Un parente ha abbandonato il vecchio cellulare per un Android a basso costo, Samsung. Effettivamente il terminale fa tutto quello che gli si chiede, solo che è tutto lento, con un’interfaccia onesta e proprio scarna e bruttarella. A ogni tocco senti, vedi, capisci che costa poco e c’è dentro niente più di quello che hai pagato. In casa abbiamo un iPhone 4S oramai venerabile e, dopo l’esperienza, è stato come abbeverarsi a un ruscello di montagna.
Sto organizzando la macchina per lavorare il meglio possibile su Cuore di Mela e trovo indispensabile poter lavorare da iPad – e magari eccezionalmente anche da iPhone – sul repository Bitbucket che è stato attivato allo scopo. Tramite Bitbucket e Git è possibile lavorare a più mani sullo stesso progetto senza conflitti, anche se si lavora contemporaneamente sullo stesso file (in caso raro di conflitti, è facile risolverli). Voglio poter accedere al sistema da ognuna delle mie macchine.
Che interessante questa mail di Federico:
Ringraziando
Brett Terpstra che me lo ha fatto scoprire, segnalo
Marp nell’ottica dei due bei post di qualche settimana fa sul blog di Sabino [che presumo siano
Da Keynote a PowerPoint e
Vita oltre PowerPoint].
Premessa uno: diffido delle tastiere esterne fatte su misura per iPad, se non altro perché il passo tra i tasti è diverso da quello della tastiera standard e il feeling cambia passando dalla tastiera Mac alla tastiera iPad e questo, volendo scrivere con naturalezza, è inconcepibile. La mia tastiera per iPad finora è stata la stessa identica Apple Wireless Keyboard che uso per Mac, oggi sostituita a listino da
Magic Keyboard. L’unico suo difetto è non essere retroilluminata. Ma quando sono in forma riesco a scrivere abbastanza efficacemente anche al buio, perché se scrivi con naturalezza non hai bisogno di guardare i tasti. Per dire quanto sia importante avere tastiere con lo stesso passo.
Cuore di Mela che comincia è stata una esperienza molto bella di contatto con le persone e di cura di un progetto. Adesso si è già in fase di organizzazione e diventerà una bellissima fatica da compiere nel migliore dei modi. Come già dicevo, ha insegnato varie lezioni, una delle quali l’effettivo valore dei social media nei rapporti estesi con il mondo.
È infatti la soluzione su cui si è puntato per divulgare il messaggio fuori dalla cerchia dei conoscenti – anche via mail – e frequentatori, insomma al pubblico allargato.
(Venti ore scarse.) Mi ero imposto di non guardare Kickstarter questo fine settimana, tra la scaramanzia e la disposizione d’animo a svolgere comunque il lavoro di comunicazione fino al termine; ugualmente, dalla condivisione di tanti ho saputo della soglia raggiunta. Cuore di Mela c’è.
A caldo: la comunità è (relativamente) ristretta. Chi si è impegnato lo ha fatto per somme consistenti. Questa è una responsabilità notevole che ora si porta (lietamente) sulle spalle.
Quarantasei, mentre scrivo. Il finale di
Cuore di Mela è tutto da scrivere e per arrivare al traguardo ci vuole ancora un bello spunto finale, di passaparola e contribuzioni sulla
pagina Kickstarter. L’unica cosa garantita a oggi è la suspence.
Ho già spiegato il significato dell’operazione Cuore di Mela per il sistema editoriale informatico italiano. Aria nuova, possibilità inedite, un avviso chiaro che si può fare di più. E andrebbe fatto.
In vari commenti ho enumerato i vantaggi insiti per i lettori: un testo che si aggiorna e cresce, un filo diretto con gli autori, la possibilità di chiedere approfondimenti o informazioni particolari, un dialogo continuo che va oltre la copertina e la vendita, dove invece si fermano tutte le produzioni attuali.
Mi permetto di dedicare un post direttamente a
Cuore di Mela perché mancano pochissimi giorni alla fine della raccolta fondi e ha dedicato un pezzo alla faccenda
nientemeno che Fabrizio Venerandi, dal suo blog su Quinta di Copertina (che è la sua casa editrice).
Intorno a tutte le chiacchiere che si fanno sui risultati finanziari di tre mesi in tre mesi, se si allarga un momento la prospettiva si viene a sapere che è stato venduto il miliardesimo iPhone.
Pensarci per un momento. Sul pianeta Terra vivono sette miliardi di persone. Certo molti iPhone non sono più in servizio; certo, molti hanno o hanno avuto più di un iPhone. Cambia poco.
Tim Cook ha commentato il traguardo con un commento abbastanza di prammatica, tranne quando ricorda che Apple non è al lavoro to make the most, per vendere più che si può costi quel che costi, ma to make the best e, semmai, raggiungere vendite importanti attraverso l’eccellenza tecnologia e di design.