Fa tenerezza la naïveté, il candore che ha portato il marketing Microsoft a pagare quattrocento milioni di dollari la National Football League americana per promuovere Surface. Microsoft ha fornito tavolette alle squadre, in cambio di inquadrature televisive ravvicinate in occasione dei timeout. Quello che si chiama product placement al cinema, pubblicità occulta.
Il granello di sabbia in questo perfetto meccanismo è che il contratto data al 2013 e ancora oggi presentatori, allenatori e giocatori li chiamano iPad, copie di iPad, tavolette stile iPad e così via. Ascoltati da milioni di spettatori in diretta TV.
In Microsoft pensano che basti pagare e si possa comprare ogni cosa. Se un prodotto ha redefinito un mercato, invece, comprare le menti e le abitudini è più difficile.
Ci hanno pensato e hanno partorito una soluzione:
Abbiamo addestrato alcuni dei protagonisti e continueremo a farlo, per essere sicuri che i nostri partner siano bene equipaggiati per parlare di Surface quando la videocamera riprende i giocatori che lo usano nel corso delle partite.
Giustamente. Li hanno comprati, adesso li addestrano. Alla fine probabilmente saranno capaci di apparire convinti. Come se i Surface li avessero scelti. Non so quanto funzionerà, con personaggi bravi nello sport e meno nella recitazione.
Io direi: basta pagare. Producano piuttosto qualcosa che gli utilizzatori, dentro e fuori la Nfl, siano soddisfatti di scegliere e adoperare. Come accade, tu guarda, con iPad.