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13 mar 2023 - Software

Pattern chiari, amicizia lunga

Sì, continuo a riscoprire Concetti fluidi e analogie creative. Nel 1977 Douglas Hofstadter era assistant professor presso l’Indiana University e aveva appena cominciato ufficialmente la propria attività di ricerca sull’intelligenza artificiale.

Uno dei primissimi progetti consistette nel chiedere agli studenti del corso di computer science di scrivere un programma il più possibile capace di riconoscere pattern lineari. Per esempio, guardare una sequenza di numeri e capire che regola governa la loro successione. Se scrivo 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13… un programma capace di riconoscere pattern, schemi che si ripetono, deve saper scoprire che ogni termine equivale alla somma dei due che lo precedono.

Il campo è preciso e ristretto; al tempo stesso, offre possibilità infinite di svariare e proporre sfide a qualsiasi livello di complessità.

Hofstadter dedica una sezione specifica a una sequenza inviatagli da un amico e racconta di come è arrivato a decifrarla. Nella narrazione non conta molto che arrivi alla soluzione, ma il come lo faccia; il senso di produrre programmi capaci di riconoscere pattern è che, nella sua concezione di intelligenza, questa dote ne faccia necessariamente parte e abbia pure una certa importanza.

Ho chiesto a una presunta intelligenza quale sia il prossimo termine della serie 1, 1, 2, 3… e mi è stato risposto correttamente 5. La serie è stata riconosciuta come quella (piuttosto famosa) che prende il nome dal (piuttosto noto) matematico Leonardo Pisano, detto Fibonacci.

La sequenza in Concetti fluidi è 0, 1, 2, 720!…

(720! è il fattoriale di 720, ovvero 1 x 2 x 3 x 4 x 5 x 6 x 7 x 8… x 720).

Ho chiesto alla presunta intelligenza che un capoverso fa ha individuato la sequenza di Fibonacci e ho ricevuto una risposta completamente illogica, che riporto solo per la parte iniziale:

Il prossimo termine della sequenza sarebbe il prodotto dei fattoriali dei primi 7 interi consecutivi: 3! x 4! x 5! x 6! x 7! x 8! x 9!

Piccola sfida: qualche umano sa fare meglio?

L’obiettivo non è tanto trovare la soluzione, ma riflettere sul percorso seguito dal pensiero per trovare un pattern convincente per la serie 0, 1, 2, 720!…. Quindi sarebbe estremamente produttivo anche solo pensare al funzionamento della nostra mente, perfino in assenza di una risposta finale (che esiste, è una serie ineccepibile senza trucchi e non richiede calcoli particolari). Come ci muoviamo per trovare uno schema, davanti a questa serie?

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