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24 ott 2025 - Software Games

Jobs in 3D

Parto da lontano e da una nicchia che interessa a una porzione assai ristretta di persone. Qui si gioca di ruolo, soprattutto a Dungeons and Dragons, e da ben prima della pandemia, oltre che a maggior ragione dopo essa, si struttura su tavoli di gioco online come Roll20.

Roll20 e i sistemi equivalenti digitalizzano e velocizzano varie operazioni tipiche del gioco di ruolo come la compilazione della scheda personaggio, il conteggio di danni/punti vita/attacchi/difese eccetera, il lancio dei dadi, la comunicazione tra giocatori e quella in-game dei personaggi rappresentati, bla bla bla.

Sopratutto, però, la mappa. Come è fatto l’ambiente in cui si muovono i personaggi giocanti e non giocanti, le distanze, gli oggetti, la pianta di un sotterraneo, una sala del trono.

La mappa è una mappa. È bidimensionale.

Si è concluso l’ultimo fallimento di un progetto di mappe 3D, su cui muovere avatar tridimensionali dei personaggi e dei mostri. Il progetto Sigil, di DnD Beyond, ha cessato lo sviluppo, licenziato il personale e chiuderà definitivamente i battenti, per dare un contentino a chi ci ha speso sopra soldi.

DnD Beyond è una emanazione di Hasbro, proprietaria di Wizards of the Coast, la casa produttrice di Dungeons and Dragons. Sono la cattedrale di D&D, o il municipio per vederla laicamente. Nessuno più di loro poteva provarci a fondo.

Il problema è – arrivo al punto – che non abbiamo mai avuto lo Steve Jobs della tecnologia 3D. Non abbiamo mai avuto un Macintosh del 3D. Un ecosistema che rendesse la creazione, la modifica, la personalizzazione di oggetti tridimensionali qualcosa di semplice, immediato, intuitivo, standard, pensato per tutti almeno in linea di principio.

Una stampante 3D può costare meno di un televisore e avrebbe il potenziale economico per entrare in moltissime case. Ma l’elaborazione del software è problematica. Difficile fare qualcosa di significativo e soddisfacente senza fare un’esperienza sul Blender della situazione, software che per quanto agevolato non riesce a mascherare una complessità che alla fine salta sempre fuori.

Non esiste neanche un App Store del 3D. Non mi si fraintenda; ne esistono millemila. Ma tutto è frammentato, manca una percezione comune da uomo della strada del tema e delle sue declinazioni pratiche, per la gente comune – non gli appassionati, non gli esperti, non i tecnici – non c’è niente a cui rivolgersi nello stesso modo in cui si va oggi da Media World per comprarsi un drone.

È possibile realizzare miniature 3D fantastiche con sistemi tipo Hero Forge, con una interfaccia splendida, e naturalmente portarsi a casa anche un file di stampa. Ma richiede dedizione, cura dei dettagli, non è a disposizione mentale del primo che passa anche se – da provare – mette a disposizione un ambiente amichevole come nessun altro.

E non parliamo di una integrazione in Sigil. Non so se fosse consentito e progettato; se anche, non sarebbe ai stato prêt-a-porter, punta e clicca, it just works.

In un gioco di ruolo, l’immaginazione divide il potere con l’improvvisazione. Improvvisamente, al master serve un troll non previsto. Fruga su Internet, oggi; una volta avrebbe pescato tra vaschette di miniature o avrebbe anche preso, in emergenza, un dado colorato, al limite un quadratino di carta con una T sopra.

Per una mappa 2D.

In 3D, non è possibile cavarsela con una T che galleggia sopra il terreno. La tridimensionalità sa di vero e cera il vero, o il verosimile. Sfoderare un troll di fortuna in tre dimensioni non è una opzione.

Ecco perché Sigil ha fallito e prima di lui svariati altri progetti.

Il gioco di ruolo è una cartina di tornasole, in questo caso. Chiediamoci perché non abbiamo una scrivania 3D sul computer. Perché non abbiamo un Finder a tre dimensioni.

Steve Jobs ha risolto il 2D ed è stato un grande passo per l’umanità. Prima c’era solo la monodimensionalità della riga di comando.

Aspettiamo un nuovo pioniere, un genio, un visionario, un ossessionato dal design, che risolva il 3D. Meglio non trattenere il fiato.

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