Bella la notizia della app
Touch Bar Demo che mostra il comportamento di Touch Bar su un Mac che ne privo, mostrando sullo schermo un facsimile della barra. Questo permette di farsi un’idea di che cosa succederebbe su un nuovo MacBook Pro.
C’è una parte ancora più interessante: la Touch Bar può essere proiettata su un iPad.
Sono già apparse app sparse per usare un iPhone o un iPad come trackpad aggiuntivo, come schermo aggiuntivo o comunque come apparecchio ausiliario verso un Mac.
La famiglia allargata ha visto di recente l’arrivo di un iPhone SE e la sostituzione di un iPhone 4 con un iPhone 7 (a dirla così sembrano tre generazioni di salto, invece sono sei).
I risultati confermano la mia convinzione, che il calibro delle macchina possa essere inversamente proporzionale alla competenza e all’esperienza. A una persona poco usa alla tecnologia, o poco interessata ad approfondirla, giova assai più una macchina superperformante che la corsa al risparmio.
Dissento su vari aspetti dello
scontento di Sabino verso i nuovi MacBook Pro, ma trovo le sue argomentazioni degne di discussione e di rispetto.
Mi sembrano invece gonfiate e in buona parte pretestuose le polemiche sugli aumenti di prezzo. In quanto prendono lo spunto dai prezzi, beh, di quindici giorni fa. Perché il metro dovrebbe essere questo? Ibm stima una durata media di quattro anni per i suoi
novantamila Mac. Perché non si fanno i calcoli sul prezzo di tre o quattro anni fa, per dire? Ritengo che chi cambia Mac ogni volta che esce, appena esce, un nuovo modello rappresenti una percentuale minima del totale della comunità.
Horace Dediu di Asymco ha una
teoria suggestiva sull’evoluzione di Mac a seguito di Touch Bar.
Apple, sostiene, non è interessata a perseguire un Mac con schermo sensibile al tocco o inventarsi ibridi e convertibili come accade nel mondo PC, per la ragione che i PC sono apparecchi fini a se stessi e invece Mac fa parte di una famiglia di prodotti. Nella quale gli apparecchi interamente touch ci sono già, a partire da iPhone e iPad. E un iPad con tastiera può tranquillamente sostituire un Mac in una vasta serie di attività.
Phil Schiller in un’
intervista all’Independent:
Sappiamo di avere preso buone decisioni su che cosa inserire nel nuovo MacBook Pro e il risultato è il miglior portatile mai costruito, ma potrebbe non essere subito la cosa giusta per tutti. Va bene così, qualcuno si sentiva così nei riguardi del primo iMac ed è finita piuttosto bene.
John Gruber
in risposta all’
articolo di Baldur Bjarnason che afferma Apple è veramente, veramente disinteressata ai suoi utenti professionali di Mac:
L’annuncio dei
nuovi MacBook Pro è rimarchevole per la sua capacità di suscitare ogni genere di reazioni negative. Tra le quali spicca l’accusa di AppleWorld.Today, a seguito della lettera di una lettrice cieca:
Apple ha fissato i prezzi dei nuovi MacBook Pro fuori portata da molti appartenenti alla comunità dei disabili.
L’argomento è che molti disabili, anche in possesso di talenti straordinari, sono disoccupati e quindi per loro un nuovo MacBook Pro costa troppo a causa dell’aumento di prezzo che è stato praticato.
I
nuovi MacBook Pro si venderanno oppure no? Michael Tsai ha prodotto una
pagina chilometrica di critiche dell’annuncio. La stragrande maggioranza di pensatori, esperti, soloni ha parere negativo. È dunque probabile che si venderanno bene.
La Touch Bar è veramente utile? Consiglio a tutti la lettura delle
pagine della documentazione per sviluppatori all’interno delle linee guida di progetto dell’interfaccia utente di macOS.
Tecniche di lettura della mente (dei critici e dei progettisti di Apple) per leggere il futuro. Funzionano meglio delle sparate acchiappaclic.
I
nuovi MacBook Pro sono i primi nella storia di Apple a
partire senza il caratteristico bong di apertura (che poi è cambiato diverse volte).
C’è anche un motivo: da spenti e chiusi, basta aprirli perché si accendano. Si comportano come ha sempre fatto un MacBook Pro in stop. E un MacBook Pro in stop che si risveglia, non fa rumore. In una sala riunioni affollata, o una biblioteca, o in casa mentre tutti dormono, fa la differenza.
Ho perso il conto delle reazioni, da Facebook in su, alle presentazioni dei nuovi MacBook Pro e del Surface Studio di Microsoft.
Sono stato sollecitato dall’amico
Jida sul tema del
sogno tecnologico, declinato in quello che si vorrebbe vedere da Apple, corrispondente o meno alla materialità degli annunci di prodotto.
Ci ho pensato.
Le mie soddisfazioni tecnologiche attuali arrivano da watch. Succede qualcosa, ti scrivono, ti contattano…? Lo sai con uno sguardo al polso, niente più.
E poi da iPad. Tralascio l’aspetto portatile; la sera a letto, di giorno sul divano, la mattina a fianco della colazione. Se serve fare qualcosa lo fai in un attimo; se serve leggere qualcosa, è leggero e comodo e veloce.