Pomeriggio trascorso a cercare di installare
Archimista su un Mac aggiornato, diciamo così, a Snow Leopard (10.6.8).
Gli sviluppatori, bontà loro, hanno creato unicamente i file eseguibili per Windows; tuttavia persone volonterose hanno redatto una
guida all’installazione su Mac. Sì, il software è stato realizzato con componenti open source e la ragione per cui i binari esistono solo per Windows è la pigrizia, o l’incapacità, o la cattiveria, boh.
I dieci passi della guida sono tutti collaudati, solo che sono arrivato a completare il terzo; una tempesta quasi perfetta di errori e circoli viziosi ha consumato quasi tutto il tempo a disposizione.
Affascinante spiegazione sul Machine Learning Journal di tutto quello che succede dietro le quinte e dentro il processore
quando il microfono capta il segnale Ehi Siri.
Solo due parole, ma occorre una unità dedicata che stia tutto il giorno a controllare se vengono pronunciate, che non si tratti di un falso allarme, nel rispetto della durata della batteria e con la velocità giusta per emulare una normale conversazione: obiettivi impegnativi nel programmare un iPhone, che diventano sfida quando c’è di mezzo un watch con risorse computazionali, a confronto, limitate.
È venuta alla luce una vulnerabilità detta
Krack che mette in pericolo di intercettazione un numero enorme di reti Wi-Fi.
Tutti i produttori si sono attrezzati e chi non aveva già provveduto a mettere in sicurezza la situazione lo sta facendo; nel giro di poche settimane il problema non sussisterà più. Ovviamente parliamo di sistemi operativi aggiornati all’ultimissima versione e all’ultimissima patch dell’ultimissima versione.
Come
racconta Ars Technica, Android 6 è particolarmente vulnerabile. Si usano espressioni come colpito duro e devastante.
Microsoft ha presentato
Surface Book 2, con prezzo a partire da 1.499 dollari (e un quindici pollici parte da 2.499 dollari).
Ho ricevuto intanto il comunicato stampa, datato 16 ottobre, che annuncia in preordine il nuovo Mate 10 Pro di Huawei a partire da 845 euro, ma soprattutto Mate 10 Porsche Design, disponibile dalla metà di novembre a 1.395 euro.
Apple è accerchiata. Se vuoi dire che Windows o Android costano meno e fanno le stesse cose, lo puoi dire gratis (fanno le stesse cose) trovando una ciofeca che costa meno.
L’immagine qui sotto mi arriva (grazie!) da Matteo che commenta:
Proviene dalla redazione di un nuovo settimanale francese,
Ebdo, dove, come puoi notare, stanno utilizzando i soliti Mac non professionali…

Il mitico Dr. Drang liquidò anni fa alla sua maniera il problema di dare in pasto a Wordpress file Markdown prodotti con BBEdit:
una serie di script che facevano da altrettanti anelli mancanti per completare la catena.
Se siano tutti, se siano rimasti validi nel tempo, se la strada da seguire sia diversa dopo questi anni sono cose che auspico di riuscire a dirimere almeno in parte nelle prossime settimane.
Come continua regolarmente ad accadere – it still doesn’t suck – l’
elenco delle aggiunte, delle modifiche e delle correzioni di BBEdit 12 giustifica l’acquisto, o l’aggiornamento, oltre qualsiasi altra considerazione.
(Tra l’altro:
CommonMark fa parte delle aggiunte e potenzia l’uso di Markdown).
Ho già scritto in altre occasioni della necessità nuova di definire un budget, anche minimo, al sostegno delle iniziative di contenuto che meritano per qualità e senso, perché sia sempre possibile trovare spunti interessanti e diversi dall’inevitabile cacca gratis.
Ecco perché segnalo una
raccolta fondi su BeCrowdy mirata al finanziamento dell’attività dell’associazione
Concertato.
Il punto non è più se si fruisca personalmente di quello che offre l’associazione, ma della condivisione della sua proposta e, se nel caso, appunto del sostegno, anche minimo.
Come spesso succede, il mio
libriccino su Swift era stato scritto per amore della materia e anche per interesse personale. Non di tipo finanziario: le vendite sono andate bene e ho coperto più che abbondantemente le bollette della luce per un anno, ma è chiaro che se la molla fosse quella, si scriverebbe niente.
Interesse personale di tipo formativo: avevo scritto nell’introduzione – e lo ripeto – che oggi, semplicemente, il tema della programmazione non è ignorabile. Neanche se lavori alle Poste o in un ferramenta. Se sei un ingegnere elettronico probabilmente ti interesserà di più e se sei un sous chef ti interesserà meno; zero, tuttavia, è impossibile. Come con l’inglese. Fatti tutti i distinguo e considerate tutte le situazioni, è impensabile per una persona attiva scantonare da un approccio almeno minimo, the pen is on the table.
Tra letto e sentito, tre persone in tre giorni che si sono lamentate di Time Machine perché, nel momento del bisogno, il disco ha dato problemi.
Ogni due/tre mesi controllo puntualmente il disco di backup con Utility Disco. L’ho fatto ieri e ci ha messo circa una decina di ore. Significa che, sì, la struttura di Time Machine è complessa; significa anche che è necessario verificare di tanto in tanto il disco. Se è il backup, dobbiamo essere ragionevolmente certi che funzioni alla bisogna; trascurarlo visto che ora non serve è trascurare il disco di backup e ho detto tutto.