Il primo problema è che la migliore spiegazione chiara e rapida dello studio del MIT sui danni cerebrali provocati dall’eccesso di uso di chatbot nei soggetti deboli la fornisce Alex Vacca.
Letto così, ispira l’idea dell’erede di magnati intento a dissipare allegramente le sue fortune oppure quella del content creator molto creator a discapito del content. Invece è uno che per vivere lavora, anche a un certo livello, e sa di che cosa sta parlando.
BREAKING: MIT just completed the first brain scan study of ChatGPT users & the results are terrifying.
— Alex Vacca (@itsalexvacca) June 18, 2025
Turns out, AI isn't making us more productive. It's making us cognitively bankrupt.
Here's what 4 months of data revealed:
(hint: we've been measuring productivity all wrong) pic.twitter.com/OcHy9197tk
Il secondo problema è che le persone amano riempirsi la bocca e poi fare spallucce su qualsiasi cosa. Che si pronunci il Massachusetts Institute of Technology, non gliene può fregare di meno. C’è gente che si ingabbia da sola in qualsiasi cosa arrivi da Microsoft, perché Microsoft. Eppure, uno studio su problemi analoghi compilato da Microsoft passa completamente inosservato, persino presso gli acefali cui Microsoft somministra anche l’ossigeno.
Il terzo problema è che, come sempre come con la tecnologia, i danni veri colpiscono i deboli, i fragili, i predisposti, gli sprovveduti, gli ingenui. I tossici da chatbot non riescono più a ricordare quello che hanno scritto pochi minuti prima e, se privati della droga, lavorano peggio di quelli che i chatbot non li vogliono usare per partito preso. (È solo l’inizio dei problemi, non pretendo la lettura dello studio, c’è Vacca apposta. Vacca va letto, sono dei tweet).
Invece le persone forti, consapevoli, capaci, con un retroterra cognitivo sopra la media, dotati di capacità creative e di un cervello funzionante, beneficiano dei chatbot. Come è ovvio: capiscono pregi e limiti dello strumento, lo valorizzano, si valorizzano e guadagnano produttività e qualità.
Fino a qui andrebbe tutto bene, solo che si innesca il cortocircuito. Quando si raccontano queste cose, quelli che ascoltano sono tutti forti, consapevoli, cognitivamente dotati. Smetto quando voglio.
Nemmeno una delle persone che avrebbero bisogno di essere protette, di usare lo strumento con moderazione, di coltivarsi oltre che di consumarsi nei prompt, prenderà la minima precauzione o il minimo provvedimento.
Pensare al panorama del livello cognitivo tra tre o cinque anni, sinceramente, mette angoscia. Questa situazione è giusto uno o due gradini sotto l’abuso di oppioidi. Con questi si rischia la vita, mentre con gli LLM solo il declino cognitivo. Nella testa di gente che lavora, che vota, che alleva figli, che studia.
Lo sento già il bello spirito commentare che tanto l’analfabetismo e il declino cognitivo li abbiamo già in abbondanza. Grazie, ma preferirei non prendere una porzione in più.
Ma nessuno farà niente e lentamente, tristemente, ancora più di adesso, le cose andranno in vacca. Nonostante Vacca.