Austin Mann è un uomo che tiene alla tradizione e, come tutti gli anni, è andato a provare fotograficamente il nuovo iPhone in qualche luogo particolare.
Quest’anno, bontà sua e degli sponsor, ha scelto il Kenya per mettere sotto pressione iPhone 16 Pro.
Anticipo i risultati: il professionista sarà contento dei progressi compiuti rispetto al modello precedente di fotocamera, mentre l’amatore non noterà necessariamente differenze sensibili.
Il che, lo scrive anche lui, dopo tutte le iterazioni avvenute anno dopo anno, è anche prevedibile; il tempo in cui da un iPhone a quello dopo o quello dopo ancora passava una serie di miglioramenti clamorosamente evidente è terminato.
Wordfreq era una iniziativa open source di ricerca sullo scritto umano, che usava il traffico sul web per analizzare il tipo e la frequenza delle parole usate, basata su una libreria Python.
Era, perché la libreria continua ovviamente a funzionare ma raccoglie dati di nessun interesse e così il corpus di dati raccolti su oltre quaranta lingue non verrà più aggiornato.
Il motivo: il web si è riempito di testi prodotti dagli assistenti generativi, che inquinano gravemente il risultato delle analisi.
Sono a metà, immagino, di un thread di post di Dr. Drang riguardanti piccole funzioni che congiungono in modi creativi e magari utili Finder e Terminale.
Niente di straordinario, arnesi tipo elenca nel Terminale il contenuto della finestra del Finder in primo piano oppure cambia la directory di lavoro in quella che corrisponde alla finestra in primo piano del Finder. Il discorso si è spostato dalla fase creativa a quella migliorativa; scrivendo nel modo x si fa tre volte più veloce che nel modo y eccetera.
Uno degli oggetti con cui ho meno dimestichezza in assoluto è il curriculum. Ne ho mandati pochissimi e sempre a cose fatte, per questioni formali.
Ultimamente ne ho abborracciato uno per ragioni extralavorative (associazionismo); la versione precedente su cui ho lavorato era vecchia di dieci anni e già allora aggiornata in modo approssimativo.
Ho provato disagio. Senza compiere grandi sforzi (anche stavolta era una situazione di pura forma) ho cercato di ritoccare qua e là, aggiungere, integrare, aggiustare il tono e, come si dice oggi, niente: niente di quello che ho fatto è riuscito a ottenere un testo che parlasse di me in senso professionale e in modo convincente.
Dopo la visione di questo spezzone, ho pensato a MacPaint.
Artists are the only people that can justify owning iPads pic.twitter.com/72o85rSDPG
— gaut (@0xgaut) September 17, 2024 MacPaint fu sconvolgente perché per la prima volta dava a chiunque la possibilità di disegnare. Si poteva disegnare sul computer già in precedenza, solo che le interfacce erano inadatte a una persona normale con una normale voglia di disegnare.
MacPaint non metteva chiunque in grado di disegnare qualsiasi cosa.
Ieri mi sono dimenticato un’ottima ragione per raccomandare la lettura della recensione di iOS 18 da parte di Federico Viticci su MacStories.
Il sottotitolo, lo lascio in inglese perché suona bene, è There is still fun beyond AI.
Come fosse un buon auspicio a tutti quelli che si troveranno a navigare queste acque perigliose prima dell’inverno (dell’AI). Ci piacciono questi sistemi perché sanno essere anche divertenti.
Quest’anno suona strano puntare alle recensioni di iOS dal momento che prima di tutto bisognerebbe capire di che iOS si parla. Come scrive Federico Viticci su MacStories,
In Apple esistono due versioni di iOS 18. Quella che ho potuto provare da giugno e che sarà al centro di questa recensione è il debutto di iOS 18, con enfasi su personalizzazione e piccoli aggiornamenti. L’altra – quella che probabilmente tutti aspettano dall’annuncio a Wwdc – è iOS 18.
Il quindici di settembre mi risulta essere il giorno dell’annuncio tanto di Apple IIgs, l’ultima incarnazione di Apple II, e di X11, l’interfaccia utente grafica pubblica.
La coincidenza è simpatica e niente più. Mi sono reso invece conto del fatto che due oggetti tecnologici così diversi, per concezione, evoluzione, autori, filosofia, storia, utenza eccetera distano tra loro un solo anno. Non lo avrei mai detto.
Senza guardare e senza barare: chi è nato prima?
The Eclectic Light Company ha pubblicato una bella storia di QuickTime. Bella perché concisa, ricca di immagini, abbondante nei dettagli, riassume bene la transizione da quel momento in cui vedere una finestra animata a centosessanta per centoventi a trenta fotogrammi teorici al secondo sembrava l’apertura di una nuova era a quando il video è diventato parte integrante della vita su Mac e anche di più.
Il mio Mac IIvx si accendeva con un fotogramma di un giocatore della mia squadra preferita in NBA che segnava con eleganza da poco dopo il cerchio di centrocampo.
A mio parere, si dovrebbe parlare ben di più e ben più a lungo degli AirPods Pro che insieme alla Hearing Aid Feature di iOS vengono autorizzati dalla Food and Drug Administration americana a essere venduti come apparecchio medicale per aggirare le difficoltà uditive.
Ritengo che il business Amplifon sia perfettamente al sicuro. Nel contempo, per tante persone borderline tra il tirare avanti senza aiuti e affrontare una spesa relativamente modesta, questa soluzione potrebbe migliorare sensibilmente la vita.