Mi piace poco scrivere cose in accordo con altri, ma devo fare una eccezione. Sostenevo questo a proposito di Swatch e del suo intento di
creare un sistema operativo autonomo per computer da polso:
Rimango dell’opinione che siano stati fatti calcoli un po’ troppo ambiziosi, oppure che gli obiettivi siano molto modesti rispetto a come se ne parla.
Capisco perfettamente le esigenze e i desideri di tante persone che chiedono processori sempre più veloci, schede grafiche sempre più potenti, dischi sempre più capaci, funzioni di rete sempre più pervasive, efficienze sempre maggiori, prezzi sempre minori.
I so-tutto-io che leggono la lista dei componenti e dichiarano che un Android è meglio di un iPhone perché monta più Ram a bordo e ignorano che
iPhone offre prestazioni migliori con specifiche inferiori.
Il discorso sulle convenzioni che cambiano al mutare delle circostanze spiega molte decisioni di interfaccia utente di Apple, oltre contingenze come la direzione di scorrimento dei contenuti di una finestra o la sostituzione di tasti funzione fisici e immutabili con una barra Oled sensibile al tocco.
Per esempio, il filesystem tradizionale contrapposto all’architettura app-centrica di iOS, anche se sarebbe meglio dire di iCloud.
Ieri ero in viaggio e mi serviva modificare un file grafico di Pixelmator, presente nel mio Mac e salvato in iCloud, ovvero “dentro” Pixelmator.
Un numero oramai pazzesco di anni fa
ho scritto un post su un evento storico, se non altro, per la distanza cronologica: l’evento stampa organizzato da Apple per fare il punto su iPhone 4, che aveva il problema del death grip. Ossia, perdeva segnale se la mano copriva le antenne di bordo, come tutti i telefoni cellulari su questo pianeta.
Panic Software ha pubblicato la propria
relazione sull’andamento del 2016, di cui consiglio la lettura. È gente che lavora bene, con ottimi prodotti e uno spirito assolutamente invidiabile, sulla breccia da vent’anni.
Le vendite di iPad sono in diminuzione. Il prodotto ha avuto un boom enorme alla nascita, con un ritmo di vendita francamente insostenibile. E poi si è dimostrato mostruosamente durevole: a casa mia il primo iPad è ancora in funzione, affidato alla figlia, e io lavoro senza problemi (tranne qualche lentezza che inizia a farsi sentire) su un modello di terza generazione, che sta per compiere cinque anni. Il ricambio degli iPad, alla faccia di chi blatera di obsolescenza programmata, sarà pachidermico nei ritmi. In un certo senso neppure è iniziato.
C’era una volta un sistema operativo chiamato Mac OS X 10.7 Lion che, visto che cosa succedeva con iPad e iPhone al momento di fare scorrere una pagina con il dito, adottò lo scorrimento naturale e invertì l’effetto che si era sempre ottenuto chiedendo lo scorrimento al mouse o al trackpad. (Rimase l’opzione di disattivarlo).
Mi ero chiesto se l’aggiornamento di iPhone a iOS 10.3, con conseguente passaggio al filesystem Apfs, fosse stato
possibile solo da iTunes per inconveniente tecnico oppure volontà.
Ho sempre trovato appropriata la scelta di lasciare watch senza un browser web e giustificato la sostanziale mancanza di giochi degni di questo nome sul computer da polso.