Nulla può fermare una preadolescente dall’ascoltare immondizie musicali ( citazione da Battiato). Però almeno esporla a esperienze diverse va fatto.
Succede che in casa io detenga ancora la raccolta personale di CD musicali. In casa non ci sono più da tempo lettori, ma la vecchia macchina che usiamo come muletto e per la scuola ne ha uno. Così, programmaticamente, quando recupero le ragazze da scuola il lettore in auto suona uno di quei CD.
Ne ho passati una ventina finora; in due casi ho verificato la perdita di un secondo di musica. Il brano si interrompe, il lettore si riorganizza, il brano riprende.
È il bit rot più classico che riesca a immaginare e a questo punto terrò una statistica per quanto sommaria.
I CD sono poche centinaia; ovviamente contengono mediamente cinquanta minuti di musica e datano inevitabilmente ad anni tra i novanta e i duemiladieci, cioè hanno età tra i trenta-trentacinque e i quindici-venti anni.
Lo stato di conservazione va dal buono all’eccellente. Le modalità di conservazione sono buone; i CD si trovano dentro i cassettoni di un comò di legno massiccio, zero luce, zero umidità e polvere quasi nulla. Anche gli sbalzi di temperatura, visto il tipo di mobile e il locale in cui risiede, sono infimi.
Tutto sommato, l’insieme potrebbe costituire un campione interessante per verificare sul campo le teorie sulla durata dei media ottici di produzione industriale (tutti CD commerciali, niente masterizzazioni o antologie di Mp3). Aggiornerò.