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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

20 ago 2021 -

Ok, il prezzo è obbligato

Bella coincidenza che io scriva di EtherPad come mezzo per collaborare online sul testo, Html come standard nelle scuole, ipertesto organizzato per essere imparato fino alla terza media e, nel contempo, Microsoft alzi i prezzi di Office 365 per le aziende.

Uno dice, beh, Microsoft è libera di fare ciò che vuole e i clienti pure.

Probabile che sia così. Non ho il dato sottomano, ma l’ho letto l’altroieri: la quota di mercato di Office online sarebbe dell’ottantasette percento. Quasi tutto il resto è di Google, quasi tutto di utenze non paganti. Di libertà ne vedo poca. Semplifica Paolo Attivissimo:

Si esprime così Steven Sinofsky, che di Microsoft se ne è inteso parecchio, dall’interno e molto in alto:

[Rispetto al software in scatola di una volta, ora che lo si vende in cloud] un utente privato avrebbe potuto spendere per Office centocinquanta dollari ogni quattro anni. Un’azienda che pagasse centocinquanta dollari l’anno ora ne paga quattrocentocinquanta (e non può fermarsi).

Non capisco veramente la ragione per cui un’azienda sottostia a questa situazione senza il coraggio di voltare pagina e prendere in mano seriamente i propri dati. Certo, c’è l’ignoranza. Certo, l’ottusità. Certo, l’interesse privato di qualcuno. Ma non possono essere (quasi) tutte così.

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