LG è uscita dal business dei computer da tasca insegnandoci diverse lezioni.
La prima sembra ovvia, ma palesemente va ricordata: è poco saggio investire denaro su prodotti di aziende che lavorano in perdita. LG è un colosso globale in salute, eppure la sua divisione mobile era in rosso da più di cinque anni in misura disastrosa, con fatturati da quattro-cinque miliardi di dollari e margine negativo di settecento-ottocento milioni ( 750 milioni nel 2020, 850 nel 2019). Una situazione che difficilmente può durare a lungo.
La seconda lezione è quella sul valore delle trovate tecnologiche fini a se stesse.
Pour one out for LG Mobile. They're the reason we have ultrawides in every new phone right now. They didn't always ace every phone, but losing them means losing a competitor that was willing to try new things, even when they didn't work. pic.twitter.com/x6rXDhlVfN
— Marques Brownlee (@MKBHD) April 5, 2021
Essere disposti a provare cose nuove, anche se non funzionano, vuol dire fare esperimenti con il portafogli dei clienti paganti. LG sarebbe stata la prima a introdurre fotocamere ultrawide; ha proposto design ricurvi e flessibili, schermi rotanti, modelli arrotolabili. Mancano solo le alabarde spaziali.
Il lettore di bocca buona si stupisce, pensa innovazione! e si chiede perché queste cose non le faccia Apple. In generale, se Apple non le fa, è perché non sono ancora pronte, o non piacciono alla gente che dovrebbe comprarle. Qui si preferisce una azienda che si faccia gli esperimenti nella propria stanzetta, in senso figurato, e proponga unicamente cose che funzionano e possono davvero essere utili, dopo avere scartato le idee simpatiche ma impraticabili.
Terza lezione: secondo una narrativa molto diffusa, gli smartphone costano cifre esagerate e, in particolare, gli iPhone più di tutti. La realtà è diversa: per produrre oggetti tecnologicamente evoluti come quelli attuali in termini di miniaturizzazione, autonomia, potenza, e farlo su un percorso di miglioramento costante negli anni, molto probabilmente i prezzi che ne conseguono sono necessari. Si può obiettare magari sull’entità dei margini di profitto; la base dei costi, tuttavia, è una dura evidenza per le aziende non preparate. Nel mercato attuale fanno soldi Apple, Samsung e poi rimangono le briciole.
L’ultima lezione.
Il prodotto è un pretesto. Nel 2021 si compra un ecosistema, di cui lo hardware è semplicemente l’aggancio materiale, come già scrivevo a proposito delle stampanti. LG poteva avere gli schermi delle meraviglie, ma il suo ecosistema tende a zero. Non stupisce che i profitti seguissero la stessa traiettoria.
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