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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

20 mar 2025 - Hardware Software ai

Un po’ hard, un po’ soft

Apple ha fornito a Exolabs due Mac Studio da cinquecentododici gigabyte di Ram ciascuno e processore M3 Ultra.

Insieme, le due macchine riescono a fare funzionare DeepSeek a velocità invidiabile e senza compromessi di configurazione.

È una configurazione che orbita attorno ai ventimila euro; d’altro canto, non esiste oggi alcun altro ambiente desktop in grado di fare la stessa cosa a parità di configurazione e prestazioni. Il vantaggio di Apple Silicon e della sua Ram integrata, a piena disposizione della Gpu, è consistente.

Nel frattempo, Gus Mueller scrive che Apple dovrebbe togliersi di mezzo nell’intelligenza artificiale, a intendere che dovrebbe lasciare agli specialisti del settore integrare la tecnologia degli Llm dentro Mac.

E in effetti la vera grandezza di Apple è sempre stata offrire un ambiente superiore a sviluppatori indipendenti capaci di innovare.

John Gruber fa un paragone piuttosto convincente con i tempi d’oro del desktop publishing:

Mac è stata la piattaforma per il graphic design perché era la piattaforma migliore per usare le app di design. I font funzionavano e apparivano meglio su Mac. La stampa funzionava meglio da Mac. Le periferiche lavoravano meglio. Le stesse app avevano un aspetto migliore su Mac. Mac aveva gusto e anche (sperabilmente) i designer. I designer grafici potevano capire come funzionavano le loro macchine e manutenerle da soli, come non si poteva fare con i PC.

Ma Apple non ha scritto nemmeno una app. Lo hanno fatto Adobe, Macromedia, Aldus. Piccoli sviluppatori indipendenti crearono nicchie di utilizzo dentro app come Photoshop, FreeHand e QuarkXPress. Quando arrivò una app nuova come InDesign — che portò via rapidamente il mercato a Quark — Mac rimase la piattaforme dominante da usare.

Spieghiamolo a Tim Cook o chi per lui. Mac è oggi il computer migliore in assoluto per la tecnologia che tutti vogliono chiamare intelligenza artificiale. Rendiamolo appetibile per gli sviluppatori innovativi e di punta. Facciamo di Mac il computer da usare per avere il meglio dall’intelligenza artificiale, invece di quello che monta Apple Intelligence ( quando ci sarà).

Non sono del tutto convinto che Apple farebbe bene a rinunciare il controllo su una parte critica, almeno oggi, della strategia. È vero altresì che quando usavamo PageMaker di Adobe, Freehand di Aldus e stampavamo grazie a PostScript sempre di Adobe, lavoravamo in stato di grazia.

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