Ho già scritto in altre occasioni della necessità nuova di definire un budget, anche minimo, al sostegno delle iniziative di contenuto che meritano per qualità e senso, perché sia sempre possibile trovare spunti interessanti e diversi dall’inevitabile cacca gratis.
Ecco perché segnalo una
raccolta fondi su BeCrowdy mirata al finanziamento dell’attività dell’associazione
Concertato.
Il punto non è più se si fruisca personalmente di quello che offre l’associazione, ma della condivisione della sua proposta e, se nel caso, appunto del sostegno, anche minimo.
Come spesso succede, il mio
libriccino su Swift era stato scritto per amore della materia e anche per interesse personale. Non di tipo finanziario: le vendite sono andate bene e ho coperto più che abbondantemente le bollette della luce per un anno, ma è chiaro che se la molla fosse quella, si scriverebbe niente.
Interesse personale di tipo formativo: avevo scritto nell’introduzione – e lo ripeto – che oggi, semplicemente, il tema della programmazione non è ignorabile. Neanche se lavori alle Poste o in un ferramenta. Se sei un ingegnere elettronico probabilmente ti interesserà di più e se sei un sous chef ti interesserà meno; zero, tuttavia, è impossibile. Come con l’inglese. Fatti tutti i distinguo e considerate tutte le situazioni, è impensabile per una persona attiva scantonare da un approccio almeno minimo, the pen is on the table.
Tra letto e sentito, tre persone in tre giorni che si sono lamentate di Time Machine perché, nel momento del bisogno, il disco ha dato problemi.
Ogni due/tre mesi controllo puntualmente il disco di backup con Utility Disco. L’ho fatto ieri e ci ha messo circa una decina di ore. Significa che, sì, la struttura di Time Machine è complessa; significa anche che è necessario verificare di tanto in tanto il disco. Se è il backup, dobbiamo essere ragionevolmente certi che funzioni alla bisogna; trascurarlo visto che ora non serve è trascurare il disco di backup e ho detto tutto.
C’è un motivo in più per cui mi piace molto il retrocomputing ma preferisco vivere nel presente e magari, quando possibile, nel futuro: ti costringe a migliorare.
Mi spiego. Viste con gli occhi del 2017, le applicazioni che abbiamo usato e alle quali ci siamo appassionati, beh, erano semplici.
Anno dopo anno sono arrivate nuove versioni sempre più potenti e versatili e anche nuove applicazioni, costruite su modelli più efficaci e moderni.
Purtroppo è necessario occuparsi di Microsoft in questi giorni; succedono
l’abbandono del settore musicale e
quello dei computer da tasca, solo che nessuno spiega il perché.
Che è questo (grazie Mastro): Microsoft prospera perché
i difetti intrinseci del suo ecosistema generano un indotto sconfinato e permettono a un insieme immenso di aziende simbionti di vivere sistemando i problemi causati dall’ecosistema Microsoft.
(Il che ha meno relazione di quanto sembra con la qualità del software. Prima di commentare, prima di commentare qualsiasi cosa, è obbligatorio leggere e comprendere nella sua totalità l’articolo linkato e pure l’articolo precedente a quello).
Ho messo una piccolissima mano nell’organizzazione di una festa di quartiere a Legnano,
Skacciakanazza, il che mi ha permesso di guardare dietro le quinte.
Una volta il tema principale per una festa di zona era l’approvvigionamento del cibo. Poi c’erano i banchetti degli sponsor, poi il complessino (direbbe Elio), la lotteria benefica, il torneo di qualcosa (poco importa se scacchi, scopa, beach volley, burraco) e si finiva lì.
Oggi sono cose che sì, vanno coordinate, ma sono date pressoché per scontate. Mentre l’ingresso della tecnologia è ingente e stupefacente.
Horace Dediu traccia l’elenco delle aziende che fornivano servizi musicali negli ultimi quindici anni e
sono sparite o diventate irrilevanti.
Tra le altre, AOL MusicNow, Yahoo! Music Unlimited, Spiralfrog, MTV URGE, MSN Music, Musicmatch Jukebox, Wal-Mart Music Downloads, Ruckus, PassAlong, Rhapsody, iMesh and BearShare.
Tutte usavano un formato anticopia (Drm) di Microsoft e i loro brani, una volta cessato il servizio, sono divenuti illeggibili o, nel migliore dei casi, destinati a perdersi al primo problema software per impossibilità di avere un ripristino, un backup o comunque un contatto con i server che certificano l’integrità del formato.
Siamo davvero nei guai. Futuremark si è chiesta ma sarà vero che gli aggiornamenti di iOS rallentano i vecchi iPhone e che magari è fatto pure con intenzione, per spingere all’acquisto del nuovo?.
E
ha verificato le prestazioni effettive di processore e circuiteria grafica con iOS 10 e poi con iOS 11, a cominciare da iPhone 5s (il più vecchio ancora riconosciuto dal nuovo sistema) per arrivare fino a iPhone 7.
Ogni tanto mi fermo a considerare i motivi per i quali seguire Apple è interessante e diverso dal seguire altre aziende.
Uno di quelli più solidi è l’ossessione di Apple verso la padronanza di ogni componente riguardante la propria attività. L’azienda lavora il proprio hardware, il proprio software e ultimamente, con l’inaugurazione di Apple Park, ha tenuto a battesimo lo Steve Jobs Theatre; in pratica ha acquisito il controllo persino dello spazio per le presentazioni.