All’indomani di
risultati trimestrali piuttosto lusinghieri, Apple ha annunciato la
vendita dell’iPhone numero tre miliardi.
Oramai i record non fanno più grande notizia. Non contano neanche molto per valutare un prodotto: è chiaro che qualcosa viene apprezzato un miliardo di volte lo sarà probabilmente anche di più, una volta che sia stato possibile aumentare la produzione e servire più mercati.
È esattamente quello che ha fatto Apple negli ultimi nove anni, in cui ha venduto due miliardi di iPhone dopo averne venduti un miliardo nei nove anni precedenti.
Come si era diffusa la notizia che Google intendeva
spegnere per sempre i link abbreviati con goo.gl, anche quelli ancora usati e capaci di resistere al logorio degli anni, sono bastati pochi giorni per
innestare la marcia indietro: i link ancora funzionanti verranno preservati indefinitamente, come era giusto e auspicabile.
Una piccola ma determinante soddisfazione per chi nutre fiducia nel fatto che esista una grande rete. Non c’è dubbio che Google abbia modificato la propria decisione una volta sentita l’opinione online di qualcuno di influente. Certo non per paura, ma per riconoscere la bontà di un corso d’azione differente da quello deciso appena un po’ troppo in fretta.
Steve Jobs tornò in Apple come interim CEO e la trasformò in una corazzata di nuove tecnologie e prodotti. Rimase in carica cinquemilanovanta giorni prima di cedere per motivi di salute la barra del timone a Tim Cook.
Difficile farci mente locale; eppure, esattamente oggi
Tim Cook è amministratore delegato di Apple da cinquemilanovanta giorni.
Se la Apple di Jobs è diventata una corazzata, Cook ne ha fatto una portaerei e ha continuato a perfezionare il meccanismo insieme a promuovere la crescita.
Da un blog intitolato Soluzioni in cerca di problemi potrebbero arrivare cose curiose il giusto per buttare tempo e imparare intanto qualcosa.
Per dire, una
disposizione casuale del cubo di Rubik in modo che non vi siano due cubi adiacenti dello stesso colore e che le facce abbiano tutte un aspetto diverso. È infatti possibile ottenere il risultato con certi schemi simmetrici, oppure avere facce con colorazione diversa ma pattern identico.
Pensavo che la grafica 2D in ambito open source fosse
Gimp e che fosse bitmap. Poi scopro che domani lanciano la
versione 2.0 di PixiEditor. C’era e non ne sapevo niente.
PixiEditor ha l’ambizione di superare Gimp in tutte le direzioni. Trattare insieme bitmap e vettoriale per esempio, o avere comandi per popolare di grafica le facce di un cubo 3D così come creare animazioni fotogramma per fotogramma. Oppure creare texture a partire da un elemento base.
Tra pochi giorni
smettono di funzionare i link corti creati negli anni da Google con il prefisso goo.gl.
L’accorciamento degli URL ha avuto i suoi momenti d’oro e Google fu semmai in ritardo nell’offrire un proprio servizio. Poi i tempi sono cambiati. Sono anni che goo.gl non accettava nuovi inserimenti.
Quelli vecchi tutttavia hanno sempre continuato a funzionare. Perché dovrebbero fermarsi? Il costo per Google è pressoché inesistente. Sono link presenti in libri, articoli, post, discussioni, raccolte, supporti ottici. Sono pezzi di storia e però conservano una funzione.
Ultimissime dalla frontiera della user experience. Faccio un ordine online e ho una finestra di quindici minuti per il pagamento. Inserisco i dati della carta e il sito invita a dare conferma dell’acquisto sulla app di amministrazione della carta.
Fino a qui, tutto normale. Ed ecco che la app di amministrazione parte… per richiedere l’aggiornamento senza possibilità di ignorare o differire.
Cerco un
pulsante di pareggio, disposto a considerarne perfino uno azzurro medio su fondo azzurro vivo, ma niente. Devo aggiornare.
Si parla spesso di privacy con poca chiarezza rispetto a quello che c’è in gioco. A volte i discorsi sembrano aerei: il capitalismo della sorveglianza, se è gratis il prodotto sei tu, tutte le idee nobili e grandi abbastanza lontane da qualsiasi ricaduta reale nella vita. Si capisce meglio con esempi chiari e concreti.
Prendiamo
Waze, la geniale applicazione che aggiorna in diretta sulle condizioni del traffico, prima di qualunque bollettino ufficiale, grazie al contributo di chi si trova in strada e fornisce notizie dal punto in cui si trova: incidenti, lavori in corso, deviazioni, maltempo.
La volta buona che Apple mi fa dire qualcosa di incoraggiante su AppleCare. Storicamente il mio atteggiamento sulla faccenda
è stato ambivalente, con una certa tendenza ad adottare AppleCare su Mac e lasciare perdere su iOS.
Negli ultimi anni ho trovato AppleCare sempre meno conveniente e ho smesso di considerarla. Mi è convenuto nettamente. Certo, bisogna che giri bene anche la sorte: mi è capitato di rompere uno schermo di iPad Pro e, senza AppleCare, ripagarlo a peso d’oro. Ma vuol dire che ci ho guadagnato meno, non che ci ho perso.
Il bisogno di avere una nuova calcolatrice per usarla in notazione polacca inversa nel Terminale, dopo tutte le calcolatrici che già esistono, per non parlare di quelle che si trovano nelle interfacce grafiche, è evidente: perché è là. Il Terminale, ovvio e pure la notazione polacca inversa, capace di suscitare odio a prima vista e amore per sempre.
Il Ma nel titolo è un omaggio all’autore di
dc2. Il quale, scherzi a parte, ha lavorato con impegno: dc2
è ancora in beta e potrebbe non funzionare sempre. In compenso potrebbe sostituire gli strumenti a cui siamo abituati da anni; provare a calcolare per credere.