Ma quanto è bella l’idea di MacStories di varare
Automation April?
Me ne sono accorto solo ora e fortunatamente nulla è perduto, tutto può essere letto e, più di questo, ogni Comando rapido può essere scaricato. Il sito ne ha più di duecentocinquanta liberi e gratuiti e solo in questa prima settimana ne sono arrivati altri dieci. Prima di decidere che servono poco o nulla, meglio dare un’occhiata, perché un Comando rapido utile trasforma la vita (nel computing).
Come al solito, i pezzi di Riccardo possono essere condivisi o suscitare voglia di controbattere. Fanno anche qualcosa di meglio però: spingono a pensare.
Come questo, che si chiede
come possa Apple essere una forza di ispirazione nel software. La tesi di fondo è che Apple stia lavorando bene nello hardware, portando novità importanti e trascinandosi dietro la concorrenza in un miglioramento complessivo dell’offerta (è tutto molto più sfumato di così, ma devo parlare dell’articolo e anche dormire qualche ora). Mentre nel software, in essenza, si fa quello che si faceva vent’anni fa, solo più comodamente e velocemente.
Vogliamo portare le figlie al
Muse di Trento approfittando delle vacanze pasquali.
Le prenotazioni si aprono con dieci giorni di anticipo sulla data scelta e non prima.
Così, a mezzanotte in punto, mi sono presentato per prenotare i biglietti su giovedì 14. Appena l’orologio ha segnato 00:00 ho ricaricato la pagina. Ci avrà messo due o tre secondi.
La vendita per giovedì 14 è chiusa su tutto il giorno, in tutte le fasce orarie.
Riprenderò a parlare di Apple, Internet e tecnologia, domani. Oggi mi sono informato.
Da oggi, più ancora che nei giorni scorsi, chi si pone da quella parte si (s)qualifica da solo.
Chi osi giustificare, ma anche solo fingere una neutralità vomitevole, si pone fuori non solo dalla storia, ma anche dal consesso umano.
Come già in un’altra situazione precedente (e perlopiù sono le stesse, incredibili, insostenibili persone), la misura è abbondantemente colma.
Una volta sì che ci si sentiva pionieri a usare Mac, perché mettevi le mani nel sistema e facevi i miracoli con ResEdit e ogni giorni imparavi qualcosa e ti sentivi hacker.
Ieri Apple ha compiuto quarantasei anni e il ragionamento convenzionale prosegue da almeno venti con la geremiade: oggi il sistema è chiuso, non si possono più mettere le mani nel sistema, non c’è più ResEdit, che bruttura, come faranno i gggiovani.
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La Russia, per evocare il ricordo dei fasti imperiali, torna al calendario giuliano.
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Dyson lancia una mascherina che purifica l’aria abbinata a cuffie antirumore che purificano il suono.
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L’Ucraina stampa francobolli a tema bellico.
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I Genesis annunciano per il 2023 una tournée in formazione rinnovata, con il figlio di Phil Collins alla batteria e la figlia alla voce.
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Trump annuncia di avere fatto buca al primo colpo giocando a golf.
Avvicinandocisi al momento buono per le uova di Pasqua, ci si allontana per un momento da guerre pandemie e gossip sulla notte degli Oscar per trovare l’oblio sulla tastiera di iOS e di iPadOS.
Se in Messaggi scriviamo sulla tastiera Clarus oppure Moof, negli emoji suggeriti compaiono un cane e una mucca,
segnala 512 Pixels.
Ho verificato, è proprio così e non mi è mai passato per la testa che si potesse trovare un easter egg riferito al periodo glorioso in cui Clarus il dogcow, il cane-mucca, lavorava come
anteprima del comando di stampa del Mac OS di allora, mostrando con la sua posizione l’effetto che avrebbero avuto le modifiche ai parametri del comando (foglio orizzontale o verticale, immagine capovolta, negativa eccetera). Moof era il suo verso, ovviamente una sintesi di moo e woof.
Qualcuno avrà letto delle ultime imprese del gruppo di hacker Lapsus$, che farebbe capo a un adolescente inglese. Una delle loro bravate riguarda la violazione dei servizi di
Okta, una società specializzata in servizi di autenticazione, che a sua volta ha permesso l’intrusione nella rete interna di
Sitel, azienda di soluzioni per contact center.
Lapsus$ sarebbe entrato in possesso di
un file di password conservato dentro un foglio di calcolo. Si può facilmente immaginare quale foglio di calcolo sia esattamente.
Gli Oscar del cinema non contano più come una volta: hanno perso un tot di pubblico e di credibilità. Qualcosa però lo rappresentano ancora e
il primo produttore di opere trasmesse in streaming a vincere un Oscar per il miglior film è Apple.
La cosa da notare, più della vittoria, è che Apple
si applica in questo campo da un paio di anni, con un budget
inferiore a quello di Amazon e soprattutto di Netflix, che parrebbe investire il doppio. Un modo diverso di fare le cose e interpretare la qualità, evidentemente.
La comparazione è sicuramente sleale e parziale, perché lato Apple non fatico a individuare elementi da aggiungere alla tabella.
Però è interessante verificare sull’altra sponda, dove la classificazione è più puntuale, come sia andata finora. Ricordiamo, sarebbe l’azienda professionale, che nessuno è mai stato licenziato per avere scelto, che non sbaglia un colpo.
Progetti uccisi da Apple contro
progetti uccisi da Microsoft.
Ripeto: la pagina Apple è evidentemente incompleta. Nessun tentativo di dare credibilità al confronto così com’è. Comunque, sulle due pagine si può lavorare. Per esempio, aggiungo di mio
Cyberdog, che oggi non è neanche immediato da rintracciare perché corrisponde a un marchio di abbigliamento, e
Microsoft Network.