto di quello; parla di
Ambient Findability.
Non intendo spiegare di che cosa tratti il libro, solo citare passaggi che riguardano la questione di cui sopra. Il libro, si sappia, risponde veramente a un sacco di domande già nelle prime poche pagine.
Leggo surreali scambi di pareri di genitori terrorizzati dall’idea che la scuola chieda al figlio dodicenne di usare, tra gli altri materiali didattici, il tablet. (Il nome in gergo serve a trasmettere istantaneamente l’ostilità verso l’oggetto alieno). Per questioni economiche? Macché. Per il timore che faccia brutti incontri in rete, o che passi la giornata con gli amici su WhatsApp, o che vada in iperconnessione per citare un bravissimo psicologo, e scarsissimo tecnologo, molto à la page negli ambienti più ricchi di analfabeti tecnologici.
NetHack, a dirla tutta, andrebbe giocato su Mac per essere pienamente apprezzato.
Solo che, quando hai avuto in mano per abbastanza tempo un iPad Pro, non vuoi fermarti davanti a niente e nessuno. Tranne, a volte, l’incertezza.
Si potrebbe infatti cominciare da
Pathos, in effetti un remake dell’originale, validissimo.
Oppure da
iNetHack2, in tutto e per tutto l’esperienza dell’originale.
Il fatto è che, per cominciare, con Pathos si impara più in fretta. Ma sono certo che con l’andare del gioco, la sua interfaccia maggiormente verbosa (in senso visivo) diventerà pesante.
Il panorama cambierà drasticamente nei prossimi giorni, non c’è dubbio. Noto comunque che oggi la prima pagina del
sito Apple non contiene neanche un riferimento a iPhone, l’oggetto che produce i due terzi del fatturato, l’apparecchio per il quale Apple trascurerebbe Mac.
Non ci sono neanche Mac. watch ha molto spazio e poi iPad Air, appena uscito in edizione rinnovata. Fanno presenza anche servizi e contenuti.
Chi continua a usare i criteri degli anni novanta per giudicare Apple può solo prendere atto che il mondo è cambiato e bisogna cambiare anche i criteri.
Non è tanto che il governo britannico si sia dimenticato per strada sedicimila vittime del virus a causa di
un file Csv portato in Excel per creare un file in formato .xsl, troppo antiquato per funzionare.
È un po’ di più la fissazione di usare Excel come se fosse
il programma tuttofare. Buono per gli scadenziari così come per elaborare big data, il perfetto alibi per l’ignorante che rifiuta di padroneggiare uno strumento adatto al suo lavoro, tanto c’è Excel.
Man mano che si avvicina il momento in cui iOS offrirà agli utilizzatori il
controllo sul loro tracciamento da parte delle app a scopi pubblicitari, tema nascosto e immenso che
dovrebbe ricevere molta più attenzione, aumenta il fuoco avverso.
Il Chief Revenue Officer (attenzione alla carica, dice molto) David Fischer di Facebook ha dichiarato che i modelli di business basati sulla pubblicità personalizzata
sono sotto assalto da parte di Apple. E fin qui, ognuno tira l’acqua al suo mulino. Ma poi:
Quel filmato .mov forse andrebbe convertito in Mpeg-4 per avere la sicurezza di una compatibilità totale. Solo che per motivi misteriosi non trovo
Handbrake sul disco.
Decido di farne a meno.
trovo in tre secondi un comando da dare a
ffmpeg nel Terminale. Non trovo ffmpeg, ma possiedo l’anello mancante, quello che connette il mio primitivo uso dell’interfaccia grafica all’evoluta filosofia di Unix:
Homebrew.
Senza l’anello mancante rimarrei al palo. In pochi minuti HomeBrew dirime decine e decine di dipendenze, pacchetti accessori, pulizie autunnali, aggiorna perfino
Mutt che non c’entra niente, manca solo che mi ordini una pizza.