Devo questo post a Sasha, che ringrazio di cuore. Cito subito
9to5Mac perché la sostanza è semplice:
Se pensavate che fosse fastidioso dover comprare adattatori per MacBook e MacBook Pro, rivolgete un pensiero ai proprietari di Surface Pro e Surface…
Microsoft infatti offre un’ottima scelta, per effettuare collegamenti Usb-C: un dongle, adattatore, che costa ottanta dollari.
Non solo: l’adattatore è grande quasi quanto l’alimentatore estero di Surface Pro.
Non bastasse… l’adattatore vuole un suo alimentatore.
Da tempo si respira, nella politica e nelle discussioni, un clima fastidioso. La dialettica si è estinta, riconoscere un centimetro di ragione all’avversario – ormai diventato nemico – sembra una concessione inaccettabile, avanziamo più che mai nella vita – cito Philip Roth – convinti che gli altri abbiano sempre torto e avendo sostituito il dialogo con l’urlo.
C’è bisogno di qualcosa in più per affrontare quello che abbiamo davanti.
Personalmente mi sono iscritto ai
Copernicani, ma oggi volevo dire un’altra cosa che in verità ha detto Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ai microfoni di Fortune,
anticipato da MacRumors:
Sempre un po’ preoccupati per il futuro dell’automazione su Mac visto il
pensionamento del mago Sal Soghoian, se non altro possiamo leggere incantati il
resoconto di Federico Viticci sulle scorciatoie con Siri proprie del prossimo venturo iOS 12.
L’acquisto di Workflow da parte di Apple sta portando frutti per il meglio e la nuova app Shortcuts, scrive Ticci, è la automation powerhouse che si sperava nascesse proprio da quella acquisizione. Un lavoro che ottimisticamente non farà rimpiangere Workflow.
Durante il mio sabbatico semiinvolontario sono accadute diverse cose, tra le quali
Wwdc (Apple è stata indelicata a riunire gli sviluppatori di tutto il mondo mentre avevo il blog fermo) e Dan Moren ha scritto su Macworld proprio un bel pezzo sulle
mosse apparentemente controintuitive di Apple annunciate esattamente a Wwdc.
Vi si coglie, in poche righe, il meglio di Apple e il perché i critici non capiscono. E anche i difetti.
Apple ammette che i suoi computer non funzionano. Niente male come scoop, eh? È la traduzione di Casey Johnston della frase
Apple ha avviato un programma di sostituzione gratuita delle tastiere a farfalla difettose su vari modelli di MacBook e MacBook Pro. Gli iMac, per dirne una, funzionano nonostante il titolone.
(L’effetto di sottolineatura dei link nell’articolo di Johnston è peraltro ben pensato. Detto a margine).
Se non funzionassero, tutti, ci sarebbe un programma di richiamo dei computer, non di sostituzione delle tastiere, effettuata la quale i computer insisterebbero nel non voler funzionare.
Dai backup è saltata fuori una vecchia copia di
Super Daleks la quale peraltro, su High Sierra, è ingiocabile. Chi fosse pratico potrebbe lavorare nel codice sorgente, magari, essendo i difetti solamente grafici.
Ho provato a recuperare una copia del giochino adatta ai tempi moderni, senza successo. Ci sono diverse versioni di Daleks, però richiedono tutte l’emulazione. L’elenco più completo è quello di
Mac GUI. Il premio per la migliore presentazione del programma va a
Daleks Forever. Chi non ci avesse mai giocato, dovrebbe partire da qui.
Nella casetta dei genitori al mare c’è un iMac G5, alias
PowerMac8,2.
Passa buona parte dell’anno spento, con in testa un coprischermo, giusto per la polvere. La temperatura della casa scende a valori invernali e l’umidità regna sovrana.
Ogni tanto qualcuno arriva, lo accende, gli collega una chiavetta di connessione Internet e lui resta acceso giorno e notte. Il massimo di riposo è andare in stop quando si parte per una gita. D’inverno si ritrova all’improvviso con i termosifoni a potenza piena, d’estate le temperature sono da mare, attorno ai trenta di giorno e venti-venticinque di sera.
C’è stato un tempo in cui ho apprezzato Ragtime, uno di quei programmi di impaginazione tuttofare ideali per un volantino, un pieghevole, una pagina pubblicitaria, capaci di combinare testo ed elementi grafici con grande libertà ed efficacia. Che consentivano di essere creativi senza pensare allo strumento, semplicemente sfruttandone le possibilità.
Nel tempo le mie esigenze sono cambiate e Ragtime non è più stato una priorità. Però ho sempre seguito le loro newsletter, perché quando un prodotto ti lascia una impressione positiva, tendi a ricordartene.
Quando salto un giorno di blog vado a dormire di cattivo umore e questo dà la misura di come mi senta dopo due mesi di assenza. La parte positiva è che questo iato mi ha ridato l’idea del valore di quello che faccio (non fosse altro che a titolo personale) e chiarito che la voglia di proseguire è più viva che mai. Subito ringrazio chi mi ha chiesto notizie; ogni mail, ogni messaggio è stato un pungolo importante.
Amazon è un colosso globale, che sta arrivando a competere con Apple nella capitalizzazione.
Il suo amministratore delegato
ha vietato l’uso di PowerPoint nelle riunioni interne. Le persone hanno mezz’ora per studiare sei fogli e poi fanno storytelling,
Sono parzialmente in disaccordo verso una misura così radicale contro le slide, che in varie circostanze sono effettivamente utili.
Se però limita lo strapotere omologatore di PowerPoint, ben venga. Apparentemente, Amazon funziona solo meglio, senza PowerPoint, ed è evidente che il punto-di-forza che dà il nome al programma sia una mera invenzione.