Vista l’esperienza di Jonathan Zdziarski che ha fatto l’elenco dei programmi che si riescono a lanciare in sedici gigabyte di memoria su MacBook Pro, e la promessa di provare a replicare l’esperienza sui miei otto gigabyte di MacBook Pro, eccomi qui.
Ho prima di tutto perlustrato le cartelle di lancio di daemon e programmi vari, nonché gli elenchi di startup. Niente di che, un po’ di pulizia spicciola da qualche cosina vecchia, buon pretesto per spolverare.
Scrivevo che nel trimestre di Natale 2013 Apple si era messa in tasca l’87,4 percento dei profitti globali del mercato dei computer da tasca.
Ora pare che nel trimestre estivo 2016 questa cifra sia diventata il 103,6 percento.
Non è che tutti gli altri perdano denaro; quasi tutti. Samsung, nonostante esplosioni e problemi vari, è ancora profittevole. Ma questo significa unicamente che tutti gli altri perdono ancora più denaro.
Sarà che Apple strangola i concorrenti come è buona abitudine di Microsoft, schiacciandoli con la forza del monopolio?
Ripresa dello schermo televisivo inviatami da lorescuba, con vista del settore tecnico del rugby italiano. Non il migliore al mondo, ma membro del club.
Sempre lorescuba segnala un’altra immagine, stavolta dei commentatori di Italia-Nuova Zelanda, pubblicata dal quotidiano Rovigo Oggi.
Già che si parla di immagini riprese dallo schermo televisivo, questa arriva dal notiziario di Rtl, la più ascoltata o una delle più ascoltate radio italiane.
Li do tutti per professionisti e forse le espressioni potrebbero essere migliori.
Oggi Steve Ballmer si diverte. È un miliardario proprietario di una squadra di basket professionistico che lavora a un sacco di progetti che gli piacciono.
Ieri fu amministratore delegato di Microsoft e viene giustamente ricordato per la risata con cui accompagnò l’arrivo di iPhone, un telefono che nessuno avrebbe comprato in azienda perché non aveva la tastiera. Oltre che per avere sabotato, comprato a prezzo di svendita e distrutto il ramo di affari cellulare di Nokia e avere definito Linux, sineddoche per il software libero, cancro della proprietà intelletuale.
Parliamone con serenità: Jonathan Zdziarski mostra che con un MacBook Pro da sedici gigabyte di Ram si può fare un numero impressionante di cose. Sono uno sprecone di aggettivi, ma stavolta ci sta tutto. Cito dal suo post l’elenco di quello che ha acceso senza che il computer iniziasse a paginare e spostare dati dalla Ram al disco Ssd. A me fa impressione.
VMware Fusion: tre macchine virtuali in funzione (Windows 10, macOS Sierra, Debian Linux) Adobe Photoshop CC: quattro foto da trentasei megapixel multilivello, da oltre un giga ciascuna Adobe InDesign CC: un progetto fotografico di ventidue pagine Adobe Bridge CC: navigazione di una cartella con 307 immagini per 163 gigabyte totali DxO Optics Pro: modifica di una cartella di immagini Xcode: cinque progetti in Objective-C, tutti puliti e con un build nuovo di zecca Microsoft PowerPoint: una presentazione Microsoft Word: quindici capitoli, un file ciascuno, del mio ultimo libro Microsoft Excel: un workbook MachOView: analisi del binario di un daemon Mozilla FireFox: quattro siti differenti in una finestra a testa Safari: undici siti differenti in una finestra cadauno Anteprima: tre libri in Pdf, di cui uno molto pieno di grafica Hopper Disassembler: analisi in corso di un file binario WireShark: acquisizione in corso di dati di rete IDA Pro 64-bit: analisi di un binario Intel a 64 bit Apple Mail: vista di quattro caselle Tweetbot: lettura delle menzioni iBooks: visualizzazione di un libro Skype: collegato e inattivo Terminale: una manciata di sessioni inattive iTunes Little Flocker Little Snitch OverSight Finder Messaggi FaceTime Calendario Contatti Foto Veracrypt Monitoraggio Attività Path Finder Console Probabilmente molto altro di cui non mi sono reso conto Oversight potrebbe significare varie cose; per il resto, conosco tutti i programmi menzionati e onestamente, nel complesso, la mascella tende a cadere.
La foto è di una amica di Sasha, che gli ha spedito una immagine della sua tavoletta. Sì, quella è la batteria.
Però, rispetto a un iPad, vuoi mettere il risparmio?
Il 6 novembre 2004 ho scritto questo articolo per il quotidiano svizzero Corriere del Ticino.
####I rilevamenti dell’ultima ora assai più imprecisi di quelli vecchi di un mese
##Bush come Truman. Almeno nei sondaggi
###Perché exit poll e proiezioni hanno sbagliato il nome del nuovo presidente Usa
Che George Walker Bush sarebbe stato riconfermato Presidente degli Stati Uniti d’America era una notizia acquisita praticamente per tutti i sondaggisti, in settembre. A novembre, nell’immediata vigilia delle elezioni, molti pronostici puntavano invece su John Forbes Kerry oppure su un testa a testa all’ultimo voto.
Sostengo con fermezza l’utilità della tecnologia e la necessità, anzi, la grande opportunità di progredire. Al tempo stesso però mi ritrovo vicino al ricordo del pensiero di Steve Jobs sotto quel cartello che segna l’intersezione tra la tecnologia e le arti liberali; la prima è da sostenere anche perché può dare nuova linfa e stimolo alle seconde.
Purtroppo umani troppo aridi, avidi e ignoranti spingono la tecnologia e precisamente la branca del machine learning verso la sostituzione del creare umano con gli algoritmi.
Bella la notizia della app Touch Bar Demo che mostra il comportamento di Touch Bar su un Mac che ne privo, mostrando sullo schermo un facsimile della barra. Questo permette di farsi un’idea di che cosa succederebbe su un nuovo MacBook Pro.
C’è una parte ancora più interessante: la Touch Bar può essere proiettata su un iPad.
Sono già apparse app sparse per usare un iPhone o un iPad come trackpad aggiuntivo, come schermo aggiuntivo o comunque come apparecchio ausiliario verso un Mac.
La famiglia allargata ha visto di recente l’arrivo di un iPhone SE e la sostituzione di un iPhone 4 con un iPhone 7 (a dirla così sembrano tre generazioni di salto, invece sono sei).
I risultati confermano la mia convinzione, che il calibro delle macchina possa essere inversamente proporzionale alla competenza e all’esperienza. A una persona poco usa alla tecnologia, o poco interessata ad approfondirla, giova assai più una macchina superperformante che la corsa al risparmio.