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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

20 ott 2022 - Hardware

La società dei consumi

Apple ha i suoi problemi di eccesso di diversificazione dei prodotti: troppi iPad, troppi iPhone. È lontanissima comunque dalla follia degli anni novanta, quando con i Performa e tutto il resto poteva vantare, per modo di dire, decine di configurazione diverse, aventi l’unico scopo di impedire a chiunque di discernere quella giusta per sé.

Lenovo è messa ben peggio di Apple in tema, come testimonia la recensione di Monica Chin su The Verge che ricorre all’iperbole delle milleuno configurazioni. Per il produttore non sembra essere un problema, semmai una nota di merito nello strano universo parallelo di gente che veramente pensa di comprarsi un portatile Intel nel 2022.

Certo, è gente disposta a subire nomi come Lenovo ThinkPad X1 Yoga Gen 7. Per il produttore non sembra essere un problema. Penso a quei coniugi che si sentono chiedere in famiglia per che cosa sono tutti quei soldi? e possono borbottare Yoga in risposta e così confondere le acque; sono tempi in cui conta più il fitness del computing. Per il resto, a me più che un nome pare un albero tagliato, ogni parola un anello che deve raccontare un pezzo di storia.

Ma divago. Scrive Chin:

Sfortunatamente, il nuovo processore [l’anello Gen 7 dell’albero tagliato] non fornisce il tipo di prestazioni che immagino interessi a chi usa lo Yoga; porta invece a una riduzione di efficienza che ritengo danneggi la sua valutazione complessiva, specialmente se messo a confronto con i laptop Apple. Può essere un problema di Intel più che di Lenovo; nondimeno, resta un problema.

Ancora:

Sfortunatamente devo emettere la temuta sentenza: la durata della batteria non mi impressiona. Ho ottenuto una media di sei ore e tredici minuti […], un risultato che Apple e Amd spazzano via nel segmento degli ultrà portatili, con risoluzioni superiori. […] . Il processore nell’apparecchio, il Core i7-1165G7, è stato più che adeguato per il mio carico di lavoro. Non sono convinta che l’aumento della potenza valga la corrispondente diminuzione di efficienza.

EH sì, il processore è così potente che chiede troppa energia e penalizza la batteria. Se la batteria non fosse sollecitata, il processore non potrebbe esprimere tutta la sua potenza.

Per il produttore non sembra essere un problema, ma dovrebbe, perché Apple e anche Amd dispongono di processori tecnologicamente superiori, capaci di erogare potenza senza dissipare inutilmente energia.

Più che la superiorità tecnologica, conta quella culturale: i processori Apple e anche Amd sanno che la civiltà dei consumi può prosperare nel futuro solo dandosi una regolata sui consumi stessi. Ma mica è detto che ci sia da rinunciare alla potenza, anzi.

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