Siamo decisamente offtopic ma non saprei dire per quanto ancora. Ho inoltre classificato la notizia nella categoria Software del blog, direi a pieno diritto.
Scrive la BBC che ha tentato in tutti i modi di interpellare l’azienda di test genetici Atlas Biomed, senza riuscirci.
Non è l’unica. Centinaia di cittadini britannici e no sono stati lasciati al buio dopo avere commissionato e pagato test genetici che sono tuttora privi di un esito ufficiale.
L’ho scoperto solo ora per puro caso, che Apple aveva spiccioli in avanzo e ha pensato di comprarsi Pixelmator.
Il bello è che Pixelmator è da molti anni la app grafica di uso primario qui dentro.
Non so se sentirmi rasserenato o preoccupato; dipende probabilmente dal motivo dell’acquisizione, che potrebbe essere avere in catalogo una app in più in un settore dove Apple era scoperta, oppure il semplice portarsi in casa talenti di programmazione da sfruttare in giro per gli ecosistemi.
Se ne parla sempre come oggetti costosi riservati a nicchie che in qualche modo ne hanno veramente bisogno, al contrario delle persone normali che invece hanno esigenze molto più contenute.
Poi salta fuori che, nel trimestre estivo, iPad Pro ha rappresentato quasi metà di tutti gli iPad venduti.
Salta fuori anche che, nello stesso trimestre di un anno fa, le cose sono andate quasi nello stesso modo.
La nicchia, semmai, è iPad mini.
Capita raramente che una società saluti un dipendente che se ne va con una elegia al posto del dispiacere di circostanza e gli auguri formali. Il fatto che succeda con François Chollet in partenza da Google significa un bel po’.
Annunciamo che François Chollet, creator di Keras e figura trainante nel mondo dell’AI world, inizia un nuovo capitolo della sua carriera, fuori da Google. Mentre ci dispiace di vederlo andare via, siamo incredibilmente orgogliosi del suo immenso contributo e eccitati al pensiero di che cosa farà ora.
Brillare nel Terminale significa anche frequentare assiduamente l’ambiente e familiarizzare abbastanza a lungo con le creature che vivono attorno alla riga di comando.
È questo il motivo che ci sono alcuni comandi che proprio si rifiutano di entrarmi in testa. Non ci gioco per il tempo necessario e con la giusta regolarità.
La sineddoche di questa categoria, per quanto mi riguarda, è find.
Per questo invidio follemente operatori come John D.
Chi va piano va sano e va lontano: è stata annunciata la prima versione Release Candidate di Gimp 3.
Non manca molto a Gimp 3.0 definitivo e d’altronde sembrerà un tempo vertiginosamente veloce per chi ha seguito tutti gli aggiornamenti di Gimp 2.x ma aspettava con trepidazione migliorie e aggiunte calendarizzate per la terza major release.
Dalla prima versione di Gimp 2 a oggi sono infatti passati vent’anni.
Sembra ieri che gli scettici dicevano dell’open source e poi che cosa succede se improvvisamente smettono di sviluppare il programma che mi serve?
Notizia che fa rumore: l’amministratore delegato di Google spiega che più di un quarto del codice sviluppato internamente è generato dalla sedicente intelligenza artificiale.
Notizia che si perde nel rumore di fondo: il capo dei ricercatori di Google dichiara che il coding è importante quanto la matematica e che chiunque dovrebbe imparare a programmare. Di più:
Oggi più che mai, si aprono molte più opportunità su cui costruire partendo dalle conoscenze di base.
Come usare due monitor 4k affiancati. Io ne uso uno e mi sembra tantissima roba, tanto che inizialmente progettavo di aggiungere un secondo monitor, per poi rinunciare, dato che avevo già tutti i pixel che potevo desiderare.
Naturalmente ci sono flussi di lavoro dove veramente i pixel non bastano mai e da questo punto di vista sembra molto interessante la nuova funzione di Vision Pro, che con la nuova versione di visionOS riesce a fungere da schermo esterno per un Mac, con le opzioni di schermo Wide e Ultrawide.
Recentemente si è tenuta una elezione di discreta importanza in un Paese lontano. Ho letto il pronostico finale formulato da FiveThirtyEight, non gli ultimi arrivati: cinquanta contro cinquanta.
Mi sono scandalizzato: cinquanta a cinquanta dovrebbe essere il pronostico iniziale, quello che esprimerebbe il marziano di Flaiano appena atterrato a Roma, ignaro di tutto.
Dici: si saranno sbilanciati. Il loro lavoro consiste nel fare una previsione. Se siamo in parità, metà dei pronostici si sbilanceranno a vincere e l’altra metà a perdere, dato che l’evento campionato prevede quasi sempre una vittoria, anche se i voti sono spartiti in ugual misura.
Nick Heer ha postato su Pixel Envy un bel riassunto del dibattito innescato dall’endorsement elettorale pubblicato dal New York Times: centrotredici parole che comprendevano ben ventisette link.
Una rappresentazione spettacolare della potenza dell’ipertesto, che i social si sforzano di farci dimenticare e tutto sommato neanche le persone normali applicano con tutta questa passione.
Come ha scritto a commento John Gruber, se lo scrivere una pagina è una faccenda bidimensionale, allora lo scrivere un ipertesto è un agire in tre dimensioni.