Ora che Apple si avvicina al trilione di dollari di capitalizzazione si moltiplicano gli articoli che spiegano come funziona il meccanismo. In altre parole, copiare la formula sta diventando facile; il problema però è la massa critica.
Questo
articolo su Medium illustra perfettamente le dinamiche di successo di Apple dal lato oscuro: il riflesso condizionato, articolato in tre fasi, di chi la critica o ne critica i prodotti su base pregiudiziale.
Ogni tanto capita di leggere uno stratega della rete che vorrebbe, tipo, iTunes su Linux o iWork su Android, e adduce ragioni a suo dire assai profonde che invece si riducono alla stessa: voglio il valore senza doverlo pagare.
Se fosse una festa normale avrei un post elaborato di auguri e pure un pesce di aprile.
Invece ho una figlia che entra nel quarto mese e, direttamente e indirettamente, contribuisce a un combinato disposto di potenza formidabile che succhia qualsiasi momento di qualità.
Ho grandi auguri da porgere e un sacco di cose da scrivere. Inizia anche a liberarsi ora del tempo e per chi ha pazienza arriverà tutto.
Per una volta una cosa buona che arriva da un’analista, per la precisione Carolina Milanesi che scrive
Apple rinnova il suo amore per l’istruzione e non per il mercato dell’istruzione.
Stanno arrivano i cloni di Airpods, a opera di Huawei; lo scrive The Verge in
Gli aspiranti AirPods di Huawei sono belli e si portano bene.
Curioso comportamento di un vecchio iPhone 4S oramai trascurato anche dalla figliolanza e rimasto per tutta la scorsa estate senza alimentazione.
Qualche sfumatura che vorrei sottolineare all’indomani dell’
evento Apple dedicato all’education tenutosi l’altroieri a Chicago.
I come eravamo sanno di stantio e tuttavia, se leggo di
ragazzi e alternanza scuola-lavoro, devo tornare a quando sono stato ragazzo, per capire.
Secondo StatCounter il quaranta percento del
traffico di rete Mac riguarda High Sierra, il venti Sierra (arrotondo), il diciassette El Capitan, l’undici Yosemite, il resto briciole.
Giuro che nel giro di poche ore ho ricevuto due interpretazioni di questi dati da altrettanti amici.
La prima: c’è una vasta fronda di utenti che si oppongono al passaggio alle versioni più recenti del sistema per protesta o per evitare bug.
La seconda: Apple pratica obsolescenza programmata e costringe gli utenti ad aggiornare i Mac contro la loro volontà.
Tutte le volte che leggo un’
intervista a Jeff Vogel, come
quella appena uscita su Geekwire, ne esco di umore migliore.