Ho visto farlo qualcuno e ho ceduto alla curiosità: mi sono cercato su Grok, il chatbot di X.
L’assistente ha risposto con un dignitoso e banale copia e incolla di un mio profilo ampiamente visibile sul web e ha aggiunto collaborazioni a due siti dei quali non avevo alcuna memoria.
Mi sono sembrati inciampi di quelli classici per un chatbot, che appena può inventa, fino a che non ho verificato: era tutto assolutamente vero.
La seconda metà potremmo scriverla a memoria ed è diventata persino noiosa. Invece questa biografia del talentuoso Clive Sinclair si distingue per la prima metà, contenente numerosi dettagli, se non inediti, almeno poco noti.
Si scopre che il decenne Clive aveva realizzato una radio da polso, andava male a scuola ma aveva costruito un razzo a partire da una pompa per biciclette; in più arrotondava con lavoretti e commissioni varie.
L’allocazione di tutte quelle risorse ad Apple Intelligence si dimostra una volta di più un male, quando si constata che Siri è un pantano.
Su One Foot Tsunami hanno chiesto a Siri, un anno per volta, le squadre vincitrici del Super Bowl. La sventurata ha risposto correttamente venti volte su cinquantotto.
Peggio ancora, hanno chiesto i vincitori della LIX edizione e della LX edizione. Su quest’ultima, Siri si è inventata una squadra vincente e nemmeno era un pronostico (il sessantesimo Super Bowl si gioca nel duemilaventisei).
Al nostalgico di turno che si lamenta della chiusura dei sistemi e com’era bello quando si poteva smanettare, faccio presente che è possibile costruirsi un portatile totalmente open source come progetto scolastico.
Tutto fatto in casa, driver delle batterie scritti in proprio (!), acquisto unicamente dei puri componenti. Il risultato funziona, è prestazionale, tutt’altro che un giocattolo, con un signor schermo, realizzato sotto pressione per la scadenza dell’esame invece che come passatempo per i weekend di pioggia.
Non è bello quando si vedono sviluppatori lamentarsi di Xcode, l’ammiraglia per creare applicazioni e software di ogni tipo sui sistemi Apple. Deve essere, lo sviluppo software, un meccanismo il più possibile oliato e affidabile, oltre che semplificato il possibile e oltre.
Abbiamo Christian Tietze che mette in discussione un cambiamento in Xcode 16 relativo a come esempi di app in sottocartelle possano fare riferimento a pacchetti locali, cambiamento che lo forza a eseguire parte del lavoro in un altro editor e abbandonare temporaneamente Xcode.
Ho seguito un signore e mi sono trovato in un sogno. Il nome del signore è Ryan Norbauer è il suo sogno è diventato nel tempo, improbabilmente dice lui, la connessione dell’umanità attraverso tastiere di lusso capaci di evocare la nostalgia del futuro.
Dopodomani inizia la vendita dell’ultima delle sue realizzazioni, la Seneca. Il prezzo non è ancora ufficiale; mi è sembrato di capire tremilaseicento dollari e potrei essermi illuso di leggerlo.
La funzione più importante dell’iterazione punto-tre dei sistemi operativi di Apple: nella Calcolatrice il tasto uguale, se premuto più volte, ritorna a eseguire l’ultima operazione effettuata.
Ritorna perché, inspiegabilmente, la funzione era recentemente scomparsa. Storicamente la Calcolatrice aveva sempre fatto ripetere l’ultima operazione al tasto uguale. Si direbbe che la modifica non sia stata volontaria o almeno decisa ai piani superiori, sal momento che è stata rapidamente riconsiderata.
Come funzione può sembrare al più una piccola comodità ma, a parte il fatto che di comodità si tratta, in certe situazioni si dimostra piuttosto utile: per esempio, può calcolare in pochissimo tempo un interesse composto.
Un clic posiziona il cursore in un punto che diventa quello di inserimento del testo. Trascinare con il mouse seleziona più caratteri. Trascinare testo già selezionato lo sposta all’interno del testo. Un comando Annulla consente di tornare indietro e ignorare gli effetti dell’ultima operazione effettuata. Eccetera.
Diamo per scontate queste e tante operazioni che sono diventate pane quotidiano nelle nostre interfacce grafiche. Se è così, lo dobbiamo in gran parte all’editor Bravo, che divenne parte dell’interfaccia grafica di Alto, workstation sviluppata da Xerox presso il suo centro di ricerca Parc a cavallo degli anni settanta.
Nokia aveva capito tutto, diciamo quasi tutto. Almeno chi era nella posizione di capire.
Il giorno dopo la presentazione di iPhone, venne creata a beneficio dei dirigenti una presentazione riservata che valutava il nuovo prodotto e le eventuali conseguenze tanto per Nokia quanto per il mercato.
Per iniziativa della Alvar Aalto University, la presentazione non è più riservata ed è consultabile gratuitamente.
Da leader di mercato, la valutazione di iPhone fu moderatamente conservativa.
Piccole soddisfazioni. In un thread di Facebook che non riesco più a trovare, dedicato al problema dei chatbot che passano problemi ed esami normalmente ostici per gli umani, ho teorizzato che bisognerebbe rivedere (e tenere aggiornati) esami e prove in modo che siano ostici per i chatbot e così l’umano debba ricorrere alla propria conoscenza.
Mi è stato risposto che era qualcosa di praticamente impossibile.
Ora leggo che la prestigiosa (per altri famigerata) William Lowell Putnam Mathematical Competition ha creato un set di 236 problemi contenenti un set di variazioni funzionali.