watch
supera in vendite qualsiasi produttore svizzero di orologi con l’eccezione di Rolex e l’intero mercato svizzero vale circa 28 milioni di unità, mentre quello degli apparecchi indossabili ha passato i quaranta.
Vedo altri casi Nokia all’orizzonte, o sulla riva del fiume se si vuole. Apple ha mostrato di saper fare un orologio; invece i fabbricanti di orologi, quando devono fare computer, perdono precisione.
Apprezzo il football americano e la fantascienza, solo che non riesco a ricordare il titolo di quel libro dove il football si giocava alla morte nel campo costituito da una città deserta, nella quale il portatore di palla poteva nascondersi in un edificio o dentro un tombino e la squadra avversaria poteva schierare un cecchino alle finestre (
trovato).
Ne ne sarei fatto una ragione perché è arrivato
17776, un racconto distopico sull’evoluzione – o degenerazione – del football che è anni luce avanti. Mentre scrivo, la storia deve ancora completarsi. Quello che c’è già ha portato via la buona parte di una notte, come ogni lettura avvincente che si rispetti.
Red ha annunciato per il 2018, posto che uscirà davvero, un
supertelefono Android con edizioni in alluminio e titanio, al prezzo rispettivo di 1.195 e 1.595 dollari.
È un momento di luci della ribalta per Microsoft. La notizia è la
diffida dall’utilizzo di OneDrive su dischi non Ntfs.
Sì, esatto, il disco di rete, quello fatto apposta per funzionare in tutto l’universo e su qualunque sistema operativo, pretende di risiedere localmente sul filesystem Microsoft.
Come se iCloud Drive imponesse a chi lo usa su PC di formattare il disco con il filesystem di Mac. Assurdo, è negare il senso di iCloud Drive. Come se Dropbox chiedesse di appoggiare le proprie cartelle esclusivamente sul filesystem usato da, boh, Linux Debian. Come se Google imponesse l’archiviazione dei documenti condivisi su un Chromebook.
A pranzo per intervistare fondatore e Chief Technical Officer di un gruppo milanese immerso nella tecnologia fino alla punta dei capelli, con clienti come Unione Europea ed emittenti televisive internazionali. Ho il registratore acceso e lui lo sa. A un certo punto dice:
L’automazione su Windows è come la programmazione del televisore. Il televisore lo stai a guardare.
Detto da uno che lavora quotidianamente all’automazione profonda della sua azienda e vende il servizio a quelle altrui.
Apple
ha intrapreso azioni per arrivare a un Apple Store di qualità dal punto di vista editoriale e popolato il più possibile da app sane.
Quello che non può fare è chiedere a tutti gli sviluppatori di seguire l’
esempio di Halide e usare ingegno e capacità per arrivare a contenere la dimensione delle app.
Compressione delle immagini, rinuncia al codice superfluo e alle librerie ridondanti, cura del processo di build via Xcode: questo e altro tagliano drasticamente – se si è bravi – l’ingombro delle app.
Ho preferito stare lontano dal decimo anniversario di iPhone per evitare l’eccesso di melassa e l’effetto nostalgia, comprensibile ma un tantino sovraccaricato. L’unico che vale la pena di citare è
John Gruber su Daring Fireball:
Nessun prodotto è paragonabile a iPhone in termini di impatto sociale o finanziario nell’era del computing. Pochi prodotti sono paragonabili nella storia del mondo. Potremmo non vedere mai più qualcosa d’altro confrontabile, da Apple o da chiunque altro.
L’inarrivabile
Enrico Colombini mi ha scritto a proposito di
Locusta Temporis dopo avere letto
il mio recente post sui giochi Choose Your Own Adventure.
Questo è Paolo Attivissimo che spara il titolone:
Apple ha usato gli utenti come cavie di nascosto.
(Momento di riflessione sulle leggerissime differenze tra le cavie di laboratorio e un miliardo di utenti iOS che si avvantaggiano di un iPhone o un iPad).
Questo è Paolo Attivissimo giorni dopo, in un
commentino che nessuno vedrà mai, sepolto in un becerume melmoso di frustrati e dove pur emergono poche eccezioni isolate e coraggiose:
Neanche un mese dopo
Wwdc si iniziano a vedere in rete numerosi esempi di realtà aumentata in ambito iOS.
9to5Mac ha messo insieme una
raccolta di filmati veramente da vedere.
The Verge, sospettabile di tutto tranne che di tifo o collusioni con Apple, titola
La realtà aumentata di Apple è più vicina alla realtà di quella di Google e scrive:
Apple è ben lungi dal potersi vantare di avere inventato la realtà aumentata (AR), ma il suo nuovo ARkit in iOS 11 sta già dando segnali che suggeriscono come l’azienda potrebbe portare l’AR nell’uso comune meglio e più rapidamente di chiunque altro.