Aggiornamenti d’estate
Prosegue la serie degli avvistamenti estivi di progresso informatico al lavoro estivo: il testo che segue, ridotto ed essenziale, è di Matteo che ringrazio.
Prosegue la serie degli avvistamenti estivi di progresso informatico al lavoro estivo: il testo che segue, ridotto ed essenziale, è di Matteo che ringrazio.
Questo incontro ravvicinato con l’ennesimo Bancomat preda della sindrome di Windows arriva grazie alla cortesia di Sasha, che aveva pronto persino il titolo: occasione perfetta per i miei ozi agostani.
(colonna sonora horror) Dovevo pagare per la prima volta una bolletta diversa dal solito e ho scelto di affidarmi alla app Enel Energia (un fulmine squarcia il silenzio della notte. In lontananza un lupo mannaro ulula alla luna). Mi sono lasciato tentare da un codice QR sulla bolletta e da un invito tipo scarica, inquadra e paga.
La app è per iPhone, non ottimizzata per iPad. Nel 2017.
Può usarla solo l’intestatario di un’utenza. Per dire, se si deve pagare la luce per la casa della vecchia nonna e il contatore è intestato a lei, la app deve essere impostata con i dati della nonna. Gestire più di una utenza non è neanche da pensare.
Anche il sottoscritto, come Jason Snell di Six Colors (ancorché con ben più modestia), utilizza Editorial per le proprie sessioni di scrittura su iPad (compresa questa).
Snell descrive bene e sveltamente il perché, che riassumo così: Editorial ha alcuni punti di forza fondamentali. Dopo di che ha anche alcune debolezze e Snell svolge un ottimo lavoro di confronto rapido e concreto con altre app più versatili e dotate.
Solo che Editorial ha una possibilità fondamentale: l’automazione.
Un ultimo aggiornamento, nipotini, su quanto scritto ieri. Ci sono anche nuovi giornalisti di inchiesta che hanno la volontã e il genio di sporcarsi le mani con il codice per arrivare a scoprire verità interessanti in anticipo sul resto del mondo.
Una volta, nipotini, esisteva il giornalismo di inchiesta, di anticipazione, dei retroscena. Persone brave nello scrivere, nell’investigare, nel raccogliere dati e nell’elaborarli incontrava persone, analizzava documenti, metteva a frutto intuito e competenze e scriveva quello che gli altri non potevano sapere, o non sapevano ancora, o non avevano mai considerato. C’era anche una funzione sociale in questo, nipotini, perché una stampa capace di ragionare e investigare è un antidoto agli abusi di potere, ma ne riparleremo quando sarete più grandi.
Neanche un mese fa si commentava un articolo molto critico sul presunto rifiuto di Apple di riconoscere la tecnologia nota come Progressive Web Apps e sul detrimento che detto rifiuto porterebbe alla comunità.
Ora un articolo di Fortune svela che Apple sta lavorando con Google per fare funzionare su Safari le Progressive Web App.
L’impressione è che, quando si parla di Apple, basti sedersi sulla riva del fiume e aspettare che passino i cadaveri delle scemenze che si scrivono. Piano piano, la verità arriva a galla.
Dopo quello dell’altroieri, ecco un altro gradito contributo di Sasha.
Quelli nella foto sono globuli rossi.
Le frecce ne indicano un paio contagiati dal parassita della malaria (plasmodium falciparum).
La foto è stata scattata con iPhone 5S appoggiato al binoculare di un comune microscopio presente in qualunque laboratorio analisi 😁.
La dottoressa presente è stata fortunata per due motivi: anzitutto, non è così comune beccare tre parassiti nello stesso globulo rosso (al centro). In seconda battuta, c’era il mio iPhone in circolazione: il suo dispositivo Android faceva gran fatica a mettere a fuoco e il lag tra l’inquadratura e quanto visualizzato a schermo era imbarazzante.
Il luogo comune vuole che gli insegnanti facciano tre mesi di vacanza l’anno e certamente non ė vero; sono peraltro convinto che in una data come quella odierna, la gran parte degli insegnanti possa dedicare un quarto d’ora alla lettura della pagina Cinque modi di usare Raspberry Pi in classe.
Raspberry Pi è la fine di tutti gli alibi. Ha un costo stracciato; si installa e si programma facile; incoraggia l’apprendimento trasversale di più discipline; funziona anche su computer-relitti che nessuno ha il coraggio di buttare; dispone di una quantità enorme di contenuti sviluppati da una comunità di appassionati, oltre che di supporto; ha tutto il software necessario per essere produttivi ed è software libero; gli ingombri sono ridicoli. Qualunque sia stata la scusa finora, non regge più.
Lascio integralmente la parola a Sasha. La conclusione è sua, ma la condivido al cento percento.
Mi chiedono aiuto per cambiare lingua su un cosiddetto tablet Windows 10 (se non sono Apple, li considero accrocchi senza tastiera, piuttosto che tablet…) acquistato chissà dove in Asia. Dopo il ripristino del sistema operativo, la prima configurazione mi permette di selezionare Thai o Giapponese (vado a intuito, perché sono tutti ideogrammi). E per le altre lingue? Beh, c’è questa pagina di supporto Microsoft, che spiega in “pochi e semplici” passaggi come fare.