Un corollario della nostalgia per HuperCard e compagnia è il desiderio di trovare programmazione semplice da affrontare, con la quale poter fare subito qualcosa, superando la fase dei mattoni da costruzione stile Automator su Mac o Comandi rapidi su iOS.
È agosto, i buoni propositi si fanno adesso. Tempo di considerare Swift. Dopo cinque anni di sviluppo è un linguaggio maturo e pronto a tutto.
Quando mi ci sono cimentato, che era uscito da pochissimo, in tre mesi ero diventato in grado di scriverci sopra un libriccino. E non sono un programmatore.
Non bastasse, due parole: Swift Playgrounds. I primi esercizi li ha risolti, con un minimo di guida certo, la primogenita a quota quattro anni, motivata dalle evoluzioni del piccolo alieno Byte. Davvero si impara giocando e all’inizio, almeno, cinque minuti la sera prima di dormire sono tutto quello che è richiesto per passare al livello seguente.
Programmare, anche poco, anche male, anche occasionale, nel 2019 ha senso. Qualunque sia il mestiere, il corso di studi, l’aspirazione, la motivazione. Swift è moderno, ragionevolmente semplice, assai a portata di assaggio. Merita l’assaggio.