A settembre, vicini all’inizio della scuola, la secondogenita settenne era molto amareggiata dal fatto che le vacanze stessero per finire. Ma lei è una che affronta i problemi a viso aperto.
Così ha insistito per sapere – a settembre – quanti giorni mancassero a Natale. Ha preso un foglio bianco e ha iniziato a disegnare una griglia tanto per tanti, che poi ha popolato con i giorni dei mesi.
Ha colorato in modo diverso Natale, il suo compleanno, quello di un’amica e pure quello del papà. Infine, ha apposto una X sul primo quadrato del suo calendario antistress da scuola.
Da settembre, la secondogenita non perde un giorno e aggiunge regolarmemte la sua X. Ora commenta compiaciuta anche quanto manca alle vacanze di Natale e conta i giorni effettivi di scuola.
Questo per dire che il problema di calcolare la differenza tra due date non è un costrutto dei maniaci del digitale, ma può nascere come esigenza sentita anche in un essere con uno spazio di attenzione misurabile in secondi eppure determinato a riempire un foglio con una novantina di X, una al giorno.
Dr. Drang è sicuramente più prossimo ai settanta che ai sette, eppure ha avvertito un bisogno simile e si è attrezzato con un Comando rapido per iPhone.
Non dico niente a mia figlia, però: preferisco assistere giorno dopo giorno al completamento orgoglioso del suo calendario.