iPad Pro mi ha notificato di essere pronto ad aggiornare il
sistema operativo.
Voleva farlo ieri notte, ma aveva rinunciato per mancanza di alimentazione via cavo. Di giorno tengo la macchina sulla scrivania a caricarsi e la sera me lo appoggio sul comodino, non alimentato (è stracarico e non c’è alcun bisogno). Così ho aperto la notifica e ho confermato di volere installare.
Di norma delego gli aggiornamenti completamente a iPad, solo che altre volte si è andati avanti per giorni con lui che ogni mattina mi diceva di non avere installato per mancanza di cavo di rete. Un tap sul link di installazione, e solo quello, è un buon compromesso.
Per un lavoro vagamente creativo ho installato i
font di Apple, San Francisco e New York. L’ho fatto per puro dovere, ma ora devo ammettere che non sono affatto male.
Sì, lo so che Apple li usa ovunque e non sono una novità. Nondimeno, dentro un documento scritto o un layout grafico hanno un perché autonomo, mentre fusi dentro la comunicazione di Apple sembrano semplicemente un’altra cosa fatta da Apple, pulitini, quasi anonimi.
Above Avalon scrive che secondo le nostre stime, il mese scorso Apple ha superato la boa del
miliardo di utilizzatori di iPhone.
Se leggo i commenti a seguito di una presentazione di nuovi iPhone, non mancano mai le battute sul rene da vendere, meglio pagarsi un viaggio, fai le stesse cose a metà prezzo eccetera.
Non sono ricco e ho un iPhone. Certamente sono fortunato, molto fortunato, in più di un modo: in prospettiva planetaria, so leggere e scrivere, ho l’acqua corrente, un tetto solido, accesso a cure mediche e a servizi sociali di qualità ragionevole quando non buona. Se prendo in considerazione i sette miliardi che siamo, questa è fortuna. Grande fortuna.
È veramente difficile pensare alla nostra scuola in questi giorni senza sentire voglia di fare polemica. A causa del coronavirus sono rimaste chiuse per un quadrimestre, durante il quale abbiamo sentito alla nausea le geremiadi su come fosse brutta la teledidattica e quanto fosse indispensabile riaprire le scuole.
Uno che avesse detto una parola su quello che doveva cambiare, prima di riaprire. L’inadeguatezza degli spazi e delle strutture; il virus della burocrazia, che non uccide nessuno ma mortifica tutti; la necessità di ripensare radicalmente programmi e dinamiche della scuola, che continua a funzionare come nell’Ottocento, solo che siamo nel Duemila.
Arriva a GitHub una
notifica di richiesta di cancellazione di youtube-dl per violazione di copyright, prontamente esaudita.
youtube-dl è un programma Unix che permette di
scaricare i video da YouTube. Certamente ci sono usi del programma che possono essere discutibili, ma gli usi, non il programma in sé. Posso solo auspicare che venga perseguito chi approfitta illegalmente del servizio di YouTube. Poi esistono il
fair use, il possesso di media regolarmente acquistati, i video con licenza Creative Commons e tanti altri distinguo. Cancellare youtube-dl è un atto di censura arbitraria e stupida.
Il
nuovo aggiornamento di BBEdit contiene più di venti aggiunte, tra cui il recupero dei documenti che sono stati chiusi senza salvare (praticamente l’impossibilità di perdere dati); più di venticinque cambiamenti; più di sessantacinque bug fix.
En passant, è pronto per
Apple silicon. Funzionerà nativamente a massima velocità sulle macchine con processore Arm che iniziano ad apparire nel giro credo di tre settimane.
In un universo parallelo c’è chi si lamenta di applicazioni che ancora devono passare a sessantaquattro bit, dopo anni e anni e ancora anni. Sono sviluppatori e software house che vanno stimolati a portarsi in pari, toccandoli nel portafogli se necessario. Per il software obsoleto non devono pagare i compratori, ma i cattivi sviluppatori.
Capita che Apple si apra in modi impensabili ai tempi Steve Jobs. È il caso di
Come Apple si è organizzata per innovare, articolo su Harvard Business Review cofirmato da Joel Podolny, rettore di Apple University, la struttura voluta proprio da Jobs per preservare lo spirito, l’organizzazione e le regole che contribuiscono al successo dell’azienda.
Qualche anno la stessa Apple University era un mezzo segreto. Oggi Podolny illustra in chiaro dettagli del funzionamento dell’azienda che, pur non strategici e già in qualche modo conosciuti, non erano mai stati mostrati a questo livello di trasparenza.
Fuori tema per un giorno:
Gödel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda Brillante è stato uno dei miei libri formativi, di cui raccomando la lettura a chiunque, sempre: è materia trasversale, non importa che cosa uno abbia studiato e, in larga parte, nemmeno se lo abbia fatto. È più importante essere curiosi, porsi domande. Costa 21,85 euro, con un bimestre di Netflix puoi espandere la tua conoscenza per anni, è quasi Natale, non dico altro.
La nostra umanità intrinseca concede chiaramente un bel po’ di chance all’amico smanettone che ci dice la sua sui progressi fotografici di
iPhone 12. Dopo averci amabilmente chiacchierato, tuttavia, andrei a leggermi
la prova di Austin Mann, perché oltre a essere umani è anche necessario essere razionali.
(Bonus: a
Glacier National Park ho avuto il privilegio di fare trekking per una settimana e, oltre che umani e razionali, ogni tanto è bello pure essere emotivi, e rivedere quei posti fotografati in quel modo è stato un tuffo al cuore).
A Venezia sono riusciti a fare funzionare persino il
Mose eppure, come testimonia Lorescuba che ringrazio, alla stazione di Venezia fanno fatica a calcolare l’Irql.

A dimostrazione che l’acqua alta è un bel problema, ma qualcosa si può fare, mentre altri fastidi più pervasivi e subdoli saranno assai più difficili da eradicare.