Per la categoria da riscoprire segnalo Inventing the Lisa User Interface, articolo lungo quanto serve per essere accurato e breve il giusto per essere preso con leggerezza.
La storia di Lisa va riscoperta perché racconta di un computer mai esistito fino al quel momento, comprato da pochissimi e sepolto (l’invenduto) in discarica dopo essere stato proposto a un prezzo astronomico persino per l’epoca.
Viene da chiedersi quanto fosse astronomico per ingorde brame di profitto e quanto invece perché c’era bisogno di un clima di creatività e innovazione per arrivare al prodotto. In altre parole: quanto fosse necessario che Lisa avesse un prezzo astronomico, per poter essere Lisa e non un qualunque altro computer.
L’articolo offrirà spazi di riflessione su come si inventa una interfaccia utente e confuta per l’ennesima volta l’idea che Apple abbia carpito l’interfaccia grafica a Xerox; c’era un accordo di cessione di azioni in cambio di denaro e visite ai rispettivi laboratori di ricerca.
Più di questo, appunto, la domanda: qual è il prezzo giusto per l’innovazione? Per Lisa era eccessivo; per la LaserWriter? Per World of Warcraft? Per watch? Pensiamo che l’open source (di cui sono paladino, sostenitore e guai a chi si ostina a usare Office al posto di LibreOffice), visto dal cittadino medio come gratis, porta un sacco di cose utili, e pochissima innovazione…