Aumentano, a milioni, le persone che hanno scoperto lo strumento migliore per proteggersi al meglio ove c’è un rischio di incendio: una app fatta come si deve, al servizio di chi la deve usare e non degli azionisti, semplice ed efficace.
The Verge ha tracciato un bel profilo di Watch Duty, app salita alla ribalta a causa dei terribili incendi che incombono sull’area metropolitana di Los Angeles:
Watch Duty è un’eccezione nel mondo tech in quanto non si preoccupa di coinvolgimento dell’utente, tempo di utilizzo o vendita di pubblicità. […] L’eleganza della app sta nella sua semplicità. Non raccoglie dati dell’utente, non mostra inserzioni, non richiede login né traccia l’utilizzatore. Il suo stack tecnologico e la sua interfaccia utente hanno probabilmente salvato un numero indefinito di vite.
A produrre la app è un’organizzazione no profit, ma assenza di profitto non vuol dire assenza di entrate:
Watch Duty è di uso gratuito, tuttavia accetta donazioni – deducibili dalle tasse – e offre due livelli di membership che sbloccano funzioni addizionali, come un tracciamento degli aerei antincendio e la possibilità di impostare promemoria per più di quattro contee [tipo le province, più in piccolo].
Il gigantesco vantaggio della app rispetto ai sistemi statali o regionali ufficiali è che questi sono inevitabilmente affetti da pachidermismo: i loro allerta possono arrivare anche con quindici minuti di ritardo. In caso di incendio, è una misura inadeguata: quando – come è accaduto a Los Angeles – soffiano venti da centotrenta chilometri l’ora, un fronte di fuoco può percorrere distanze ragguardevoli nel giro di pochi minuti. Occorrono notifiche il più possibile vicine all’istantaneo.
Watch Duty lo fa e lo fa con intelligenza, quella vera: a curare gli avvisi è uno staff umano, che sa valutare urgenza e portata delle situazioni. L’intelligenza artificiale o presunta tale viene impiegata in funzioni secondarie come la gestione della posta in arrivo.
Un bel promemoria di quello che abbiamo a disposizione, di quello che è possibile fare. Non abbiamo mai avuto tecnologia così preziosa, così potente, così efficace, hardware e software. Sta a noi popolare lo spazio di utilizzo di cose buone, utili, positive, a livello di chi produce e di chi fruisce. Quelli che abbiamo perso la libertà quando il telefono ha perso il filo o che vietano i telefoni nella scuola (piuttosto, se rotoliamo a queste bassezze, vietiamo delle app) li vorrei vedere in una zona colpita dal fuoco, ad aspettare informazioni da un altoparlante o da un messo comunale.
No, non vorrei vedere proprio nessuno in questa situazione. Mi piacerebbe invece che, nella disgrazia, tutti avessero accesso a tecnologia capace di aiutare, informare, salvare vite, agevolare soccorsi.