In mezzo a tante ricette per il primo pranzo dell’anno spunta quella per preparare buoni numeri primi a scopo crittografico.
I numeri devono appunto essere buoni e non qualsiasi. Vuol dire che a livello professionale si fa ben altro che limitarsi a lanciare un generatore e raccogliere i frutti.
Intanto bisogna evitare sprechi di risorse nel testare la primalità dei numeri. Poi vanno scelti numeri alti, inoltre va evitato comprensibilmente di testare numeri pari… le accortezze da cui nasce buona crittografia sono molte e notevoli.
I bilanci di fine anno hanno un po’ stufato, anche perché alla fine han ragione quelli per cui l’anno inizia il primo settembre e termina l’ultimo di agosto. Invece, le verifiche.
Tale jerpint, persona all’altezza di cimentarsi con Advent of Code, ha sottoposto gli stessi identici problemi ai migliori assistenti generativi.
Risultato: la performance dell’umano, nel caso più favorevole agli LLM, è stata fare il cento percento meglio. Considerazione:
Questi modelli sono molto bravi nell’usare schemi di problemi da applicare a problemi che già conoscono, ma sono scarsi nel risolvere problemi mai visti prima.
Sono rimasto basito da un thread su X che racconta la realtà di SQLite.
Probabilmente è il database più diffuso al mondo e potrebbe esserci in giro anche un trilione di basi dati.
SQLite è manutenuto da tre persone. Il software è di pubblico dominio ma non open source in senso stretto. Non sono accettati contributi a priori; si può inviare la proposta di una patch, che potrà essere rifiutata.
All’insegna del mantra disimpegno e leggerezza, plano ad alta quota sopra Dr. Drang che vuole invertire delle stringhe e lo fa, con i comandi tac e rev.
tac è l’opposto prevedibile di cat e sta in coreutils, da installare eventualmente con Homebrew. Inverte l’ordine delle stringhe, non il loro contenuto
rev lo abbiamo a bordo, dentro i comandi installati con macOS, e si occupa del contenuto delle stringhe.
Nell’articolo si fa cenno ad alcuni casi particolari che impediscono a rev di funzionare nel cento percento dei casi e c’è pure un indovinello alla fine, non difficile, basta provare.
Per quanto John D. Cook sia un matematico più che esperto, in termini di humor e nonsense ha molto da imparare.
Peccato, perché la sua modesta proposta per risolvere il problema dei secondi bisestili attinge perfettamente al repertorio classico (lo scrittore Jonathan Swift è stato il primo a formulare una modesta proposta, nel suo caso per risolvere – in modo provocatorio e paradossale – il problema della sovrappopolazione) ma viene presentata maluccio e alla fine del post cala come un deus ex machina, a smorzare qualsiasi ambizione di climax.
Il contenuto di tecnologia del Natale può fungere da cartina di tornasole per discorsi sociologici più ampi, o semplicemente per capire fino a che punto possono essere disfunzionali le famiglie più allargate.
Il mio Natale 2024 è stato a bassa tecnologia, riferito agli accessori. Ho ricevuto una ring light (una lampada Led ad anello, per selfie così come – il mio uso – per la videoconferenza) e un alimentatore portatile.
Disimpegno e leggerezza. Quelli di Typogram hanno messo in piedi CodingFont, uno scontro a eliminazione diretta per stabilire quale sia il nostro font monospaziato di maggiore gradimento.
Ogni volta che si entra sulla pagina, viene automaticamente formato un tabellone di scontri diretti tra font monospaziati open source. Compaiono fianco a fianco gli esempi visivi dei due font che si affrontano e sta a noi decretare quale sia il vincitore. Che combatterà contro un altro vincente da un confronto successivo.
Non c’è altro da dire.
Da domani si parla di cose allegre o disimpegnate, o allegre e disimpegnate, si parla di festa. Prima però mi tolgo un sassolino.
In quel poco di Facebook che mi tocca frequentare per lavoro è un attimo trovare materiale finto fotografico creato a mezzo chatbot. Nessuna sorpresa, niente che non sia già stato visto e previsto e stravisto.
Nonostante questo, c’è un thread che mi suscita un fastidio profondo. Il testo racconta le cose fondamentali sul festival di Woodstock del millenovecentosessantanove ed è del tutto prevedibile, copiato da Wikipedia se non generato dal chatbot.
Oggi ho sentito l’ennesimo benpensante lamentarsi dei telefonini che rincoglioniscono le persone e in particolare i giovani e andrebbero messi fuorilegge, come le droghe.
Oggi ho trovato su The Corelatus Blog e su Telephone World due analisi indipendenti e parallele di che cosa significhino i toni telefonici presenti alla fine del brano Young Lust presente nell’album The Wall dei Pink Floyd, anno millenovecentosettantanove.
Il fatto è che questi aggeggi con dentro un microprocessore e deciliardi di transistor hanno questa maledetta e insopprimibile tendenza a fare quello che gli diciamo noi di fare, con il software che gli diciamo noi di usare (quindi, in pratica, mediante l’obbedienza ai nostri comandi).