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3 mar 2025 - Software Internet

Una zeta più normale

Anche se fanno finta di niente, gli editori di libri sono mediamente consci di una cartella condivisa Dropbox piuttosto nota, contenente una generosa quantità di ebook spesso artigianali che riprendono titoli di grande lettura e diffusione.

Per qualche tempo mi trovai anche ad adottare una copia de Il nome della rosa, eliminando i refusi provenienti dalla scansione delle pagine originali e razionalizzando la struttura dell’ebook.

Niente rispetto a Z-Library, della quale colpevolmente ho saputo da poco. Il nome evoca purtroppo malaugurate operazioni militari speciali, però esiste da più tempo e riguarda semplicemente un immenso deposito di libri e media messi a disposizione, ehm, gratis.

Non linko niente perché la libreria, come ci si può immaginare, fa fatica a mantenere lo stesso URL per lungo tempo; prima o poi arrivano le autorità e si chiude tutto. Per riaprire da qualche altra parte. Invece, cercando con Google e tenendo ritte le antenne, si arriva sempre al posto giusto.

Bisogna usare più attenzione del solito, come spesso accade quando ci si muove nei bassifondi. A me è capitato un URL più che convincente, che mostrava una finestra di ricerca. Ho provato la ricerca… e ho scoperto che come risultato erogava niente altro che pubblicità.

Tutto questo su iPad, per precauzione minima. Nulla è sicuro al cento percento, ma su Mac si corre un maggior rischio di caricare sul computer qualche schifezza a nostra insaputa. iPadOS ha per sua natura una blindatura aggiuntiva che mitiga un pochino il rischio.

Alla fine ci sono arrivato, con un URL sloveno che chissà se funziona ancora. È difficile rendersi conto delle dimensioni effettive della Library, ma qualche prova con autori non celebri e non di nicchia (tipo Hofstadter) ha dato risultati impressionanti. C’è tutto o, almeno, sembra esserci. Non escludo che qualche libro sia solo l’involucro di malware losco e c’è sempre da stare attenti.

Z-Library, come la stessa cartella Dropbox dell’inizio, è sommamente illegale. Non la giudico però sommamente immorale. Per la natura di Internet e visti i tempi che corrono, non mi dispiace che esistano repository, diciamo, antagonisti rispetto a quelli ufficiali. Sta anche noi usare un compasso morale che sia comunque tondo e di apertura adeguata. Non mi sono fatto scrupolo di prelevare su Z-Library alcuni ebook di libri di Hofstadter, tutti libri che ho comperato in edizione cartacea – talvolta in dollari – e di cui manca, credo, una edizione digitale ufficiale.

Lo stesso valeva per Il nome della rosa. Non mi dispiace che si possa provare, si possa avere a disposizione un medium più ubiquo e veloce della carta, che davvero una persona senza mezzi possa avvicinarsi a un libro invece che al portafogli del turista.

Mi dispiace – e certo succede – che si abusi di queste libertà. Prima di sopprimere le libertà suddette, ecco, ci penserei un attimo. Se invece si tratta di sancire un ladro di libri che non ne ha bisogno, vuole trarne un profitto indebito, o peggio un criminale informatico in cerca di vittime da trafiggere con pugnali avvelenati travestiti da libri, allora massimo rigore e massima severità.

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