Nella finzione scenica di Wwdc, Tim Cook ha parlato davanti a una platea popolata di Memoji, a rappresentare gli sviluppatori idealmente presenti.
C’è chi l’ha presa per una baracconata o una profanazione di un luogo che alla fine dei conti è intitolato a Steve Jobs; una caduta di stile, un abbassamento del livello.
... lo trovo puerile. Non fanno ridere , L’audience dello Steve Jobs theatre pieno di Memoji come un cartoon under 6 fanno pensare a pochezza di fondo . E non è così ... perché poi anche ieri hanno poi offerto materiale interessante ... ma lo presentano in maniera sciocca. IMHO
— Denis Rizzi (@denischamp) June 8, 2021
Ogni opinione è degna di rispetto: tutti sicuri però che la più profittevole azienda di tecnologia digitale al mondo, che mette insieme due miliardi di fatturato ogni tre giorni, decida a cuor leggero di esporsi a figuracce? Abbiamo la certezza che dove fino a ieri a dettare la line era il design, oggi si ceda al cattivo gusto semplicemente per essere alla moda o per fare i supergiovani?
Nei miei messaggi esagero con gli emoji, mentre i Memoji li riservo a pochissime occasioni e persone. Non sono quindi la persona più adatta a pronunciarsi. Tuttavia, un articolo di Angela Lashbrook su Medium porta in merito una serie di informazioni interessanti.
Ci sono studi che mostrano come l’aspetto degli avatar influenzi il comportamento online delle persone e come le persone stesse si identifichino più volentieri in un avatar idealizzato, che le rende più gradevoli, di uno fotografico.
Chi vede un avatar di aspetto simpatico o piacevole tende a riporre più fiducia nell’interlocutore che lo adotta. I Memoji costituiscono un surrogato, certo limitato, del linguaggio del corpo e dell’espressività che portiamo nel mondo fisico. Limitato vale comunque più di nullo.
In altre parole, il come le persone si rappresentano in forma grafica e il come considerano le altre persone tramite le loro rappresentazioni è un dettaglio; un dettaglio importante in una faccenda delicata come la comunicazione interpersonale. Comunicando con il suo pubblico di Memoji, Tim Cook certamente dava risalto alle novità annunciate per iMessage; contemporaneamente trasmetteva tutta una serie di messaggi al pubblico non sviluppatore interessato all’apertura del convegno mondiale degli sviluppatori. Sì, il keynote è nominalmente per gli sviluppatori e di fatto parla al più grande pubblico degli appassionati. La vera comunicazione rivolta agli sviluppatori è il Platforms State of the Union, la prima cosa da guardare dopo il keynote.
Che si possa parlare del keynote Wwdc in termini semplici non implica che la sua preparazione sia semplicistica. Apple ci mette la faccia e pure le faccine sempre a ragion veduta, magari sbagliando, per carità, però con un’idea precisa.
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