Su Fortune appare una
analisi quasi enciclopedica dello stato della nazione Apple relativamente al design.
Mentre l’inizio è di quelli apocalittici, sempre in bilico su un possibile disastro imminente che poi non arriva, lo svolgimento è molto più interessante, con una vera disamina di come stiano andando le cose e di come andassero prima.
La grande verità che emerge è Apple rarely gets it right first, raramente ci azzecca al primo colpo. Questione di iterare e di saper individuare un percorso di crescita sensato, while adding more, and more powerful, features, intanto che si aggiungono più funzioni e più potenti.
Ogni tanto Apple lavora al suo meglio e una di queste occasioni consiste nella
nota di supporto riguardante le falle di sicurezza Meltdown e Spectre.
Ci sono la giusta parte di tecnica e chiarezza, nella giusta lunghezza. È chiara la parte teorica al pari delle conseguenze pratiche.
Per avere più tecnica, al prezzo della chiarezza,
Ars Technica.
Per avere più chiarezza, con meno tecnica,
Misterakko su Quora.
Da ricordare: non è questione di sistemi operativi o, fino a un certo punto, di hardware (anche se watch è immune). Sono attacchi basati sui sistemi moderni usati per spingere al massimo le possibilità dei processori, i quali tendono a usare le stesse tecniche indipendentemente da chi li fabbrica.
Mi gioco subito il momento annuale di autoincensamento, per avere
scritto a giugno quello che The Old Gray Lady
ha scoperto a dicembre: certe app contengono software che, sia pure senza analizzare il parlato, riescono a identificare via audio parte del contesto in cui vengono usate, a scopo di profilazione pubblicitaria.
Disturba più che altro la presenza di app per bambini, i quali d’altronde non avevano bisogno di attendere le app per essere appetiti dagli inserzionisti.
Ho avuto la grande fortuna di entrare per seconda volta in una sala parto come migliore attore non protagonista.
Cerchiamo di cominciare l’anno in maniera ordinata, con le informazioni a posto e possibilmente con le informazioni vere.
È dell’anno scorso, questo
elenco di applicazioni Mac preferite per il 2017 apparso su MacDrifter.
Eppure la direzione che deve prendere il 2018 è chiara e ben tracciata: un terzo delle nomination riguardano programmi che automatizzano funzioni, personalizzano comandi o creano flussi di lavoro.
È nata Nive.
Un anno memorabile per mille cose, anche personali. Anche musicali.
Affido il saluto finale a Fabio:
Se vuoi ricordare il 2017, ti allego per la tua rubrica foto del concerto di Vasco a Modena: nel concetto da Guinness dei primati c’era anche quel computer di quella marca che non fa prodotti per professionisti…

Diciamo che, come minimo, raramente è stato mostrato un Mac sul lavoro a così tante persone con un ingrandimento di questo genere.
Una cosa è stata condotta molto male ed è la comunicazione in merito; tant’è vero che Apple ha scritto una
lettera aperta per chiarire i dubbi sulla faccenda di iOS che rallenta gli iPhone con batterie esauste in situazioni di picco di consumi, per evitare spegnimenti indesiderati.
All’inizio degli anni ottanta un Lisa era roba per pochissimi. Servivano diecimila dollari e una visione davvero particolare, per cogliere l’innovazione di funzioni come memoria protetta, multitasking, un sistema operativo a finestre sovrapponibili, salvataggio automatico dei file e tante altre capacità che il resto del mondo avrebbe conosciuto molto tempo dopo.