Per fare affermazioni straordinarie occorrono informazioni straordinarie, ovvero dati fuori dall’ordinario.
Vale per esempio quando sentenziamo sulla durata delle unità di memoria (oramai hard disk vuol dire un pezzo della categoria, non più tutto) per averne vissute in prima persona qualcuna. Fossero anche dieci, o cento, che cosa possono dirci su miliardi di modelli in uso?
E così le batterie. Ci sono i saggi che hanno la soluzione. Di volta in volta bisogna tenere la batteria tra l’ottanta e il venti, oppure scaricare completamente, oppure non farlo, oppure.
Di solito si tratta di cose lette da qualche parte e prese per buone, senza che la fonte sia necessariamente documentata, a prescindere dall’autorevolezza percepita.
Quindi: la carica rapida danneggia le batterie degli iPhone?
Se la risposta arriva da HTX Studio, sono incline a dargli retta. Perché hanno sperimentato per un totale di due anni con quaranta iPhone. E hanno condotto esperimenti almeno con intenzione scientifica.
Hanno presentato un video che mi riconcilia con la categoria. Sette minuti serrati, velocissimi (quasi si fatica a seguire l’inglese), con montaggio perfetto, umorismo sottile, capacità di raccontare per immagini e, naturalmente, contenuto pazzesco, che mostra a perfezione l’apparato messo in piedi per scaricare e ricaricare in continuazione gli iPhone soggetti a ciascun esperimento.
(Mi riconcilia con la categoria perché niente giri di parola e vuoto, niente tergiversamenti per tenere attaccato lo spettatore, richiesta di iscriversi a momenti invisibile, niente primi piani nauseanti alternati ad altrettanti primi piani altrettanto nauseanti, niente di quello che si vede nella media del parlato italiano. E si legge nella voce e nello sguardo persino dell’empatia, del coinvolgimento personale, l’ammissione di sentirsi più libero nel trattare il suo telefono dopo avere ottenuto questi risultati, nessuna enfasi forzata per fare spettacolo fine a sé stesso).
L’indagine ha portato diversi risultati interessanti e raccomando la visione. Matt Bichler ha riassunto la propria posizione a partire da uno dei dati: dopo cinquecento cicli di carica, gli iPhone caricati lentamente avevano perso l’undici virgola otto percento della capacità; gli iPhone caricati rapidamente avevano perso il dodici virgola tre percento.
Un divario sostanzialmente irrilevante, dal quale Birchler parte per sostenere – d’accordo con me, anche se non lo sa – per sostenere la seguente tesi:
Credo che molta gente veda ancora i propri telefoni come quei terminali stupidi che erano i PC del 1995. “Se una app non viene ‘chiusa’, funziona in secondo piano per sempre”. “Se uso un caricatore rapido, l’iPhone si cuoce senza riguardo per la salute della batteria”. Queste cose semplicemente non sono vere ed è da molti anni che non lo sono.
È quello che lui chiama babying your iPhone, stare dietro all’apparecchio come se fosse un bambino piccolo.
Una volta queste tematiche suscitavano discussioni, per la ragione addotta all’inizio: fonti diverse scrivevano cose diverse e chi poteva verificare veramente?
Ma adesso ci sono i dati e, se qualcuno non fosse d’accordo, sarebbe pregato di portare dati a propria volta, invece di rispettatissime opinioni. Inutili. Conclude saggiamente Bichler:
Non mi interessa se chiudete forzatamente le vostre app. Ugualmente, non mi interessa se fate la badanti dei vostri iPhone, cercando ossessivamente la carica più lenta e di mantenerla continuamente dentro certi limiti. Mi limito a sperare che, se dedicate tempo e attenzione a cose come queste, lo facciate con gli occhi aperti rispetto all’effettivo beneficio che ne ricavate. Se guardate a questi numeri e pensate che valga la pena fare come fate, beh, fatelo.