Chiamami snob se vuoi, ma oggi in spiaggia ho risposto ad alcuni messaggi di lavoro via watch, con qualche tocco del polso, giusta velocità, esatta efficacia.
Chiunque altro ha fatto giustamente quello che gli pareva e sono l’ultimo che può dire male di chi usa un apparecchio per comunicare.
Però cavarsela con un piccolo quadrante di ingombro nullo (iPhone è rimasto nella tasca dei pantaloni) è un altro livello di qualità della vita.
Ricevo, ringrazio, riepilogo quanto mi ha mandato Stefano.
Arrivo da un “vecchio” iPad Pro 9,7” 128 gigabyte. Dopo circa un anno di lavoro, abbandonato definitivamente ogni laptop aziendale, cercavo una soluzione più confortevole per i miei occhi lavorando da scrivania, ma con la stessa portabilità del 9,7”: ecco il motivo per cui non mi sono buttato subito sull’iPad Pro da 12,9”.
E poi arriva il 10,5” portandosi in dote ProMotion.
Dobbiamo salutare Charles P. “Chuck” Thacker, grazie anche al cui lavoro si devono Xerox Alto, rete Ethernet, stampanti laser e varie altre innovazioni.
Ha trascorso un periodo anche in Microsoft a progettare lo hardware del Tablet PC, ma è chiaro che tutti possiamo sbagliare e in questo momento tutto va perdonato.
Anche lui ha ricordato a suo tempo che la famosa visita di Steve Jobs al Palo Alto Research Center di Xerox avvenne a lavoro su Macintosh e Lisa già cominciato: In particolare, Jef Raskin temeva che Macintosh potesse essere cassato da Apple e desiderava che Jobs vedesse quanto avveniva in altre aziende, così da convincersi a sostenere il progetto.
Dovevo assolutamente notificare all’amico Jida che Pages per iOS e per Mac ha riacquistato i riquadri di testo collegabili.
Sì, anche Pages per iOS. L’aggiornamento contiene cose interessanti anche sul piano della collaborazione e costituisce una ulteriore sorpresa aggiuntiva che nessuno aveva messo in conto, vista la messe di annunci a Wwdc.
Sembra incredibile, ma trovi gente a frotte che giustifica la vendita di una versione a 32 bit di Windows 10, a differenza dell’amministratore delegato di Backblaze.
Le cose funzionano, nessuno le tocca, diventano intoccabili perché nessuno sa più metterci mano. E vabbeh. Ma poi vai a comprare un sistema operativo moderno per usarlo a 32 bit. No; ti tieni il sistema operativo vecchio e ci fai funzionare le cose vecchie, se proprio.
Condivido il modus operandi di MacSparky, che volendo parlare del nuovo iPad Pro 10,5” si è limitato a linkare le due migliori recensioni attualmente in circolazione: Federico Viticci su MacStories e Rene Ritchie su iMore.
Pochi o forse nessuno ha maturato un’esperienza di uso professionale a tutto campo di iPad come Viticci, che oltretutto ha compiuto una scelta esistenziale e da due anni, parole sue, vive e lavora su un iPad Pro 12,9”, quello più grande, dove comunque le funzioni di affiancamento di app e multitasking riescono meglio che non su uno schermo come quello da 10,5”, migliorato rispetto al passato ma in ogni caso più piccolo.
C’è del metodo nella follia di chi ti accusa di essere un tifoso, un fanatico, un esagitato, uno con le fette di salame sugli occhi, incapace di una valutazione imparziale e tutto perché hai parlato bene di un prodotto, di una funzione, di un sistema, di un’azienda.
Conto che il prossimo congresso del partito iPad non è un computer perché non permette di programmare metta all’ordine del giorno la questione dell’aggiornamento della regola 2.5.2:
Le app progettate per insegnare, sviluppare o collaudare codice eseguibile possono, in circostanze limitate, scaricare codice purché esso non venga usato per altri scopi. Tali app devono rendere completamente visibile è modificabile da parte dell’utente il codice sorgente fornito.
Prima era vietato anche lo scaricamento di codice, anche sulle app a scopo education.
Mentre iOS si prepara ad accogliere unicamente le app a 64 bit e macOS lo seguirà a ruota, l’amministratore delegato di Backblaze, Brian Wilson, scrive una lettera aperta a Microsoft per ricordarle che 64 bit sono meglio di 32. Si può lavorare con più Ram, le opzioni di sicurezza sono più robuste, le architetture sono a prova di futuro.
Soprattutto, scrive Wilson, un ambiente a 64 permette di funzionare alle applicazioni ancora scritte a 32.
Horace Dediu di Asymco lo aveva già fatto a maggio: notare la correlazione elevata tra certe spese in conto capitale di Apple e la vendita di apparecchi.
Come notava, la correlazione si mantiene da dieci anni e fornisce un’ottima metrica per verificare e prevedere nel breve termine l’andamento di Apple. I dati sono di dominio pubblico, forniti dall’azienda una volta l’anno nella propria documentazione fiscale. Sono ampiamente affidabili; Tim Cook e compagnia dovrebbero rispondere di ogni falsificazione agli azionisti e magari pure ai giudici.