A volte i sistemi hanno una tendenza sgradevole ad autodegradarsi e, nel farlo, a infastidire. In questi giorni mi misuro con un provider che ha estratto un problema burocratico incomprensibile da un cappello vuoto, un notaio primadonna, una commercialista che chiede le fatture dell’anno scorso pur potendo guardarsele da sé in quanto provvista di delega di accesso, una casa editrice che mi invia un documento senza bisogno di seguito e – avendo io commesso l’errore di ringraziare – replica che nella mia risposta manca l’allegato, una mensa scolastica che vuole il saldo finale dei pasti concomitante con il termine delle lezioni se non fosse che la contabilità aggiorna i conteggi con un mese di ritardo e probabilmente ancora qualcos’altro. Ah sì, esiste una certificato di tipo anagrafico a proposito del quale un Comune può rispondere che non sa quanto impiegherà a produrlo né quanto costerà.
Mercoledì 31 maggio 2023 alle 18 avrò il piacere di dialogare in diretta con
padre Paolo Benanti, Professore Straordinario della
Pontificia Università Gregoriana sui temi generali dell’intelligenza artificiale e delle considerazioni etiche che le ruotano attorno.
Non credo che parleremo molto di tecnica e probabilmente mi interessa abbastanza poco, dato che i principî generali del funzionamento degli attuali modelli testuali generativi sono tutto sommato noti. Invece avere una idea di come la tecnologia cambia il nostro modo di guardare alle cose, così come di guardare a noi stessi e agli altri, può presentare molti risvolti ancora da scoprire.
Meraviglioso Wi-Fi di istituzione edita e autorevole che mi parla in inglese per tutto il tempo, insiste nel considerarmi americano rispetto al numero di cellulare e infine invia un Sms di autenticazione che contiene la password caponago85.
(Per i diversamente lombardi: caponago è un lemma che corrisponde o potrebbe corrispondere a qualche paese a due passi da casa mia, un po’ come inventarsi un cognome esotico e venire fuori con Brambilla o Rossi).
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Uno degli scopi centrali dell’architettura di Copycat è permettere a molte pressioni di coesistere, competere e cooperare simultaneamente le une con le altre in modo da guidare il sistema verso certe direzioni. Il modo in cui viene realizzato è convertire le pressioni in stormi di minuscoli agenti software, ciascuno dei quali gode di una qualche piccola probabilità di essere eseguito. Quando questo avviene, l’agente fa sentire nel sistema la propria presenza e quindi quella delle pressioni di cui esso è rappresentante. Nel tempo, le varie pressioni spingono il sistema in direzioni esplorative che dipendono dai livelli di urgenza di alcun agente. In altre parole, le cause perorate in rappresentanza delle rispettive pressioni vengono portate avanti in parallelo, ma a velocità diverse.
The Verge pubblica un articolo sulle
cinque più importanti novità presentate durante a Microsoft Build 2023, tutte centrate sulla fornitura della inevitabile intelligenza artificiale in punti diversi nel sistema, compresa la Task Bar.
John Gruber si chiede polemicamente su Daring Fireball
quanti annunci di intelligenza artificiale avrà Apple a WWDC. Bisognerebbe ricordare che Apple fa le cose migliori quando segue la sua strada invece di scimmiottare la moda del momento. E che gli annunci su Windows sono di un’azienda indietro rispetto ad Apple sui sistemi operativi.
Il setup musicale della pianista per il concerto privato.

Il setup informatico della pianista per il concerto privato.

(Che software potrebbe essere?)
Nelle scuole elementari del Regno (Unito) pioveranno presto kit-classe da trenta micro:bit ciascuno, per complessive
settecentomila unità.
[micro:bit] è un computer a uso didattico creato dalla BBC – per un attimo pensiamo tutti alla RAI che mette a punto un computer didattico usabile da settecentomila bambini di scuola primaria – più piccolo di una carta di credito eppure programmabile e ideale per le prime esperienze di coding e making.
Non si può piacere tutti e neanche micro:bit può. Si è levato del dissenso attorno al fatto che la periferica di bordo per l’output di micro:bit è una matrice Led da cinque per cinque.
Dentro un vecchio post ho trovato alcuni link interni che non funzionavano, tutti risalenti a una vecchia versione del blog in cui non c’era ancora la navigazione di https ma, soprattutto, la sintassi dei nomi file cambiava,
Per essere sicuro di non fare pasticci, ho lanciato una ricerca e sostituzione di massa cercando tutti gli URL interni del blog in tutti i file. Grazie a una espressione regolare sempliciotta ho cercato l’intero URL, dall’inizio alla fine. E ho chiesto di cambiarlo nella versione corretta.
Mi tocca andare sui social per lavoro e a volte mi trattengo più del necessario.
Tutte le volte che succede, se esistesse veramente l’intelligenza artificiale, dovrebbe arrivarmi un richiamo ufficiale e io dovrei passare un segmento di tempo successivo a imparare una riga in più della
Reference Card di emacs.
Serve molto di più.
Oggi giornata con trofeo di caccia: sono tornato a casa forte di una copia autografata di
Podcast e di una piacevolissima chiacchierata con
Matteo Scan-do-lin, tradotto: l’uomo che conosce i giusti ristoranti giapponesi.
Abbiamo naturalmente parlato di podcast, perché lui è un maestro (nel vero senso della parola, dato che fa formazione sui podcast, oltre che fare podcast) e dialogare con lui à portare a casa conoscenza preziosa, soprattutto per uno che non nasce podcaster ma si lascia volentieri irretire da tipacci come gli artefici di
A2.