Ho letto che – per la seconda volta in tempi recenti – Samsung è diventata la maggiore produttrice mondiale di semiconduttori, davanti a Intel che storicamente ha sempre occupato questo ruolo.
Ho pensato a gente che leggo ogni tanto, nei contesti più vari, sempre nella stessa situazione: gli è cambiato qualcosa nella configurazione di lavoro, dalla ditta al software allo scanner, e chiede come continuare a fare una certa cosa che faceva prima nel modo in cui la faceva prima.
Con tutti i distinguo del caso, la domanda giusta da porsi è sempre un’altra: che cosa posso imparare di nuovo da questa esperienza?
Nel secolo scorso Intel faceva parte dello standard di mercato, avrebbe dominato l’universo, non era in discussione.
È cambiato persino il ruolo di Intel. Se usiamo computer siamo discepoli, adepti, coltivatori, vittime, suocere, quello che si vuole, del cambiamento. Il nostro destino è il cambiamento, il nostro interesse – a volte sfuocato – sta nel cambiamento, la nostra attitudine è il cambiamento.
L’essere umano insegue e sogna la stabilità. Se è davanti a un computer, tuttavia, ha da pensare in termini di cambiamento. Altrimenti, tanto vale che vada a fare jogging correndo all’indietro.
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