È impressionante quanto sia lento il lavoro che porterà Swift a diventare il linguaggio principale di sviluppo sui sistemi Apple. E quanto sia inesorabile.
Lo mostra benissimo Timac con un articolo che mostra l’ evoluzione dell’uso di Swift e SwiftUI in iOS 18 e relativi confronti con i sistemi precedenti.
Timac lavora fuori da Apple e utilizza una metodologia banaale quanto brillante nella sua semplicità: conta i file binari e i framework dentro il sistema operativo, mentre ignora tutto ciò che sta dentro il kernel (il nucleo del sistema).
Per questo è possibile che la sua analisi possa essere non del tutto precisa qua e là. La tendenza complessiva, tuttavia, lascia zero dubbi.
Il primo iPhone OS conteneva centoottantaquattro file binari. L’ultimo iOS 18, seimilaottocento. Di questi, duemilatrecentootto usano Swift e cinquecentonovantadue SwiftUI.
La parte del leone è sempre quella del vecchio Objective-C. Il leone però dimagrisce da anni, di continuo, ed è chiaro come proseguirà l’evoluzione del cerchio della vita dei linguaggi programmazione Apple.
Ci vorranno molti, molti anni. Realizzare un nuovo linguaggio di programmazione significa guardare lontano, forse anche decenni.
Lentamente le app si affidano ai nuovi arrivati. Visto attraverso l’analisi di Timac, è un percorso affascinante e quasi solenne.