Ci siamo riuniti in sei, nella nostra
serata di Dungeons & Dragons in presenza a seguito di diciotto mesi di sessioni remote.
Ai sei vaccini si è aggiunto la mattina dopo un tampone, eseguito (per tutt’altri motivi, solo coincidenza) da un partecipante.
Negativo. Nemmeno ci è rimasta l’incertezza.
Non è certo un campione statisticamente significativo. Come dicevo, però, ho provato nuovamente la libertà di scegliere. Ed è stata una conferma in solido di quello che insegnano i campioni statisticamente significativi. I rischi del proteggersi sono sovrastati dai vantaggi del farlo.
Mi prendo una licenza per commentare un momento di vita privato. Stasera ci ritroviamo a giocare a D&D in presenza. Straordinariamente, una tantum, almeno per ora.
Possiamo farlo perché ci ritroviamo in un salotto con una parete completamente aperta verso l’esterno e il ricambio dell’aria è assicurato; la cubatura dell’ambiente è superiore alla media e così è più difficile saturarlo di aerosol prima che si completi il ricambio; uno dei partecipanti lavora nel servizio sanitario nazionale in posizione più che qualificata per valutare il rischio lucidamente e con competenza.
Passerò parte del fine settimana a cercare accrocchi che rendano possibile usare un iMac 2018 come schermo di un MacBook Air M1.
Sono già passato da una
pagina di supporto Apple che spiega come fare con determinati modelli… solo che i Mac del problema suesposto ricadono in fasce d’età non contemplate.
Ironia della sorte, iMac che è troppo giovane per profittare della pagina di supporto è anche troppo vecchio per approfittare di
Monterey che altrimenti risolverebbe via AirPlay.
App Store ha numerosi difetti e Apple ha fatto in certi momenti del proprio peggio in fatto di relazioni con gli sviluppatori.
Questo non toglie che App Store, al netto dei problemi, sia fondamentalmente sano. Provvedimenti come quello coreano, che per legge impone la
presenza di più meccanismi di pagamento alternativi sugli Store, non faranno molto più che imporre un principio e rovinare una bella idea, certamente da adeguare ai tempi, eppure bella e rivoluzionaria.
Ho qualche amico nostalgico dei tempi eroici dell’informatica, di quando ogni giorno c’era un progresso e si viveva con l’entusiasmo di tutto quello che poteva stare per succedere, anche senza sapere che cosa sarebbe successo. Era un Paese delle meraviglie tecnologico, da abitare con entusiasmo e curiosità. Mentre oggi, è sempre la conclusione, non è più così. Soprattutto, tutto è già stato inventato.
Ho sempre combattuto questa visione delle cose, che prelude alla senilità (del pensiero, il corpo è un’altra cosa) e difatti esistono articoli come quelli di Frederic Filloux di Monday Note dedicate ai piani della cosiddetta Big Tech per
espandersi nello spazio.
Mi sarebbe piaciuto commemorare degnamente Charlie Watts con un suo collegamento al mondo Apple, solo che non avevo appigli per farlo mentre era vivo e neanche adesso ne ho trovati. I Rolling Stones
si sono semmai fatti pagare una bella cifra da Microsoft per i diritti di utilizzo del brano
Start Me Up.
Tuttavia
Mario ha scritto una cosa illuminante sul
mio canale Slack (gli inviti sono sempre aperti, basta una email) e gli ho chiesto il permesso di riprodurla:
Rientrati a casa la sera dopo una cena da amici, Lidia ha chiesto posso giocare un po’ sulla TV?, che nel nostro caso significa usare tramite tv i giochi disponibili su Apple Arcade.
Abbiamo dato l’assenso e dopo pochi istanti Lidia ha chiesto Posso scaricare un gioco da Apple Arcade?
Il papà ha subito risposto certo; per mantenere una parvenza di autorità ha comunque visionato il gioco da scaricare, ma la verità è che con Apple Arcade il peggio che può accadere è suddiviso in due categorie:
Ho illustrato ieri
il contesto dentro il quale Edward Snowden ha duramente attaccato il sistema di Apple per salvare capra e cavoli, ossia salvaguardare la privacy delle persone e nel contempo individuare materiale fotografico abusivo di minori.
Lo riassumo rapidamente: Apple è nel mirino dei politici per non avere politiche di scansione becera del proprio cloud e, a causa di questo, effettuare una quantità risibile di segnalazioni alle autorità. Al tempo stesso non ha cifratura completa su iCloud, il che la espone ulteriormente alle richieste delle autorità. Quindi sta sviluppando un metodo per arrivare alla cifratura totale di iCloud e, nel contempo, dare comunque ai politici quello che vogliono e cioè un contributo percepibile all’individuazione di materiale abusivo di minori.
Prima di spiegare perché Edward Snowden
ha attaccato in modo ingiusto e disonesto Apple rispetto al suo
programma di individuazione di contenuti pedopornografici su iPhone, è necessario contestualizzare.
C’è
un articolo di Mit Technology Review che chiarisce la situazione.
Le autorità di tutto il mondo fanno grande pressione sulle società di Big Tech perché lascino porte aperte dove c’è intenzione di cifrare comunicazioni e file e perché siano parte attiva per segnalare crimini perpetrati (anche) utilizzando sistemi di comunicazione digitale. In questo, la diffusione e la detenzione di materiale pedopornografico ha una fortissima priorità. Ecco
che cosa può scrivere nel 2021 un senatore degli Stati Uniti:
La scuola dell’obbligo dovrebbe introdurre alle regole e agli standard di creazione di ipertesto.
La cosa difficile, dopo avere teorizzato, è sempre scendere nel pratico. Non ho il polso di una classe né la sensibilità di chi insegna da anni, quindi è possibile che ecceda in qualche direzione e presenti lavori troppo complicati, troppo semplici, inadatti per insegnare veramente eccetera.
Consapevole che niente è meglio di essere corretti e aiutati a imparare, ci provo lo stesso, in modo disordinato e sequenziale. Penso che sarebbe più corretto inquadrare tutto in una matrice, con le materie canoniche su un asse e la difficoltà del lavoro (quindi anche la fascia di età) sull’altro asse, però ci vuole tempo che mi prenderò più avanti.