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10 giu 2021 -

Giochi (più) intelligenti

Una vita sui roguelike non è stata vissuta invano, se TechCrunch titola La pluridecennale avventura Ascii NetHack può suggerirci il futuro dell’intelligenza artificiale.

La lettura spiega che algoritmi e apprendimento meccanizzato possono fare a pezzettini qualsiasi giocatore umano di scacchi o di Go, così come di Dota 2 per fare un nome a caso.

Quando si arriva a NetHack, però, l’intelligenza artificiale si comporta molto peggio di un uomo. La ragione è la grande complessità interna del gioco, dovuta tra l’altro alla pazzesca varietà di interazioni tra i componenti del gioco.

Il team AI di Facebook ha allora deciso di organizzare una NetHack Challenge aperta fino al 15 ottobre a tutte le intelligenze artificiali, con premi per il migliore agente (entità software capace di progredire più di tutte le altre nel gioco), il migliore agente senza l’aiuto di una rete neurale e, ancora, il migliore agente creato da una università o da team indipendenti, che non producono giochi per mestiere, per capirci.

Il terreno di sfida sarà una normalissima edizione di NetHack montata dentro un ambiente di machine learning, che permetterà la partecipazione di chi brilla per intelligenza (umana) e però scarseggia in risorse computazionali.

Dice molto sulla vera natura del valore degli umani e delle sedicenti intelligenze artificiali, che il computer abbia ancora moltissimo da imparare da un gioco disegnato con il testo, nato nel 1985 e più maturo di tanti dei programmatori che proveranno a batterlo.

La regolarità delle pubblicazioni potrebbe risentire nelle prossime settimane dei miei spostamenti per l’Italia.

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