Dopo essere riemerso da un
problema di danno al firmware di Mac, ho pensato di iniziare in maniera speriamo definitiva l’anno con una controllata sotto la superficie dell’apparato.
Così ho sottoposto il disco a una passata con Utility Disco e pare che sia tutto a posto.
Con il disco Time Machine è stato più complesso. Le Impostazioni di macOS non prevedono che Time Machine possa essere spento; al massimo si può impostare in modalità manuale.
Ho affiancato Mac mini vecchio e Mac mini meno vecchio,
bisognoso di una reinstallazione del firmware.
La procedura per mettere un Mac mini M1 in modalità Dfu è bizzarra ma semplice. Si spegne la macchina. Si toglie il cavo di alimentazione. Si preme e si tiene premuto per dieci secondi il tasto di accensione.
Sempre con il tasto di accensione premuto, si ridà corrente con il cavo. Se tutto è stato fatto bene, Mac mostra una luce arancione fissa.
Ho trovato aiuto da parte del supporto Apple per soccorrere il mio Mac mini che
si è bloccato nel mezzo dell’aggiornamento firmware a Sequoia 15.2.
La
pagina di supporto spiega – sintetizzo – che una possibilità. Intanto bisogna che ci sia accesso a Internet durante il soccorso e lo abbiamo.
Occorre un altro Mac che monti come minimo Sonoma e che i due siano collegati tramite un cavo Usb-C. Il Mac bloccato deve avere il cavo nella porta Usb specifica per la modalità Dfu (la modalità tipica della reinstallazione del software di un iPad). La porta giusta varia da modello a modello.
Pubblicherò questo post in ritardo perché, durante l’aggiornamento a Sequoia 15.2, Mac mini da due ore abbondanti mostrava la scritta manca un minuto e la barra di progressione era desolatamente immobile.
Passate le tre ore ho forzato lo spegnimento nella speranza che la macchina si riprendesse e invece no. L’aggiornamento del firmware è stato interrotto e l’unico segno di vista è un triplo lampeggio arancione del Led esterno.
Domani cercherò soluzioni oppure un appuntamento al Genius Bar.
In mezzo a tante ricette per il primo pranzo dell’anno spunta quella per
preparare buoni numeri primi a scopo crittografico.
I numeri devono appunto essere buoni e non qualsiasi. Vuol dire che a livello professionale si fa ben altro che limitarsi a lanciare un generatore e raccogliere i frutti.
Intanto bisogna evitare sprechi di risorse nel testare la primalità dei numeri. Poi vanno scelti numeri alti, inoltre va evitato comprensibilmente di testare numeri pari… le accortezze da cui nasce buona crittografia sono molte e notevoli.
I bilanci di fine anno hanno un po’ stufato, anche perché alla fine han ragione quelli per cui l’anno inizia il primo settembre e termina l’ultimo di agosto. Invece, le verifiche.
Tale
jerpint, persona all’altezza di cimentarsi con
Advent of Code, ha sottoposto gli stessi identici problemi ai migliori assistenti generativi.
Risultato: la performance dell’umano, nel caso più favorevole agli LLM, è stata fare
il cento percento meglio. Considerazione:
Questi modelli sono molto bravi nell’usare schemi di problemi da applicare a problemi che già conoscono, ma sono scarsi nel risolvere problemi mai visti prima.
Sono rimasto basito da
un thread su X che racconta la realtà di SQLite.
Probabilmente è il database più diffuso al mondo e potrebbe esserci in giro anche un trilione di basi dati.
SQLite è manutenuto da tre persone. Il software è di pubblico dominio ma non open source in senso stretto. Non sono accettati contributi a priori; si può inviare la proposta di una patch, che potrà essere rifiutata.
Il software nacque per soddisfare le esigenze di una nave da guerra, il cui database precedente era eccessivamente prono ai crash.
All’insegna del mantra disimpegno e leggerezza, plano ad alta quota sopra Dr. Drang che
vuole invertire delle stringhe e lo fa, con i comandi tac
e rev
.
tac è l’opposto prevedibile di cat
e sta in
coreutils, da installare eventualmente con
Homebrew. Inverte l’ordine delle stringhe, non il loro contenuto
rev lo abbiamo a bordo, dentro i comandi installati con macOS, e si occupa del contenuto delle stringhe.
Nell’articolo si fa cenno ad alcuni casi particolari che impediscono a rev
di funzionare nel cento percento dei casi e c’è pure un indovinello alla fine, non difficile, basta provare. Istruttivo, però, e al ventinove di dicembre quest’anno non si chiede di più.
Per quanto John D. Cook sia un matematico più che esperto, in termini di humor e nonsense ha molto da imparare.
Peccato, perché la sua
modesta proposta per risolvere il problema dei secondi bisestili attinge perfettamente al repertorio classico (lo scrittore Jonathan Swift è stato il primo a formulare una
modesta proposta, nel suo caso per risolvere – in modo provocatorio e paradossale – il problema della sovrappopolazione) ma viene presentata maluccio e alla fine del post cala come un deus ex machina, a smorzare qualsiasi ambizione di climax.
Il contenuto di tecnologia del Natale può fungere da cartina di tornasole per discorsi sociologici più ampi, o semplicemente per capire fino a che punto possono essere disfunzionali le famiglie più allargate.
Il mio Natale 2024 è stato a bassa tecnologia, riferito agli accessori. Ho ricevuto una ring light (una lampada Led ad anello, per selfie così come – il mio uso – per la videoconferenza) e un alimentatore portatile.