Delle infinite attività umane classificabili come inutili e anche perditempo, cercare il record della soluzione più veloce di Super Mario sembra meritarsi un posto in prima fila.
Invece continuo a essere affascinato lungo gli anni da questa forma pazzesca di sfida contro la macchina. Perché, come in questo caso, quando raggiunge l’eccellenza è come vedere scalare l’Annapurna o circumnavigare il mondo in solitaria: perditempo, ma dentro c’è qualcosa che ci racconta della natura umana.
La corsa contro Super Mario è arrivata a millesimi di secondo dal limite teorico, un dato incredibile quando si pensa che bisogna inseguire la perfezione al pixel per quasi cinque minuti.
Millesimi di secondo. Non riusciamo neanche a percepirli. Eppure sappiamo inseguire la partita perfetta, consci che non la raggiungeremo mai, determinati però a fare un passo in più.
È la razza umana quella intelligente, quella confusionaria, impaziente, pasticciona, ma anche indomabile, proiettata al futuro, imprevedibile, pronta a reinventarsi.
Se devo scommettere tra l’umano imperfetto e qualunque suo succedaneo artificiale, ho la puntata sicura. E ancora per molti, molti anni come minimo.
Intanto qualcuno rosicchierà un altro millesimo.