John Gruber posta su Twitter la scoperta di gente che vende iPhone 6 contraffatti a 250 dollari.
Con su Android truccato per somigliare a iOS.
Con specifiche di lettura ebook nei formati di Office (sic).
Con schermo di risoluzione inferiore a quella del primo iPhone Retina.
Qualcuno ci casca sicuro. Costa così poco, dev’essere per forza un’occasione.
“The quality, finish & performance of this phone is the same as the Apple iPhone 6.
Proprio bello e interessante, di profondità altrimenti difficile da reperire, il confronto tra iPad Air 2 e Nexus 9 pubblicato da, nientepopodimenoche,
Android Police.
I computer sono tutti uguali nell’occhio di chi vuole giustificare un acquisto di bassa qualità e figuriamoci le tavolette.
Per tutti gli altri c’è l’
analisi di AnandTech sulla Graphics Processing Unit (GPU) di iPad Air 2.
Too many men / Too many people / Making too many problems / And not much love to go round / Can’t you see / This is a land of confusion.
(Genesis, Land of Confusion)
Può esserci qualcosa di più preoccupante di una docente che propone l’insegnamento di Visual Basic nella scuola superiore con la motivazione che fa quello che fa qualsiasi altro linguaggio di programmazione appena decente?
È il passato che si propone al futuro spacciandosi per il presente.
Per una volta non entrerò nello specifico. Sarebbe noioso. Faccio solo alcune richieste generiche ai progettisti di Apple (e anche altri, perché no).
Bel lavoro di Business Insider, che vale un mezzo scoop: una
descrizione di app usate dai dipendenti Apple internamente all’azienda, che non compaiono su App Store e vanno dal pragmatico allo sperimentale.
Pirati informatici penetrano nei sistemi della catena americana di articoli per la casa Home Depot e si portano a casa 53 milioni di indirizzi email, più 56 milioni di carte di credito.
Quasi spassoso il
pezzo di Daniel Eran Dilger su AppleInsider di un ormai lontano 26 settembre eppure sempre valido per la tematica: le invenzioni dei siti spazzatura che finiscono per raggiungere l’effetto opposto a quello previsto.
Nell’aggiungere i punti e virgola alla
guida a OS X Yosemite in collaborazione con l’amico
@misterakko, la cosa più difficile è stata sopportare la lentezza e l‘instabilità delle installazioni di OS X 10.10 Developer Preview virtualizzate in
VirtualBox.
Da poco papà inizio a pormi domande più pragmatiche su come quando e perché esporre i piccoli alla tecnologia e già mi chiedo se il venerabile iPad di prima generazione che abbiamo in casa durerà abbastanza da diventare il primo strumento elettronico di Lidia.