Su istigazione di Filippo, segnalo il post con cui 512 Pixel segnala che nella seconda beta di macOS Tahoe l’icona del Finder è tornata come dovrebbe essere.
Nella prima beta si era notato un pasticcio con i colori della faccia nell’icona cui fortunatamente si è posto rimedio.
Stephen Hackett (il motore umano dietro 512 Pixels) è andato anche oltre, per chiedere un ulteriore aggiustamento. Sono assolutamente favorevole, ma mi va bene anche così come stiamo ora.
Ogni cinque per mille devoluto ai Copernicani o a LibreItalia vale effettivamente un aiuto a mille italiani in termini di promozione del software libero, della digitalizzazione positiva dell’Italia, della libertà dai percorsi imposti dalle multinazionali e tanto altro.
I link sono nella colonna di destra di questa pagina, in alto, e sono sempre lì. Sono orgogliosamente socio di entrambe le associazioni. Si noti che detesto l’associazionismo fine a sé stesso, contento di parlarsi addosso ed eleggere delle cariche.
Il primo problema è che la migliore spiegazione chiara e rapida dello studio del MIT sui danni cerebrali provocati dall’eccesso di uso di chatbot nei soggetti deboli la fornisce Alex Vacca.
Letto così, ispira l’idea dell’erede di magnati intento a dissipare allegramente le sue fortune oppure quella del content creator molto creator a discapito del content. Invece è uno che per vivere lavora, anche a un certo livello, e sa di che cosa sta parlando.
Nonostante piattaforme come Wattpad, l’autopubblicazione e la digitalizzazione, rimane ben viva l’industria degli autori a proprie spese, ben descritta da Umberto Eco, rimane fiorente e attrae clienti in continuazione. Perché non vende copie o diritti ma, diceva Eco, sogni.
Giusto ieri un’amica mi segnalava le traversie di una giovane alla prese con un editore disposto a visionare il suo manoscritto e preoccupata che questi possa in qualche modo rubarle l’opera e defraudarla del merito.
Sto per inviare questo testo nella mailing list dei Copernicani, a seguito di un intervento contenente un pezzo scritto da Gemini sull’utilità dell’intelligenza artificiale e sulla nozione che per molte popolazioni indigene considerate arretrate l’anima sia un tratto anche di animali, piante, oggetti, manifestazioni celesti (e quindi, sottotesto, non è detto che gli LLM non possano pensare o provare qualcosa che semplicemente noi non capiamo).
I nove miliardi di nomi di Dio, Arthur C.
Dobbiamo ricordarci che anche il software è importante. Durante lo scorso anno, Apple ha riscritto i propri servizi di monitoraggio password con un linguaggio diverso da quello precedente: Swift.
Il monitoraggio password deve occuparsi di una quantità stellare di utenze in giro per il mondo, farlo bene e farlo in fretta, con il minor numero possibile di problemi ed errori.
In questo post presente sul blog di Swift (linguaggio open source a disposizione di tutti, non esclusiva di Apple), si citano una riduzione a metà dell consumo di risorse hardware, un aumento del quaranta percento dell’efficienza, l’ottantacinque percento in meno di codice necessario e il novanta percento in meno di occupazione di memoria.
Si può essere per il mai più e scegliere il racconto di Scott Knaster su come il video perduto della prima presentazione di Mac da parte di Steve Jobs sia saltato fuori dal proprio salotto, custodito in una videocassetta registrata dal televisore.
Sono aneddoti che non si ripeteranno mai più, di un’epoca perduta molto più del video.
O si può optare per adesso e armarsi di pazienza, per affrontare la bellissima intervista in cui Federico Viticci domanda a Craig Federighi tutto il domandabile su iPad, dal nuovo multitasking all’essenza stessa dell’apparecchio.
Finalmente qualcuno lo ha fatto: 512 Pixels.
Una sola pagina per riassumere le modifiche e le novità più importanti di questo Wwdc25 per i sistemi operativi di Apple, nel modo più elegante e ingegnoso: hanno raccolto le Bento box, i riquadri pubblicati alla fine di ciascuna presentazione, nei quali le migliorie compaiono un po’ come scatoline modulari all’interno di una scatola più grande.
Ho capito che ci sono due modalità per capire veramente Wwdc: la prima è seguire le sessioni che interessano, dallo State of the Union in poi.
Ho trovato una risposta chiara e autorevole alle sette obiezioni principali mosse al paper Apple sulle limitazioni dei modelli linguistici cosiddetti ragionanti al momento di risolvere problemi ragionevolmente banali per quello che potrebbero essere le aspettative.
Il dettaglio è veramente da leggere, l’articolo è leggero e scorrevole. Una delle obiezioni (sapevamo già della difficoltà dei modelli nel compiere generalizzazioni) viene pienamente riconosciuta… e proprio per questo dovrebbe essere chiaro che non c’è alcuna strada che da qui porti all’intelligenza artificiale autentica.
Un OCR che trasforma documenti in Markdown strutturato.
I transformer possono anche dare vita a cose utili, non solo a finte intelligenze artificiali.
Mi avventuro raramente nell’installazione di software spontaneo e indipendente, senza un supporto vero e probabilmente con più di una falla da risolvere in proprio.
Ciononostante, questo mi fa gola. Promette riconoscimento delle equazioni LaTeX, ha un annuncio ufficiale, toglie la filigrana, non sembra improvvisato né incompleto. Soprattutto se il risultato fosse un Markdown ragionevolmente buono…