Non riesco a credere che All About Apple Museum
festeggi sabato prossimo, 15 ottobre, nella sede di Savona, i venti anni di attività.
La solita frase banale: sembra ieri. Sembra ieri che una incredibile collezione amatoriale di hardware e software (principalmente) Apple trova spazio nei locali dismessi di una scuola elementare.
Sembra ieri il trasferimento in una sede avveniristica, ancora oggi, nel centro rinnovato e rilanciato di Savona, oggi meta crocieristica piena di punti di riferimento storici, gastronomici, panoramici, sportivi, in una parola turistici a tutto campo.
David Smith ha deciso di mettere alla prova watch Ultra e se lo è portato a fare
trekking nelle Highlands scozzesi per tre giorni.
Il prodotto della gita si traduce in una paginetta sul web.
Sono entusiasta di avere watch Ultra al polso e voglio vivere assieme a lui molte altre avventure.
Dentro la paginetta però è contenuto anche un
video da trentaquattro minuti, interamente girato con un iPhone 14 Pro e montato in proprio.
Quando apro Xcode succede sempre qualcosa di simpatico, in senso sarcastico, e prima di arrivare a qualche risultato passo attraverso ondate di disperazione alternate a furia frankensteiniana.
Però adesso aprirò Xcode e, dovesse arrivare l’alba, sputerò l’anima pur di riuscire a
fare girare BasiliskII su iPad Pro.
Che significa, in pratica, fare funzionare un Macintosh Classic sulla macchina più moderna che ho in casa.
Quelli che una volta si poteva smanettare e invece adesso. Si prendano una pausa che ne riparliamo domani.
Scuola 2022: il libro di inglese di Lidia ha una edizione online.
Vita 2022: se le piace, forse magari potrebbe anche darsi che Lidia frequenterà una scuola di musica. Il libro del corso non ha una edizione online.
Entrambi i libri hanno un Cd-Rom allegato.
A casa mia sono operativi due Mac, un iPad Pro, due iPhone, una tv.
Aggiungiamo macchine vecchie non più in uso, che hanno ancora qualche applicazione, ne troveranno una oppure non abbiamo ancora deciso di smaltire. Tra questi, un Mac mini Intel, un iPhone 5, un iPhone 4, un iPad prima generazione.
Se c’è una differenza fondamentale tra macOS e iOS/iPadOS, a dispetto di quanti insistono sulla loro omogeneizzazione, è che una buona app su Mac mostra tutti i comandi a disposizione e una buona app su iOS ne mostra pochino nessuno, ma li lascia scoprire, in base al principio della discoverability.
Ne segue che è legittimo da una parte lamentarsi di funzioni che non si trovano; dall’altra, perdiamo qualcosa se scordiamo di essere esplorativi, curiosi, prendendo a prestito l’attitudine dei più piccoli a mettere a ferro e fuoco qualunque interfaccia.
La Commissione europea renderà obbligatorio l’uso di caricatori Usb-C per il 2024? Diamogli magari il tempo di cambiare idea, o che qualcuno inventi una nuova generazione di connettori sufficientemente avanzata da farli apparire ancora più tecnologicamente bigotti e ignoranti di quanto già non siano. Se tanto mi dà tanto, sarà il momento in cui lo standard dell’industria consisterà nel fare a meno di connettori fisici.
Preferisco rimandare al video in cui si vede un più giovane di adesso ed emozionatissimo Jean-Louis Gassée
presentare Macintosh Portable.
Di milestone che significano solo una cifra tonda in più ne abbiamo passate tante. Eppure, se Apple annuncia il superamento dei
cento milioni di brani su Apple Music, è difficile affettare indifferenza.
Ad aggregare più brani di qualsiasi altro servizio è una società che è nata per costruire computer.
Vengono in mente iPod, iTunes, il rippaggio dei CD, le polemiche sul DRM culminate con la
lettera aperta di Steve Jobs a dire non vediamo l’ora di poterlo togliere e oggi, infatti, non c’è più.
Ho un paio di amici in situazioni spiacevoli. Incrocio le dita e mi dedico a qualcosa di completamente differente, che distragga e allontani temporaneamente in attesa di buone notizie.
Se è un bisogno condiviso, sta per iniziare la
Fat Bear Week; oppure, è disponibile l’edizione di ottobre del
Carnival of Mathematics, oltre a tutte le edizioni precedenti.
Altrimenti c’è sempre
Angband Live, basta un browser e si è dentro. Un mago minimamente accorto arriva relativamente in fretta a incendiare legioni di orchi e troll, il tutto completamente immaginario e a stress zero; a volte è un bell’antidoto agli orchi veri.
Il mio
nuovo iPad è partito con la parte superiore della prima schermata Home occupata da un numero consistente di widget e da qui ho cominciato a pensare come utilizzarli. Prima ero fermo al se.
Ho poche risposte e molto vaghe. Ci sono elementi di interfaccia concepiti con uno scopo preciso e privi di flessibilità in quanto tali. Esempio stupido, il Cestino o le finestre. Ci sono invece elementi di interfaccia che nascono perché si intravede un potenziale e da lì si evolvono per diventare qualcosa di importante, oppure svanire nel dimenticatoio.