Dopo cena, si è fatto buio e approfittiamo del giardinetto per cercare stelle cadenti nel cielo. Qualche nozione elementare la abbiamo e le ragazze identificano subito Gran carro e piccolo carro, con annessa Stella polare.
Una domanda tira l’altra: la più grande vuole sfoggiare il suo sapere, la più piccola vuole tenere il passo e presto tocca parlare di Cassiopea e Orione. A un certo punto si arriva al collegamento tra costellazioni e Zodiaco e lì si apre il vaso di Pandora: dove sta il mio segno, come è fatta quella costellazione lì, perché non trovo il Cigno eccetera.
Estraggo iPhone e lancio Star Walk 2.
La realtà aumentata è una meraviglia. La più grande individua le costellazioni puntandole nel cielo o con la ricerca del programma. La più piccola non legge ancora abbastanza bene, ma Star Walk 2 sovrimpone sul cielo una immagine pittorica, così riconosce gli animali e, nei casi dubbi, si fa aiutare dalla sorella più grande.
I quarti d’ora volano, ci divertiamo, impariamo qualcosa di utile e qualcosa di inutile ma curioso, vediamo anche le stelle cadenti e andiamo a dormire dopo un fine serata ideale per stare insieme in modo bello, facendo cose disimpegnate ma comunque valide a complemento di una crescita, anzi due. Senza Star Walk 2 non sarei mai riuscito a insegnare alle figlie quello che hanno imparato. O mi sarebbe voluto ben più tempo e impegno, risorse che non sempre abbondano nelle frequentatrici della scuola primaria.
La stessa scuola primaria nella quale un ministro ha vietato l’uso dei cellulari. Se alla maestra venisse in mente di proiettare sulla lavagna elettronica il cielo di Star Walk 2, violerebbe la legge.
È triste proibire la vista del cielo notturno se mediata da una spiegazione. E pensare che sia la stessa cosa di un account abusivo su TikTok.
Ce lo vieteranno anche a casa? Ne usciremo mai da questa arretratezza? Una stella cadente abbastanza grande per il ministero la abbiamo?