Ritorno sul
braccio di ferro tra Apple e Fbi per segnalare che dal Corriere della Sera si agita il partito degli intrusori, quelli cui piace l’idea di uno Stato onnipotente in grado di ficcare le mani ovunque, con una ragione o anche senza.
Sono fuori tema e mi scuso: il tempo a disposizione per scrivere questo post se ne è andato a leggere la pazzesca recensione della Leica Q, usata durante un viaggio di sei mesi in Estremo Oriente. In abbinamento a un iPhone, ovvio.
So che nel 2016 sembra assurdo prendersi un’ora per leggere una recensione. Sembra. E per il resto rimando a considerazioni già fatte sulla crisi dell’editoria. Analisi così, su una rivista vecchio stile, sono state l’eccezione più che la regola, ammesso che siano mai comparse.
Perché compri un Mac? Tutti i computer sono uguali. Perché compri un iPhone? Android fa tutto quello che ti serve e costa meno. A che ti serve un iPad? Meglio un ibrido, un convertibile, un aggeggio con tutti i difetti di un computer e tutti i problemi di un tablet, che però puoi divertirti a montare e smontare alla bisogna sentendoti trendy.
Il dibattito sulla qualità del software Apple recente si è animato in modo interessante grazie a questo
articolo.
Oltre un anno fa ho indicato brevemente i motivi dell’assoluta
inaffidabilità di NetMarketShare nel definire le quote di traffico web per sistema operativo, browser eccetera.
Mica lo sapevo. Ero convinto che il primo Mud italiano, e di svariate lunghezze il più bello e coinvolgente, avesse cessato di esistere, vista l’impossibilità di collegarsi secondo le istruzione.
Raramente vado in auto a Milano, troppo traffico e poco spazio. Ricordo distintamente che molti anni fa si improvvisava un parcheggio sperando di evitare la multa.
Saranno in linea di principio più interessanti i prodotti di un’azienda molto bene organizzata oppure quelli di una che lo è meno?
La mamma di Piergiovanni ha compiuto gli anni di recente. Non si dice l’età di una signora; come indizio, siamo appena oltre un multiplo di quarantuno.
Le auguro di cambiare un sacco di iPad, per (loro) anzianità di servizio.
Di recente è saltato fuori un mio vecchio quaderno delle elementari. Non ho fatto le aste, sono troppo giovane. Le singole lettere, quelle sì, le ho scritte e riscritte, su pagine e pagine (ecco, non spontaneamente). In un certo modo la scuola elementare mi ha tenuto un corso di calligrafia. Non era il bello scrivere, quanto lo scrivere e basta. Gli inizi.