Passati cinque anni, scrive Uproxx, è tempo di ammettere di
avere esagerato nelle nostre reazioni verso Apple che aveva regalato a tutti i nostri telefoni un album degli U2.
A me pareva di avere scritto
più o meno la stessa cosa un lustro fa. Mica per sembrare intelligente a scoppio ritardato; solo per dire che bastava il buonsenso.
È tempo di rendere più pubblica che sia possibile la
politica di WebKit in tema di prevenzione del tracciamento della navigazione da parte dei siti web.
Prima d mtutto c’è una bella spiegazione di che cosa significhi tracciamento della navigazione e che tipi di tracciamento vengono impiegati. Poi c’è la dichiarazione di intenti di WebKit:
Trattiamo l’aggiramento delle misure antitracciamento con la stessa serietà applicata verso lo sfruttamento delle vulnerabilità nella sicurezza.
Si sta creando qualche polemica in virtù del fatto che Apple inizia a essere pignola sul fatto che i suoi apparecchi utilizzino le sue batterie e non altre, sedicenti compatibili.
CNBC ha
un ottimo riassunto della situazione. Personalmente mi limito a osservare che una batteria dentro un MacBook Pro o un iPhone non è una sorta di grossa Duracell che prendi e cambi a piacere. È un computer dedicato pieno di software, che comunica con sensori a bordo delle macchine, sulle quali girano sistemi operativi scritti tenendo conto delle peculiarità di quelle batterie.
Quando le parole non sono abbastanza, gli insegnanti trovano un linguaggio comune attraverso iPad.
È una storia confezionata direttamente da Apple, quindi di parte. Eppure è tremendamente credibile. In tutta Europa arrivano ragazzi che devono imparare la lingua del Paese in cui risiedono. Favorevoli o contrari all’immigrazione, è interesse totalmente comune che lo facciano bene, in fretta e senza penalizzare chi la lingua la conosce già.
Insegnanti dalla Germania e dalla Svezia, nazioni capofila del fenomeno, mostrano come un iPad in mano ai ragazzi, con i giusti contenuti, porti a risultati percettibilmente migliori dei metodi tradizionali.
Sì, in questo periodo cerco di generare malessere e inquietudine capaci di portare verso
Swift una persona interessata almeno vagamente alla programmazione e abitante dell’ecosistema Apple.
Oggi per farlo mi servirò di inessential di Brent Simmons e del suo articolo
Termina l’era NeXT; inizia l’era Swift.
È apparso poco dopo
WWDC ma potrebbe essere stato scritto ieri e spiega bene come l’annuncio di SwiftUI segni l’inizio della fine di un’epoca lunghissima in cui il software Apple era legato a Objective-C.
Talmente avanti, Apple ][ che era già pronto negli anni settanta per
estrarre Bitcoin.
Nota per gli sprovvisti di ironia: il progetto è bellissimo proprio perché completamente inutile ai fini pratici. Più facile vincere al Superenalotto.
Ammetto che, se non avessi incontrato la passione e l’affetto per
All About Apple, museo e persone che lo animano, probabilmente di Savona saprei poco o niente.
Invece conosco un poco la città. Ammetto che, se fosse brutta, me la farei piacere quando posso andarci per All About Apple. È pure bella e mi ci muovo volentieri.
Tutto si tiene e difatti la città di Savona ha fatto circolare su Facebook un
video promozionale veramente molto bello su ciò che sa offrire al turista culturale, sportivo, gastronomico, eccetera.
Dopo avere letto una certa dose di esagerazioni sulle conseguenze dell’uscita di iMac, del quale è appena
ricorso l’anniversario, ho sentito il bisogno di cercare qualcosa di più fondativo. Sempre nell’ambito delle letture pazzamente inutili quanto adeguate per l’agosto in vacanza.
L’ho trovato in questo articolo di Steve Jobs,
Quando abbiamo inventato il personal computer…. Jobs ha cessato da tempo di essere di moda e oggi il trattamento più tipico che riceve è l’insistenza sui difetti e sulle mancanze. Tuttavia ha anche fatto e pensato qualcosina di significativo. Quando leggo una cosa del 1981 perfettamente valida trentotto anni dopo, fatico a restare indifferente.
Apple non è mai riuscita a fare adottare regolarmente e con efficacia le tecnologie esclusive del proprio sistema operativo (per esempio
AppleScript o
tipografia evoluta) alle applicazioni multipiattaforma diffuse. Gli esempi abbondano, a partire dai programmi Adobe come Photoshop o InDesign. Il problema sussiste anche nel mondo open source, dove applicazioni come [Inkscape] (
https://inkscape.org/) oppure
LibreOffice offrono esattamente lo stesso pacchetto su Linux, Windows e Mac, come minimo comun denominatore. Il meglio che ci si possa aspettare in tutti questi casi è la reinvenzione della ruota (invece di usare le routine grafiche di macOS, Illustrator adopera le proprie) e la media, appunto, è la mancanza di supporto.
Apple fa sempre troppo poco. Invece di salvare il mondo con parole d’ordine facili o con l’illusione che sia sufficiente rinunciare alle cannucce in plastica, annuncia insieme a Tiffany che
si rifornirà di oro in Alaska solo da estrattori che nel contempo lavorano per ripristinare o migliorare i percorsi di migrazione dei salmoni.
Qualche anima bella è convinta che la via da percorrere sarebbe non estrarre oro e possibilmente nient’altro. Sedersi e aspettare la morte.