Amsterdam, sala convegni del Conservatorium.
Un tempo sede di banca specializzata in prestiti ai colonizzatori che partivano per mare.
Convertito pochi decenni or sono in conservatorio e, in questo secolo, ristrutturato – da architetti italiani – come albergo di lusso e centro convegni.
Si respirano business e professione a ogni piano e, specie nella sala convegni principale, non si sentono abbandonati da Apple.
La sera prima siamo stati portati al museo Van Gogh e, per soprammercato, sotto una installazione artistica stava un Mac.
Se un gioco prevede la modalità multiplayer in rete, è probabilmente più interessante di un gioco che non la prevede.
Ciò premesso, butto lì il caso di un viaggio aereo con un iPad o un Mac a disposizione. Quasi sicuramente non c’è rete; con altrettanta sicurezza si può dire che soluzioni alternative, come la rete locale estemporanea o una modalità hotseat, saranno impraticabili. Da solo, senza rete.
A che cosa giocheresti di coinvolgente, impegnativo, non banale?
Forse si può dire una parola, se non definitiva, approfondita sul limite di Ram dei nuovi MacBook Pro a sedici gigabyte, grazie a un notevole articolo su MacDaddy.
Il succo del pezzo è che, fatti alla mano, la durata della batteria sarebbe stata penalizzata in maniera percettibile dall’inserimento di trentadue gigabyte di Ram, visti i limiti delle architetture Intel utilizzate. Secondariamente, solo come ordine delle conclusioni, la scheda logica avrebbe dovuto essere riprogettata, molto probabilmente forzando spessore e peso a valori superiori a quelli attuali.
Mi hanno prenotato un volo e inviato i dettagli per email, dopo di che ho provveduto a effettuare il check-in tramite la app della compagnia aerea.
Ho comprato online i biglietti dei mezzi necessari a raggiungere l’aeroporto.
Sulla mia scrivania, intanto, campeggia la lettera della Regione Lombardia: ti facciamo lo sconto con il bollo auto se compili questo modulo di carta e lo spedisci via posta ottocentesca.
Come chiamarlo? Sconto arretratezza?
Da pochi giorni è stata annunciata la ventunesima versione alpha di 0 A.D., denominata Ulysses (la U è per l’appunto la ventunesima lettera dell’alfabeto inglese).
0 A.D. ha di speciale quello che dovrebbe essere normale: è open source, è disponibile per tutti i sistemi operativi desktop, quindi anche per macOS.
E poi una cosa ancora più speciale: questo gioco di simulazione bellica storica è in grafica 3D e crea viste veramente, veramente spettacolari.
Avevo scritto della povertà degli strumenti per l’amministrazione delle inserzioni pubblicitarie sulle reti sociali. Ora sono reduce dall’essere diventato editore di libri non gratis su iBooks Store e Amazon. E anche qui c’è una povertà di mezzi che inquieta.
Pare che le due aziende si siano spartite le aree di trascuratezza. Mentre Apple offre la app iTunes Producer per inviare un libro in approvazione, Amazon mette un pulsantino per inviare il libro sui suoi server.
Sono sicuro che c’è un nesso tra le due notizie che seguono.
La prima è che in Apple non esiste più la posizione di Product Manager of Automation Technologies.
La seconda è che in occasione della Hour of Code, manifestazione americana che promuove l’insegnamento generalizzato della programmazione a partire dalle scuola primaria, verranno tenute lezioni gratuite di Swift Playgrounds negli Apple Store.
La mia posizione è assolutamente e totalmente allineata a quella di Sal Soghoian, l’ultimo a ricoprire la carica.
Ars Technica ha messo insieme una straordinaria recensione dei nuovi MacBook Pro.
Direi che una attenta lettura è necessaria per chiunque voglia parlare dell’argomento con cognizione di causa. Il livello è altissimo, come dettaglio tecnico e come vista di insieme. Se gli sforzi editoriali su Internet si muovessero in questa direzione invece che tendere alla spazzatura a basso costo, il mondo sarebbe migliore e non solo quello Mac.
Segnalo in particolare che nella recensione si spiega perché Apple ha usato le schede grafiche che ha scelto, questione che è normalmente un po’ complicata da dirimere.
Ci voleva una testata irriverente e velenosa come Huffpost per pubblicare un articolo intitolato Un’occhiata al nuovo MacBook Pro da parte di un professionista. Specie se l’incipit è questo:
Da quando Apple ha presentato la nuova linea di MacBook Pro, metà di quello che leggo arriva da “professionisti” che mi dicono come i nuovi Mac non siano affatto Pro, non siano Pro abbastanza e non siano il giusto tipo di Pro.
Mi è sfuggito il ventunesimo compleanno di FreeCiv, un bellissimo gioco libero di strategia a tema storia-del-mondo di cui si è già variamente parlato e purtroppo sono sempre a dire la stessa cosa: per quanto sia possibile praticarlo in modo efficace nel browser, sarebbe indicato avere una versione Mac scaricabile.
L’ultima immagine disco compatibile Mac riguarda invece la versione 2.1.9, mentre la migliore versione stabile è oggi la 2.5.3.
Non credo che si tratti di difficoltà tecniche insormontabili; più di assenza di sviluppatori interessati al compito e coinvolti nel progetto.