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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

9 mar 2017

Opinioni conservatrici

Ogni tanto qualcuno si arrabbia per le mie vedute sulla conservazione dei dati nel tempo, senza capire che sono un ottimista: con le dovute precauzioni e la dovuta attenzione, questa è l’epoca migliore possibile di sempre per conservare dati.

Chi si arrabbia pensa che sia esistita un’età dell’oro in cui niente si perdeva e poi è intervenuto il digitale a complicare tutto. Ha in mente un mito e non c’è niente di male. Solo che era impossibile prima, scegliere una soluzione e poi disinteressarsene per sempre. Figuriamoci ora.

Il punto è che la conservazione dei dati ha un’infinità di sfaccettature ed è una questione estremamente complessa. Prendiamo, per esempio, i videogiochi da bar.

Per fortuna abbiamo Mame: una iniziativa libera, collaborativa e autofinanziata grazie alla quale il lavoro di migliaia di appassionati e illuminati volontari ha tenuto in vita migliaia di giochi di una volta, attraverso un emulatore efficace e versatile che ha compiuto vent’anni.

Lo stesso Mame è un esempio di conservazione del software: da vent’anni funziona grazie all’attenzione continua di persone che se ne occupano, mica perché lo hanno messo in una cassetta di sicurezza. Semmai perché ne esistono milioni di copie.

E i videogiochi? Problema risolto? Le sfaccettature, dicevo, sono infinite. Certamente possiamo lanciare Pac-man (l’originale, intendo) su qualsiasi computer si voglia. Al tempo stesso, emerge la problematica della tecnologia a tubi catodici che sta morendo. Tutti i videogiochi di una volta visualizzavano su un tubo catodico.

La soluzione è ovvia: passare ai cristalli liquidi. Solo che i giochi erano ingegnerizzati tenendo conto delle caratteristiche di un tubo catodico; su uno schermo a cristalli liquidi la resa è diversa da quella che avevano progettato i programmatori.

È una problematica vagamente simile a chi si ritrova una raccolta di diapositive virate al giallo. Che si sono conservate, eh. Ma appunto, il tema della conservazione dei dati non si esaurisce in una battuta. O in un disco.

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