Durante il Super Bowl non sono apparsi spot pubblicitari particolarmente da brivido per il settore tecnologico. Google è riuscita a distinguersi con una pubblicità il cui testo sarebbe stato prodotto da Gemini.
Peccato che non sia vero; il testo dello spot era disponibile sul sito di Google da agosto 2020, quando ci dava più preoccupazione la pandemia naturale che l’intelligenza artificiale.
Per cui il testo è stato copiato da lì per via umana e Gemini, a dispetto della verità, non ci ha messo mano.
I conservatristi (diversi dai conservatori) si devono rassegnare: Internet e il web in particolare sono lo sviluppo successivo a quello della stampa a caratteri mobili. Se solo si avesse il coraggio di fare quello che va fatto.
Non riesco più a staccarmi da questa edizione web degli Elementi di Euclide scritta da Oliver Byrne e arricchita di grafica da Nicholas Rougeaux.
I nomi non dicono niente a nessuno e anche giustamente; proviamo con i numeri.
Non è di tutti i giorni avere buoni software open source che raggiungono la versione uno punto zero ed è ancora più raro trovare qualcosa che ci arriva dopo ventuno anni di rifiniture.
Succede a Shepherd, un gestore di processi Unix che nasce nell’ambito di Guix: un package manager per il progetto Gnu.
Nessuno dei tre insieme sostituisce alcunché, ma possono completare un sistema Unix, senza interferire con gli strumenti già presenti.
Proseguo questa limitata parentesi intimista, dopo avere scoperto che non ho bisogno di spegnere Apple Intelligence almeno adesso, con un importante resoconto sullo smarrimento eventuale del telecomando Apple con Siri.
Le figlie hanno ricevuto indicazioni inequivocabili su dove posizionare i telecomandi di casa al termine dell’utilizzo. Forse dovevo darle a rovescio, poiché i telecomandi sono da ritrovare praticamente ovunque. Una nota di ottimismo: sempre, comunque, internamente alla casa.
Ieri la ricerca si rivelava più complicata del solito e mi sono ricordato che la app Remote su iPhone consente di ritrovare il telecomando suddetto.
Ho seguito poco i tecnicismi attorno ad Apple Intelligence e temevo che la mia abitudine di usare tutti i sistemi in inglese mi avrebbe potuto causare qualche problema.
Invece no: è sufficiente che Siri sia in italiano per evitare che si attivi Apple Intelligence. Di tanto in tanto anche le figlie usano i miei apparecchi e non sono ancora riuscito a imporre l’inglese parlato.
Quindi Siri è in italiano.
E io un topo nel formaggio.
Uno dei motivi per cui tollero Meet è sempre stata la facilità con cui accendi una videoconferenza e sei dentro senza tante storie, anche con Safari se necessario.
Sono già due volte che Meet accende a mia insaputa il parametro eliminazione del rumore di fondo. Più o meno significa o tieni il microfono in bocca come un cantautore o gli altri non sentono niente. Perdita di tempo in abbondanza perché avevo tutto l’equipaggiamento a posto, il software dava situazione regolare ma gli altri non mi sentivano e non capivo perché fino a che, per disperazione, ho cominciato a scavare.
Ammetto che non ho la forza di approfondire per verifica. Questo video mostrerebbe una partita di Doom, in funzione dentro un connettore Hdmi-Ligthning di Apple.
Il settore ha oramai superato qualsiasi soglia dell’assurdità e a questo punto tanto vale prendere la dichiarazione per buona e premiare, se non altro, la creatività dell’ambientazione.
A pensarci, è più surreale che uno si inventi la storia del gioco dentro l’accrocchio connettore rispetto all’installazione effettiva del gioco.
Nuovo mese, nuova settimana, è giusto cominciare il lavoro con qualcosa di nuovo: è uscito bzip3. Comprime di più, lo fa meglio e su Mac si può installare Facilmente grazie a Homebrew.
Adesso che c’è qualcosa di nuovo, possiamo tornare al nostro misterioso e importante lavoro presso Lumon Industries.
(Ok, la coglie solo chi abbia visto almeno una puntata di Severance, o Scissione in italiano. Per chi ha visto, è irresistibile.
La testata Quartz debuttò nel 2012 in formato iPad e grandi ambizioni informative nel settore dell’economia.
Poi, racconta Pixel Envy, venne venduta un paio di volte e, dal confrontarsi con Financial Times e Economist, è dolcemente scesa in livello e reputazione fino a diventare una voce delle tante.
Ora, dopo avere già da tempo presentato sommari scritti in maniera automatica, è passata a scrivere automaticamente l’intera notizia.
Il fact-checking di un articolo preso a esempio è amaro: date inventate, mancanza di credit dove sarebbe stato opportuno e il suo rovescio, attribuzioni a casaccio.
Nessuno mi toglie dalla testa che, nello scripting, le soluzioni più interessanti siano quelle più inutili dal lato pratico. Uno si focalizza sul codice e fa più attenzione al flusso di un programma più che alla sorte dei dati in quanto tali.
Prova di oggi: Dr. Drang risponde a un quesito platealmente vuoto di concretezza. Otto persone, sedute attorno a un tavolo rotondo, lanciano ciascuno una moneta. Qual è la probabilità che non ci siano teste (di moneta) adiacenti?